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venerdì, Aprile 26, 2024
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Coronavirus. Melissa, OSS: “tra lavoro e scuola a distanza di mia figlia sto morendo, nessuno ci aiuta”.

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Emergenza Coronavirus. Melissa Grossi, Operatrice Socio Sanitaria e ragazza madre sclera: “tra lavoro e scuola a distanza di mia figlia sto morendo; mio marito fa l’Infermiere in reparto Covid-19, nessuno ci aiuta”.

Egr. Direttore di AssoCareNews.it,

mi chiamo Melissa Grossi e lavoro come Operatrice Socio Sanitaria in una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA). Da me ci sono stati due casi positivi di Covid-19 (tra i pazienti), ma poi nessun altro infetto. Siamo riusciti a frenare il contagio grazie anche all’aiuto degli Infermieri e del responsabile del Servizio Rischio Infettivo che ci ha messo il cuore e tutta la sua intelligenza per “blindare” la struttura e proteggere i suoi ospiti e i suoi operatori.

Sono una OSS precaria, lavoro in struttura pubblica comunale, ma sono dipendente di una Agenzia di lavoro interinale. Il mio contratto per fortuna è stato rinnovato fino al 31 dicembre 2020, ovvero alla data prevista per la riapertura della RSA ai parenti.

Da precaria non posso usufruire di tutti i permessi per i figli minori, non perché non me lo permette la Legge, ma perché essendo già pochi al lavoro (molti sono in quarantena volontaria a casa) non posso creare difficoltà all’azienda. A dire il vero ho paura a chiedere perché temo che mi licenzino.

Con mio marito stiamo facendo turni massacra, lui è Infermiere in reparto Covid-19, ma in ASL, e con lui ci vediamo solo a distanza e ci sentiamo per cellulare. Il nostro obiettivo è protegger nostra figlia, che ha 8 anni e che sta per ultimare la terza elementare. Lui è isolato nel garage, dove c’è un bagno e una doccia e anche una cucina da campo. La nostra scelta, però, ci sta destabilizzando sia come genitori, sia come coppia.

Non ci abbracciamo da 5 settimane, nessun contatto, nessuna carezza e questo ci sta stancando molto. Per non parlare dell’assenza totale di qualsivoglia attività sessuale, anche perché con questa emergenza i problemi sono altri.

Con lui cerchiamo di gestire la piccola in tutti i modi. Lui a distanza, io direttamente. Il problema sono i nostri orari di lavoro. Lui usufruisce di permessi per restare a casa con la piccola, ma per precauzione preferisce e preferiamo che la osservi a distanza attraverso una serie di telecamere che abbiamo fatto installare a casa.

La bimba dicevo frequenta la terza elementare e sta seguendo le lezioni a distanza. Quando ci sono io la mattina o il pomeriggio riesco tranquillamente a seguirla. Quando non ci sono lo fa il mio consorte, ma con tante difficoltà dovute alla non presenza fisica.

Credo che sia un problema comune a tutte le coppie in cui lavorano ambedue i genitori. Per fortuna che al lavoro ci fanno sistemare i turni in modo da non combaciarci. Anche per questo ci vediamo di rado, sempre meno. Le chiamate sono diventate più brevi, si parla solo di nostra figlia, non si discute di altro e mi manca tanto il suo dirmi “ti amo”.

Credo che alla fine di questa Pandemia avremo bisogno di aiuto come coppia, fino ad un mese fa eravamo molto affiatati.

Anche per questo sono avvilita e distrutta, dormo con mia figlia, ma in questo momento avrei bisogno della vicinanza e delle mani di mio marito. Mi manca il suo calore, mi manda il suo russare, mi mancano la sua buonanotte.

Grazie Direttore per lo spazio che vorrà fornirmi.

Melissa Grossi, Operatrice Socio Sanitaria

PS = Sono poco social e amo poco il web, per cui se deciderà di pubblicare questa mia lettera mi avvisi via e-mail. Un abbraccio e speriamo di uscirne presto. #Celafaremo!

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