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Dal primo marzo 2021 l’Italia diventa sempre più arancione. Il Coronavirus avanza. Verso nuove chiusure.

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Emergenza Covid: Italia sempre più arancione. Basilicata e Molise in rosso. Le misure entreranno in vigore l’1 marzo.

Da lunedì la Lombardia passa in zona arancione. Lo si è appreso da fonti vicino alla Regione. Probabilmente avrà pesato che sono ancora in crescita i dati del contagio con il tasso di positività che sale dall’8.2% di ieri al 9.7% odierno.

Con 46.725 tamponi effettuati sono infatti 4.557 i nuovi positivi e aumentano sia i ricoverati in terapia intensiva (+9, 416 in totale) che negli altri reparti (+10, 4.034). I decessi sono 48 per un totale di 28.275 morti dall’inizio della pandemia. Nelle provincie, sempre alti i dati nella città metropolitana di Milano (1.145 di cui 457 a Milano città) e di Brescia (918) seguite da Monza e Brianza (505), Varese (365), Bergamo (358), Como (289), Pavia (220), Lecco (197), Mantova (180), Cremona (149), Sondrio (78) e Lodi (51). Lo riferisce l’Ansa.

“Mi ha appena chiamato il ministro della Salute, Roberto Speranza, per comunicare che da lunedì prossimo, 1 marzo, la Lombardia sarà in fascia arancione. Prendiamo atto della decisione, ma è arrivato il momento che i tecnici e gli scienziati studino e poi ci dicano in modo chiaro e definito come superare questo stillicidio settimanale attraverso regole stabili e sicure. Le informazioni scientifiche ormai ci sono”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

“Mi ha appena comunicato il ministro Speranza che da lunedì la nostra regione sarà in zona arancione. Mi dispiace moltissimo per le restrizioni che condizioneranno la nostra quotidianità e tutte le attività, ma mi preme raccomandarvi la massima attenzione”. Così il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli su fb. “Sapete quanto in altre occasioni mi sono battuto per chiedere di consentire lo svolgimento di attività personali ed economiche – aggiunge -, ma in questo momento abbiamo il dovere di fermare il prima possibile questa fase di recrudescenza del virus a tutela della salute e della sicurezza di tutti i marchigiani”.

“Ho richiesto di rendere tutta la regione Molise ‘Zona rossa’ da lunedì 1/o marzo. Il Governo ha accolto la mia istanza. È un momento delicato per il nostro territorio e chiedo al Governo, che gestisce la Sanità in Molise attraverso un Commissario nominato da Roma, di cambiare strategia e attivare tutte le misure necessarie. Da parte della Regione, per le residue competenze che ci rimangono, siamo a disposizione”. Così su Facebook il presidente della Regione Molise, Donato Toma, a margine di quanto deciso nelle ultime ore sull’istituzione in tutto il territorio regionale della fascia di rischio più alta.

Dal primo marzo la Basilicata sarà zona rossa. Lo ha reso noto il presidente della Regione, Vito Bardi, specificando che lo “ha stabilito il Ministero della Salute a fronte dell’aumento dell’indice di contagiosità Rt, passato in una settimana da 1,03 a 1,51”.

Da lunedì primo marzo la Liguria tornerà in zona gialla, escluse Ventimiglia, Sanremo e Comuni limitrofi che restano in zona arancione rafforzata. Lo conferma il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti stasera nel punto stampa sulla pandemia. “Poco fa ho sentito il ministro della Salute Roberto Speranza e come ci confermano i dati per la seconda settimana consecutiva la Liguria ha registrato parametri di rischio bassi e un indice Rt sotto uno” spiega. Nelle ultime due settimane la Liguria è stata arancione.

Diventano 8 i Comuni del Piemonte in zona rossa, da domani alle 18. Oltre alla conferma per Re, lo stesso provvedimento, in vigore fino al 5 marzo, riguarda altri 6 paesi della Valle Vigezzo, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola: Craveggia, Villette, Toceno, Malesco, Santa Maria Maggiore e Druogno. Zona rossa anche a Cavour (Torino), nel Pinerolese, al confine con la provincia di Cuneo, “a causa – spiega la Regione – di un sospetto focolaio da variante su cui sono in corso ulteriori approfondimenti”.

Sarà firmata domani una ordinanza regionale abruzzese che stabilisce la didattica a distanza al 100 per cento nelle scuole superiori. Il documento conferma lo status precedente e sarà in vigore da lunedì. A firmare la ordinanza sarà il presidente della giunta abruzzese, marco Marsilio, di fratelli d’Italia. “I casi aumentano e bisogna essere attenti e prudenti – spiega l’assessore abruzzese alla istruzione Pietro Quaresimale -. Abbiamo verificato i dati forniti dalle autorità scientifiche che dicono che la situazione è più grave a Pescara e Chieti, un po’ meno a L’Aquila e Teramo e quindi si va verso la conferma della dad al 100 per cento nelle scuole superiori”. Al momento elementari e medie frequenteranno in presenza.

Arriverà nei prossimi giorni un parere tecnico del Comitato Tecnico Scientifco sulla situazione epidemiologica nelle scuole, richiesta dai governatori alla luce della diffusione delle nuove varianti del Covid. Nei prossimi giorni quindi il Cts si esprimerà e darà un quadro sulla diffusione del Covid negli istituti.

L’Rt nazionale sfiora il valore soglia di 1, restando come la scorsa settimana a 0,99. La forbice va dallo 0,93 e 1,03. Il dato e’ stato valutato dalla cabina di regia che ha finito di elaborare il monitoraggio settimanale che sara’ presentato oggi in conferenza stampa sull’andamento della pandemia.

Si conferma per la quarta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio. Aumenta il numero di Regioni/PPAA classificate a rischio alto (da una a cinque: Abruzzo, Lombardia, Marche, Piemonte, Umbria) mentre diminuisce il numero di quelle classificate a rischio moderato o basso: a rilevarlo è la bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute.

Dieci Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di 1 di cui una (Basilicata) ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1,25 – rileva sempre la bozza del monitoraggio -, compatibile con uno scenario di tipo 3. Delle altre nove, cinque hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno.

L’età mediana dei casi di Covid diagnosticati è diminuita a 44 anni, evidenzia la bozza.

Si osserva una chiara accelerazione nell’aumento dell’incidenza a livello nazionale rispetto alla settimana precedente (145,16 per 100.000 abitanti (15/02/2021-21/02/2021) contro 135,46 per 100.000 abitanti (08/02/2021-14/02/2021). L’incidenza nazionale nella settimana di monitoraggio, quindi, si allontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Questi i dati relativi alla settimana 15-21 febbraio (aggiornati al 24 febbraio) contenuti nella bozza dell’ultimo monitoraggio Iss-ministero Salute.

Aumenta il numero delle regioni e delle province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva sopra la soglia critica: 8 contro le 5 della settimana precedente. In alcune regioni il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza “impongono comunque misure restrittive”. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua ad essere alto ma sotto la soglia critica (24%). Aumentano i ricoveri in terapia da 2.074 (16/02/2021) a 2.146 (23/02/2021), stabile l’area medica.

‘Alla luce dell’aumentata circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità e del chiaro trend in aumento dell’incidenza su tutto il territorio italiano, sono necessarie ulteriori urgenti misure di mitigazione sul territorio nazionale e puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione per evitare un rapido sovraccarico dei servizi sanitari’, sottolinea l’Iss nel monitoraggio ribadendo ‘di innalzare le misure di mitigazione per raggiungere una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità’.

“È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine”.

Boom dell’incidenza settinale dei casi Covid sulla popolazione nelle Province autonome di Trento e Bolzano – secondo i dati della bozza -, dove si supera la soglia di 250 casi per 100.000 abitanti. Il valore più elevato dell’incidenza settimanale è nella Provincia Autonoma di Bolzano con 539,01 casi per 100.000 abitanti, seguito dalla Provincia Autonoma di Trento con 309,12 per 100.000 abitanti. Quattro regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Molise e Umbria) hanno una incidenza maggiore di 200 casi per 100,000 abitanti.

Divieto di spostarsi dal territorio comunale, divieto di recarsi nelle abitazioni private altrui se non per esigenze assistenziali, attività chiuse con le eccezioni previste dal dpcm governativo. Sono le principali restrizioni alle quali dovranno sottostare da questo pomeriggio e per una settimana gli abitanti di La Maddalena. Il sindaco Fabio Lai ha firmato l’ordinanza che istituisce la zona rossa con possibilità di proroga per altri sette giorni. La necessità di procedere con il lockdown segue le comunicazioni con cui l’Ats ha notificato al sindaco la presenza in città di nuovi 33 positivi, 10 dei quali con la variante inglese.

Il territorio della provincia di Frosinone rischia la zona arancio per un aggravamento della situazione epidemiologica che potrebbe attestare l’ Rt sopra uno. Il provvedimento sarà preso nelle prossime ore dalla Regione Lazio che intanto si appresta a dichiarare il comune di Monte San Giovanni Campano zona rossa: qui si sono registrati 42 contagi nelle ultime 24 ore. In provincia di Frosinone esiste già una zona rossa nel comune di Torrice e si registrano la metà dei casi dei contagi e decessi delle province del Lazio.

Il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha firmato l’ordinanza preannunciata ieri che istituisce la cosiddetta zona ‘arancione scuro’ per tutti i comuni della Città Metropolitana di Bologna. A partire da domani, 27 febbraio, istituisce divieto di spostamento anche all’interno del proprio Comune, visite a amici e parenti compresi. Didattica a distanza al 100% da lunedì per scuole elementari, medie, superiori e università, in presenza solo asili nido e scuole materne. Stop alle attività ricreative e a quelle sportive. Nessuna limitazione ulteriore alle attività economiche che proseguono come previsto in zona arancione (scattata domenica 21 febbraio). Il provvedimento sarà operativo fino a domenica 14 marzo compresa.

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