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Nicola, Infermiere Rianimazione COVID-19: “ho paura di tornare a casa contagiare genitori e nonni”.

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Nicola, 26 anni, Infermiere Rianimazione COVID-19: “ho paura di tornare a casa contagiare genitori e nonni”.

E’ una delle storie commuoventi che abbiamo mai raccontato su AssoCareNews.it. E’ la storia di Nicola, Infermiere di 26 anni che lavora in una nota Terapia Intensiva in un noto ospedale della Lombardia. La sua unità operativa si è trasformata in pochi giorni in Rianimazione COVID-19. Lui lavora su tre turni, come fa la stragrande maggioranza dei colleghi. Ci ha spiegato che ha paura, paura di tornare a casa e fare del male ai suoi cari, infettandoli.

Da settimane non vede i nonni per lo stesso motivo. Eppure la sua era una famiglia molto unita, a pranzo o a cena si mangiava tutti assieme. Ora non è più possibile, vive rinchiuso nella sua cameretta. Si spoglia in garage, si lava in un bagno sperato dalla casa, non ha più la vita di prima. Lavora e torna a casa, da casa va al lavoro, è spesso accigliato, nervoso, propenso al pianto.

“Non ce la faccio più, è un mese che oramai ho cessato di vivere e mi occupo, questo è il colmo, di salvare la vita ai miei pazienti in Rianimazione – ci spiega Nicola – è sempre più difficile, sembra di vivere in un film. Per sei ore chiusi in una tuta, senza mangiare, senza mingere, senza bere. Cerco di fare il mio meglio, cerco di stare attento ai particolare e a non fare il minimo errore. Torno a casa e vado subito in camera. Mi mancano gli abbracci dei miei genitori e di mia sorella, mi manca il sorriso di mia nonna e le strippate di mio nonno. Mi manca il mio cane, mi manca la vita che facevo, mi mancano i miei ami, mi manca litigare con i colleghi, mi manca mandare a fanc… il mio caposala. Mi manca andare al bar, mi manca andare in bici, mi manca andare a correre e giocare a calcetto”.

Nicola a questo punto è scoppiato a piangere, si vede che non ce la fa più, si vede che ha bisogno urgente di un supporto psicologico. A lui un abbraccio forte e l’invito a resistere, prima o poi usciremo da questa crisi profonda e torneremo a vivere, a passeggiare, a fare l’amore, a cantare, ad ubriacarci, a cenare fuori casa, ad andare al cinema e a rimettere in moto la nostra esistenza.

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