Antonio ha 42 anni, faceva l’Infermiere a due giorni fa, ma ha deciso di licenziarsi e di tornare a studiare Medicina: “questa professione non è considerata, preferisco evolvermi”.
La storia di Antonio è quella di tanti colleghi delusi dalla Professione Infermieristica. Lavorava in Toscana presso una Residenza Sanitaria Assistenziale pubblica da ormai 10 anni e con contratto a tempo indeterminato. Due giorni fa ha deciso di licenziarsi e di tornare a studiare Medicina, il cui test di ingresso aveva superato già da 5 anni.
“Ero innamorato della Professione Infermieristica – ci spiega Antonio – ora non lo sono più e dopo il Coronavirus ancora meno. Alcuni anni fa avevo superato il test di Medicina e Chirurgia e sono iscritto in una nota Università italiana. Non sono fuori corso, ma per un anno avevo deciso di mettere in stand by lo studio e di dedicarmi solo a fare l’Infermiere. Poi il Covid-19, i contagi di massa nella mia RSA e il continuo scontro con la dirigente, una ex-OSS sindacalizzata che pretende di sapere più dei professionisti sanitari”.
E’ un fiume in piena il nostro interlocutore: “la non considerazione della nostra professione, l’imbarazzo dei Medici di struttura a gestire una Pandemia che negavano e negano tuttora, il mancato arrivo di incentivi economici come avvenuto per altre realtà assistenziali pubbliche, mi hanno fatto gettare la spugna. Torno a studiare Medicina e spero che da Medico di offrano più rispetto e considerazione, perché oggi di rispetto e considerazione da Infermiere non ne ho”.
Antonio, che ha 40 anni, ha messo qualche soldo da parte negli ultimi 10 anni e ora li vuole investire per dedicarsi esclusivamente allo studio e terminarli: “sarà un buon Medico, perché a mio avviso sono stato un buon Infermiere”.
La sua storia ci intristisce, perché è simile a quella di tanti colleghi che hanno abbandonato l’Infermieristica e si sono dedicati ad altro.
Speriamo solo in un suo ripensamento. Perché andar via spesso non è sempre la soluzione migliore.
Buona fortuna amico mio!