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Sulla Sanità in Appennino un confronto è necessario.

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Sulla Sanità in Appennino, un confronto è necessario. È stata infatti discussa, la scorsa settimana, in Aula un’interrogazione che il capogruppo di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi (foto) ha presentato alla Presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti e alla Giunta Regionale il 2 luglio 2021 per avere chiarimenti sulla situazione sanitaria in particolare nell’Appennino bolognese.

Interrogazione che segue a un’altra presentata il 7 settembre 2020 insieme alla richiesta di audizione, sul tema, dei Sindaci del territorio.

L’Appennino bolognese è un territorio molto eterogeneo, che costituisce praticamente circa un quarto dell’intera area metropolitana di Bologna.

La percentuale di over 65 cresce di un punto l’anno, quella di ultraottantenni di 2,5 punti l’anno. Ciò comporta un aumento progressivo della fragilità sanitaria nelle fasce più alte di rischio, pari a circa il 15% del totale degli anziani. Garantire i servizi per le famiglie vuol dire anche contrastare lo spopolamento del territorio.

L’emergenza COVID 19 non ha certamente aiutato, soprattutto le fasce più fragili. A seguito dell’epidemia diversi reparti ospedalieri non hanno ancora ripreso l’ordinaria attività mentre al contempo continua una forte riduzione dei posti letto ordinari e delle attività chirurgiche, ad eccezione delle emergenze.

Persistono lunghe liste di attesa per usufruire di visite ospedaliere. La popolazione è molto preoccupata del fatto che a Vergato il Pronto Soccorso non sia ancora attivo nelle ore notturne ma solo dalle 8 alle 20, quando un Ospedale che è Presidio Ospedaliero di un così rilevante e vasto territorio dell’Appennino dovrebbe essere fruibile H24.

Importante è anche ripristinare tutti i servizi di cura ambulatoriale e specialistica per le comunità dislocate nelle aree montane e disagiate, dove, data l’orografia del territorio, risulta particolarmente complessa la viabilità in casi di emergenza.

È necessario tutelare gli ambiti territoriali più fragili non trascurando comunque l’assistenza fornita dalle strutture private convenzionate come ad esempio la “Casa di cura Nobili” a Castiglione dei Pepoli.

Altrettanto importante il problema dei posti vacanti della medicina generale sul territorio, non favoriti da una politica della gestione dei corsi di formazione che osteggia la copertura dei posti da parte di giovani medici.

I territori più fragili e marginali, come la montagna, sono quelli che più subiscono la non copertura dei posti vacanti, notoriamente meno appetibili per i professionisti, e tale situazione si aggrava ancor di più quando sono costretti a ridurre i propri assistiti a soli 500 pazienti per poter frequentare il corso di formazione.

Nel Programma di mandato 2020-2025 la Giunta si è impegnata, nello specifico, a rafforzare e rendere capillare la medicina del territorio per dare risposte ai bisogni sanitari dei cittadini, sia a domicilio che nelle strutture più vicine, omogeneizzando il livello di assistenza sanitaria e riequilibrando la disponibilità dei servizi tra i grandi centri abitati e le aree periferiche e montane, allo scopo di superare le disparità e di garantire l’assistenza sanitaria di prossimità a tutte le persone e a tutte le comunità.

Da recenti notizie di stampa si apprende che finalmente l’impegno preso da Bonaccini di aprire i punti nascita chiusi inizia a prendere forma con il futuro punto nascita di Alto Reno Terme, per il quale lo studio di fattibilità e ora nelle mani del Governo e sarà trasmesso alle strutture tecniche del Ministero.

L’occasione fornita da questa emergenza deve diventare strumento per rivendicare anche a livello nazionale un ruolo attivo nelle scelte per l’utilizzo dei fondi comunitari concessi dalla Unione Europea, presentando in tempo utile dei progetti per garantire concretamente investimenti per valorizzare il nostro Appennino.

Il PNRR è l’occasione per ripensare e rafforzare la capacità di investimento del nostro servizio sanitario regionale, per cogliere appieno e nei tempi ristretti tutte le opportunità offerte dal recovery fund.

Lo stesso DSR è l’occasione per migliorare i servizi sanitari di prossimità e riorganizzare e adeguare il sistema regionale sanitario, per rispondere meglio ai mutati bisogni dei cittadini dando priorità alla medicina territoriale.

Reiterando la richiesta, già fatta lo scorso anno, di un’audizione dei Sindaci del territorio in merito alla situazione sanitaria dell’Appennino bolognese, il Consigliere Mastacchi pone alcune questioni:

la riapertura del Pronto Soccorso di Vergato H24 (quando?), il protocollo operativo per la riattivazione della funzione di assistenza al parto nel punto nascita di Porretta (è stato definito?), l’attivazione deii servizi delle “Case della Salute” nell’ intero Appennino bolognese così come promesso, tempi e modi della revisione delle prestazioni specialistiche in modo da garantirle anche nei territori dell’area collinare /montana dei distretti, visto che ad esempio i cittadini di Loiano e Monghidoro hanno consumato nel 2019 più del 65% delle prestazioni fuori dal distretto di San Lazzaro e ciò ha creato notevoli disagi dato anche il progressivo invecchiamento della popolazione residente.

Chiede inoltre e limitatamente all’area appenninica, quali sono i piani e i programmi che la Regione ha presentato al Governo per l’utilizzo dei fondi comunitari che sono stati concessi all’Italia e che rappresentano un’occasione da cogliere per investire e valorizzarla a pieno anche sotto questo importante aspetto e se non ritenga opportuno accelerare su questo tema avendo un’attenzione particolare per i servizi sanitari offerti nelle aree montane ampliando l’offerta delle prestazioni specialistiche ad esempio inserendo anche Fisiatria, Urologia, Cardiologia che ad oggi vengono consumate per lo più fuori dai distretti montani.

“Il Consigliere Mastacchi ha posto un ragionamento generale, che secondo me varrebbe la pena riprendere, e sono assoluamente disponibile a farlo, anche focalizzato sul tema montagna, a valle dell’individuazione degli interventi prioritari per il PNRR…… Tra gennaio e febbraio un focus sulle scelte per il potenziamento della medicina territoriale in particolare nelle zone di montagna o nelle zone più fragili, si possa fare e la mia disponibilità è piena e totale.” Così l’Assessore Donini in risposta ai quesiti.

Dopo aver ribadito la strategicità dell’Ospedale di Vergato ha comunicato che da questo mese è stata attivata la strumentazione per le analisi cliniche e contestualmente sono stati riattivati i posti letto in degenza ordinaria, lungodegenza, cure intermedie e riabilitazione. Eguale potenziamento è in atto, poi, sulle prestazioni ambulatoriali erogate soprattutto in ambito endocrinologico, diabetologico e pneumologico.

Sul punto nascita di Alto Reno Terme ha confermato che il progetto dettagliato è stato completato in ogni sua parte e che l’Ausl di Bologna il 18.6.2021 ha sottoposto il piano di analisi tecnica al Ministero. Manca solo il pronunciamento della commissione Ministeriale per ottenere la deroga e procedere alla riapertura vera e propria. Il progetto (da due milioni e mezzo di euro) c’è e non appena ci sarà la delega, si potrà partire con i lavori e la ricerca del personale.

Il riguardo per tutta la zona appenninica del bolognese viene confermato dall’apertura a breve della Casa della Salute di Vado/Monzuno e con un generale potenziamento delle prestazioni di specialistica in diversi settori.

“L’attenzione alla medicina di prossimità è la caratteristica che deve sempre più ispirare i nostri servizi sanitari.” Afferma Donini, che anticipa un progetto pilota di telemedicina di prossimità da realizzarsi previa disponibilità di fondi da verificare.

Il Consigliere Mastacchi ringrazia l’Assessore Donini per la disponibilità offerta di confronto con il territorio e rinnova la richiesta di audizione con i Sindaci. Sottolinea l’urgenza dell’apertura del Pronto Soccorso di Vergato H24 e chiede un occhio di riguardo per la Casa della Salute di Vado/Monzuno che attende da più di dieci anni di concretizzarsi.

Sottolinea anche la situazione dei medici di base, sul quale serve un occhio di particolare riguardo per l’acutizzarsi della problematica.

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