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venerdì, Marzo 29, 2024
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Un anno di “Banca del Latte Umano Donato”.

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Un anno di “Banca del Latte Umano Donato”: 64 donatrici arruolate, 390 litri di latte raccolti, soddisfatto il fabbisogno dei lattanti ricoverati in Patologia Neonatale.

“A poco più di un anno dall’inaugurazione la Banca del Latte Umano Donato della Regione Liguria presso l’Istituto “Giannina Gaslini” (BLUD) già si pone come una struttura sanitaria di rilievo nel panorama dei centri di assistenza nutrizionale per i neonati che non possono essere direttamente allattati al seno e per quelli che per cause diverse non possono disporre del latte materno – spiega dottor Raffaele Spiazzi, direttore sanitario del Gaslini -.

L’otto marzo dello scorso anno veniva inaugurata e iniziava la raccolta del latte donato nel territorio regionale. I risultati, nonostante i problemi portati dalla pandemia, sono stati straordinari: sono state arruolate 64 donatrici e raccolti 390 litri del prezioso alimento soddisfacendo ampiamente il fabbisogno della Patologia Neonatale dell’Istituto”.

“Grazie al sostegno della Regione e alla collaborazione di tutti i punti nascita della Liguria, siamo riusciti a costruire una rete che permette di raccogliere latte da tutta la Liguria direttamente al domicilio delle donne, e trasportarlo in sicurezza e con celerità presso la BLUD del Gaslini, dove viene trattato e distribuito al neonato pretermine.

Con la collaborazione di tutti

sarebbe bello riuscire ad ampliare i destinatari che potrebbero usufruire del latte umano donato, potendolo dare anche ai neonati a termine con patologia e pretermine tardivi che, in questo momento, sono penalizzati” sottolinea la dottoressa Cristina Traggiai, referente BLUD della Patologia Neonatale.

“Nonostante la raccolta del latte donato sia partita quando ancora eravamo in piena pandemia e buona parte delle BLUD già attive nel Paese stessero registrando una riduzione del numero delle donatrici e del volume di latte donato, abbiamo già superato il volume medio di raccolta nazionale che nel 2020 è stato di 330 litri” spiega Daniela Rebora, referente BLUD del Centro Nutrizionale.

“Donare il latte – spiega il presidente di Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti – è un gesto semplice ma di grande generosità e per questo ringrazio tutte le mamme liguri che scelgono di regalare la parte in eccedenza del proprio latte ad altri bimbi appena nati che, per varie ragioni, non possono essere allattati dalle loro mamme.

Il bilancio di oggi è un segnale che conferma, nonostante l’emergenza che abbiamo attraversato, quanto la banca regionale del latte donato sia un fiore all’occhiello di questa regione e del nostro ospedale pediatrico che continueremo sempre a sostenere”.

Il latte umano donato

non solo è la migliore alternativa al latte materno, ma il più utile ponte alla promozione e successo dell’allattamento materno nei piccoli pazienti, prima ospedalizzati e poi dimessi.

“I nati pretermine di peso molto basso (< 1500 grammi alla nascita) sono quelli che maggiormente ne beneficiano, ad esempio nel prevenire le complicanze della prematurità come l’enterocolite necrotizzante e promuovendo al contempo tanti effetti positivi a lungo termine, come il probabile miglioramento dell’outcome neurologic – spiega il professor Luca Ramenghi, Direttore UO Patologia Neonatale-.

Uno dei temi

non solo assistenziali ma anche di ricerca più sentiti è l’ottimizzazione della fortificazione calorica del latte materno donato da somministrare ai pazienti più vulnerabili, nei quali spesso si manifesta comunque, ancora oggi, un ritardo di crescita extrauterino, ovvero il neonato cresce meno bene di quanto fosse avvenuto prima nella vita fetale.

L’importanza della qualità della nutrizione precoce in questi bimbi non è forse ancora completamente riconosciuta, pertanto è auspicabile un continuo potenziamento della BLUD”. La BLUD dell’Istituto vuole anche essere un importante centro di ricerca sulle modalità di trattamento e conservazione del latte materno e del latte donato.

Per questo è stato organizzato uno studio preliminare

per valutare i miglioramenti possibili sulle componenti nutrizionali e funzionali del latte umano utilizzando nella procedura di trattamento la più moderna tecnologia alimentare.

Parteciperanno allo studio i laboratori di Igiene Ospedaliera e Ambientale del Dipartimento di Scienze della Salute (DISSAL) della professoressa Maria Luisa Cristina e di Chimica degli Alimenti del Dipartimento di Farmacia (DIFAR) della professoressa Raffaella Boggia, entrambi di UNIGE e quello di Chimica degli Alimenti, Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari della professoressa Patrizia Restani di UNIMI.

Per questo ringraziamo per il sostegno la Fondazione “Maria Vilma e Bianca Querci” racconta il dottor Paolo Fiore, consulente della Direzione Sanitaria – è quanto si legge a termine della nota stampa.

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