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OSS licenziata. Si rifiutava di smaltire i rifiuti pericolosi. Lei: “toccava agli Infermieri”.

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La storia di una Operatrice Socio Sanitaria riapre la discussione sulla gestione dei rifiuti ospedalieri speciali. Lei si rifiutava di gestirli, l’azienda ha deciso di licenziarla. Per Marisa: “non tocca a noi smaltirli, lo devono fare gli Infermieri”.

Marisa Grossi ha 40 anni e fino a pochi giorni fa lavorava in una nota residenza per anziani in provincia di Rimini. Faceva l’Operatrice Socio Sanitaria ed era pure brava nel suo lavoro. Purtroppo è stata licenziata perché si rifiutava di smaltire e quindi gestire i rifiuti speciali. Per lei ne sono responsabili gli Infermieri, che rimandano le responsabilità tecniche all’OSS. Chi ha ragione?

“Sono stata licenziata per essermi rifiutata più volte di smaltire e gestire i rifiuti pericolosi – ci spiega la Grossi – più volte avevo protestato anche per iscritto per avere una opportuna formazione in materia. Non so, e non lo sanno nemmeno i miei colleghi, come si possono gestire i rifiuti ospedalieri speciali. Chiariamoci, parlo di residui di medicazioni cutanee, di taglienti, si materiale ad uso e consumo di pazienti infetti. L’azienda non può decidere dall’oggi al domani che tocca agli OSS smaltire e gestire questo materiale, deve prima formare gli Operatori a farlo. E poi secondo me tocca agli Infermieri. Voi che ne dite”.

I rifiuti ospedalieri sono tanti e di varia natura.
I rifiuti ospedalieri sono tanti e di varia natura.

Noi rispondiamo con un servizio fatto abbastanza bene e pubblicato dai colleghi di PianetaOSS.it. Il pezzo fa il punto sui rifiuti e li suddivide in 4 categorie essenziali:

  • rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo;
  • rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo;
  • rifiuti sanitari non pericolosi;
  • rifiuti sanitari che richiedono particolari sistemi di gestione.

Scopriamone di più leggendo il servizio qui in basso.

Rifiuti Ospedalieri: cosa dice la Legge?

La legge fondamentale sulla gestione dei rifiuti è il decreto legislativo n. 22 del 5/2/1997 “attuazione delle direttive 91/15/CEE sui rifiuti, direttiva 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e direttiva 94/62/CEE su imballaggi e rifiuti d’imballaggio.

Tale legge è conosciuta come Decreto Ronchi.  A essa si affianca il Decreto del Ministero dell’Ambiente n 219 del 26/6/2000 che disciplina nello specifico la gestione dei rifiuti provenienti da strutture sanitarie sia pubbliche che private.

La normativa prevede anche l’istituzione di corsi di formazione professionale per il personale in merito alla raccolta differenziata, approvvigionamento di farmaci, reagenti, ed alimenti, utilizzo di prodotti pericolosi, utilizzo di tecnologie di trattamento per i rifiuti sanitari.

Sono considerati rifiuti sanitari tutti i rifiuti provenienti da strutture pubbliche e private che svolgono attività di ricerca, di diagnosi e/o cura, riabilitazione, attività medica o veterinaria di prevenzione. In pratica le strutture che svolgono i servizi previsti dalle ASL.

Il decreto n. 219/2000 classifica i rifiuti sanitari in 4 tipologie:

  1. rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo;
  2. rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo;
  3. rifiuti sanitari non pericolosi;
  4. rifiuti sanitari che richiedono particolari sistemi di gestione.

Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo.

Si tratta di:

Contenitori di Rifiuti Sanitari Pericolosi a rischio infettivo in attesa di essere recuperati da aziende specializzate.
Contenitori di Rifiuti Sanitari Pericolosi a rischio infettivo in attesa di essere recuperati da aziende specializzate.
  • rifiuti che provengono da ambienti di isolamento infettivo con rischio trasmissione infezione e da ambienti dove hanno soggiornato persone con malattie infettive;
  • tutti i rifiuti che sono contaminati da sangue visibile, liquidi corporei provenienti da pazienti con malattie infettive trasmissibili attraverso secrezioni;
  • rifiuti contenenti liquido seminale, secrezioni vaginali, liquido cerebro-spinale, pleurico, sinoviale, amniotico, peritoneale, pericardio;
  • rifiuti da attività veterinaria contaminati da agenti patogeni.

Rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo.

Ovvero:

  • rifiuti provenienti da laboratorio analisi, radiologico (solventi, reagenti, oli, mercurio, amianto, lampade fluorescenti, batterie).

Rifiuti sanitari non pericolosi.

In pratica:

  • tutti i rifiuti assimilabili agli urbani (pasti non provenienti da reparti infettivi, vetro, carta, plastica, metalli, imballaggi, giardinaggio, gessi, assorbenti, pannolini e pannoloni;
  • rifiuti solo a rischio infettivo sottoposti a sterilizzazione e da smaltire in inceneritore o in discarica con apposita autorizzazione regionale.

Rifiuti sanitari che richiedono particolari sistemi di gestione.

Qui bisogna stare più attenti:

  • farmaci scaduti o inutilizzabili di qualsiasi tipo;
  • organi e parti anatomiche non riconoscibili;
  • animali e cavie da laboratorio;
  • stupefacenti.

L’OSS e la raccolta dei rifiuti: responsabilità.

La normativa vigente impone che i contenitori usati per la raccolta devono avere dei requisiti ben precisi e devono avere un’etichettatura. Questi devono essere resistenti, chiudibili, inalterabili nel tempo se usati per sostanze pericolose, con margine di riempimento se usati per liquidi.  Ogni contenitore deve avere una marcatura riguardante anno di costruzione, numero identificativo, autorizzazione e classe di pericolosità per la quale può essere usato.

L’OSS e l’etichettatura.

L’OSS deve accertarsi che su ogni contenitore vi sia apposta e ben visibile l’etichetta fissa con specificato:

  • tipo di rifiuto;
  • reparto di provenienza;
  • data di confezionamento/smaltimento.

I CONTENITORI PER RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI DEVONO AVERE UN’ETICHETTA CON LA LETTERA “R” SU SFONDO GIALLO E UN’ETICHETTA CHE INDICA LA CLASSE DI PERICOLOSITA’ (es. tossico, infettivo, ecc.)

L’OSS e la raccolta e lo stoccaggio dei rifiuti.

I contenitori per “rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo” devono avere:

  • sacco interno e contenitore rigido esterno (se presenti materiali pungenti o taglienti deve essere specificato sul contenitore esterno).

I contenitori per “i rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo” devono avere:

  • imboccatura larga per favorire il travaso;
  • materiale plastico non riutilizzabile;
  • chiusura ermetica.

I contenitori per rifiuti sanitari non pericolosi assimilabili agli urbani devono:

  • essere riutilizzabili;
  • di dimensioni adeguate alla quantità di rifiuti da smaltire.

I contenitori per i” rifiuti sanitari che richiedono particolari sistemi di gestione” devono:

  • essere rigidi e riutilizzabili;
  • essere restituiti dopo l’uso al Servizio di Farmacia.

L’operatore sanitario e i DPI nella gestione dei rifiuti.

Tra le precauzioni che deve adottare l’OSS nella gestione dei rifiuti c’è l’uso dei dispositivi di protezione durante le svolgimento delle varie fasi. queste disposizioni sono contemplate anche nel decreto legislativo 626/94 e successive modifiche e devono essere forniti dai datori di lavoro.

Anche i DPI vanno opportunamente smaltiti.
Anche i DPI vanno opportunamente smaltiti.

I  principali DPI da usati sono:

  • guanti (del materiale adeguato al tipo di rischio);
  • divisa e/o tuta;
  • occhiali o maschera protettiva;
  • scarpe antinfortunistica.

Questi DPI devono essere indossati dall’operatore durante la manipolazione di materiali pericolosi a rischio infettivo,  sia solidi che liquidi, nei locali di stoccaggio temporaneo di questi materiali.

Per maggiori approfondimenti:

DPI, Dispositivi di Protezione Individuale: cosa dice il D.Lgs. n. 81/08.

Linea guida operativa prevenzione infortuni da puntura d’ago e taglienti nelle attività sanitarie.

Trasporto e Stoccaggio.

Per il trasporto dei rifiuti  si possono carrelli appositi (resistenti, con fissaggio per i contenitori e chiusi).  I locali per raccolta e deposito temporaneo possono essere all’esterno ben individuabili da segnaletica e con accesso riservato agli operatori, oppure all’interno con controllo delle caratteristiche fisiche dell’aria.

In entrambi i casi, i locali devono essere illuminati, avere contenitori per raccolta differenziata, avere materiali di pulizia e assorbimento in caso di versamento accidentale di liquidi, avere docce di emergenza e segnaletica che ricordi l’uso dei DPI.

L’OSS e la modulistica per i rifiuti.

Tra gli adempimenti che le strutture sanitari devono rispettare e che l’operatore socio sanitario deve conoscere ci sono:

  • tenuta registro carico/scarico (data emissione, numero progressivo, luogo, quantità, trasportatore, ecc);
  • compilazione formulario rifiuti (dati produttore e destinatario, dati rifiuti e tipo di trasporto);
  • dichiarazione annuale sulle quantità di rifiuti prodotti.

In conclusione.

Lo smaltimento dei rifiuti è un atto tecnico che spetta al personale di supporto, ovviamente l’Infermiere è dovuto a rispettare le norme e le linee guida in materia. Si tratta in sostanza di un lavoro di equipe che prevede il rispetto dei ruoli reciproci.

Fonte e sitografia: PianetaOSS.it – AssoCareNews.it

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