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giovedì, Marzo 28, 2024
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Guarda là c’è un Infermiere, crocifiggiamolo!

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Guarda là c’è un Infermiere, crocifiggiamolo, non è un eroe, non serve a nulla. #leAvventurediDedda.

Non sono un tipo polemico, preferisco farmi i c… miei, e non perché voglia campare fino a 100 anni sia chiaro, e lo so che le guerre quelle vere (come le stronzate da supremazia bianca, il fatto che donne e uomini non abbiamo ancora pari diritti nel 2020, o che se un uomo bacia un altro uomo partono roghi e fiaccolate che manco nella scena finale de “La bella e la bestia” o di “Pocahontas” all’urlo di “Barbari, barbari! Non sono come noi!”) sono altre ma oggi mi sono imbattuto in uno, due, tre, dieci, venti, trenta commenti sotto un video di YouTube.

Commenti da analfabeti, dove “o visto” senza h è l’ordine del giorno, dove “gomblotto!!!” è la key word di tutto il discorso, dove “congiuntivi e condizionali: questi sconosciuti”.

E non volevo scrivere, giuro, per due motivi:

  1. Come ho già detto non sono un tipo polemico.
  2. Perché qualora l’Universo facesse si che questa gente leggesse questo post, bhe, non penso che la comprensione del testo supererebbe il primo hashtag.

Ma poi, secondo la banca mondiale dell’Eurostat, non “Lercio.it”, ad oggi ci sono 60.36 milioni di persone in Italia.

60.36 milioni.

Di questi 60.36 milioni di poveri Cristi, circa 444.987 (dati presi anche qui, non da barbarellacarmelitasmackcolcuore, ma dal rapporto annuale dell’Ocse in materia di salute, marzo 2019) sono infermieri.

È un numerone vero?

Vogliamo metterlo in lettere? Mettiamocelo, dai, e sapete cosa? Leggiamolo ad alta voce, una, due, tre volte, facciamoci rotolare sulla lingua questo numero così lungo da scrivere e da dire, assaporiamo le rotondità delle “q”, la morbidezza delle “o”, i picchi delle “t” che compongono questa parola. Siete pronti? Via.

Quattrocentoquarantaquattromilanovecentottantasette.

Tanti vero? Così tanti che è difficile quasi immaginarselo questo esercito di “camici bianchi”.

Vabbeh, facciamo che cerco di rendervi le cose più semplici, soprattutto se voi come me, non masticate la matematica.

In soldoni l’ocse ci sta dicendo che se raduniamo in una stanza 1000 persone 5.5 di loro (facciamo 6 per arrotondare?) sono infermieri.

È più chiaro così? 6 persone su 1000.

Non è tantisismo, lo so, la matematica per (s)fortuna non è un opinione, e sei infermieri più sei infermieri più sei infermieri più sei infermieri alla fine sapete quanto fa? 444.987.

Che poi, sono gli stessi 444.987 infermieri degli arcobaleni di qualche mese fa, del #celafaremo, del #andraTuttoBene, degli #eroiInCorsia, dei #grazieEroi .

Ce li avete presente?

Che poi, sono gli stessi 444.987 infermieri che hanno assistito malati (magari voi, un famigliare, un amico di famiglia, un amico e basta) durante la Pandemia Covid19.

Anzi 444.944, perché 43 di loro sono deceduti a causa del virus.

Quatttocentoquarantaquattromilanovecentoottantasette. 1 di questi sono io. E sono incazzato nero. Ma nero nero nero.

Non tanto che ne so, per il 17enne che ieri sera ubriaco marcio dopo una festa con gli amici ci bestemmiava e sputava in faccia mentre la mamma gli diceva “amore dai non urlare”.

O per la Regina che un anno fa mi ha preso e spezzato gli occhiali, scusandosi e spergiurando che me li avrebbe comprati “non questa plasticaccia di Nau, te li compro di Chanel!”.

Non sono neanche incazzato per gli epiteti coloriti indirizzati a me e ai miei colleghi, usciti dalle bocche dei parenti innervositi dall’attesa: frocio, puttana, dovresti soffrire tu così bastardo, vorrei che ci fosse tua madre su quella barella.

Neanche per quella volta che mi hanno letteralmente strappato la divisa di dosso, lasciandomi a petto nudo (e imbarazzantissimo) davanti a tutto il triage.

Sono incazzato per la gente comune, quella che la Lucarelli chiamerebbe “leoni da tastiera”, quella che come sottolinea sempre la mia amica “condivide con me la stessa aria”, quella che non avrebbe diritto di voto, figuriamoci di parola.

Quella che si prende due, tre, quattro minuti, per scrivere (aprite il link e leggetevi alcuni commenti che ho trovato sul web) sbrodolate di parole ed insultare chi fino a ieri veniva elogiato ed osannato.

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Sono incazzato perché purtroppo l’ etica e la morale (e porca merda, pure la legge) mi impediscono di superarvi con un passetto a lato, o di voltarmi dall’altra parte, qualora vi trovassi riversi a terra, o ancora di non soccorrervi.

Sono incazzato nero nero nero nero, perche a conti fatti noi infermieri per voi cittadini ci saremo sempre e comunque.

Anche quando non lo meritereste affatto.

Ieri #eroiInCorsia oggi, passatemi il francesismo, #eroiDiSto

Davide Trubini, Infermiere

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