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Finto Infermiere: ‘Curerei prima nonno milanese che bambino napoletano!’

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La dichiarazione di un Infermiere crea polemiche sul web: sarà vera?

Il Movimento Neoborbonico ha inviato al presidente uscente della Regione Lombardia Roberto Maroni, al nuovo presidente Attilio Fontana e all’Assessorato alla Sanità, una richiesta per avviare un’inchiesta in merito ad un tale Alessio Federico autore di un post su facebook che in poche ore è diventato virale. Sull’argomento è intervenuto l’Ordine degli Infermieri minacciando richieste si risarcimento danni in tribunale.

Federico (si tratto di un nome reale o di un nome finto?) si dichiara “infermiere” e risulterebbe effettivamente “tirocinante” qualche anno fa presso la Clinica San Siro di Milano. Il post in questione è un post di stampo razzista e anche inquietante per chi esercita la professione di operatore sanitario: “Io dico solo da infermiere che tra un nonno milanese di 100 anni e un bambino napoletano di 6 io rianimerò sempre il nonno milanese in caso di arresto cardiaco”. Nel profilo in questione diversi i riferimenti alla Lega, al “Grande Nord” e al gruppo “Napoli fa schifo” oltre ad altre affermazioni come “i parassiti da Roma in giù” o “le liste preferenziali per i lombardi”.
 

Si è richiesto, quindi, alle autorità lombarde di accertare se effettivamente il Federico svolge attività in qualche struttura della regione e di valutare se non ci siano gli estremi per un’inchiesta finalizzata ad accertare l’idoneità dei titoli acquisiti dal Federico. L’episodio dimostra ancora una volta che il razzismo antimeridionale è ancora diffuso e radicato al Nord e che, al di là delle dichiarazioni elettoralistiche, i consensi riferibili al mondo della Lega, non sono distanti da quel razzismo. Di qui la necessità di un intervento anche urgente da parte delle istituzioni lombarde.

Da una ricerca effettuata da www.assocarenews.it il soggetto che ha rilasciato questa dichiarazione non è iscritto all’Ordine degli Infermieri, a meno che non abbia inserito sui social un nome finto. Magari si tratta di un fake-name creato apposta per non farsi identificare. E se tutta la notizia fosse una bufala?

Sull’argomento si registra l’intervento duro di Barbara Mangiacavalli, presidente degli Infermieri Italiani (Fnopi), che annuncia querele e richieste di risarcimento per i danni d’immagine arrecati. Lo fa attraverso una nota inviata poco fa a tutti gli organi di informazione.

In merito alle affermazioni apparse sui social del signor Alessio Federico, disdicevoli nei contenuti (“Tra un nonno milanese di 100 anni e un bambino napoletano di sei, io rianimerò sempre il nonno milanese”) e contrarie al Codice Deontologico degli infermieri così come a qualunque espressione di buon senso e ai principi della nostra professione, questa Federazione che rappresenta gli Ordini a cui sono iscritti gli oltre 440mila infermieri operanti in Italia, precisa che il signor Federico non è un infermiere, non essendo iscritto all’albo e non operando quindi come tale in nessun ambito. Si tratta quindi di un abuso di titolo del quale eventualmente il colpevole risponderà a questa Federazione sia per aver millantato una qualifica professionale non posseduta, sia per il danno che la professione ha conseguito dalle affermazioni da lui esternate. In questo senso si chiede la collaborazione dei media che avessero eventualmente diffuso la notizia con la rettifica a norma dell’articolo 42 della legge 416/1981 – semmai dovessero aver attribuito a questo individuo la qualifica di infermiere da lui millantata – del contenuto degli articoli pubblicati o con una precisazione in caso contrario per ristabilire la correttezza di ruoli. E’ evidente il danno di immagine per la professione infermieristica, apprezzata e ben conosciuta non certo in questa forma dalle persone. Gli infermieri garantiscono dignità, diritti e salute a tutti, tutti i giorni, in tutti i contesti.

Ieri noi di AssoCareNews.it sollevavamo il dubbio su questa notizia e su questo personaggio: di fatto non è un Infermiere e se esiste davvero è additabile di millantato credito e perché no di abuso di professione.

Fonte: Vesuvioonline – AssoCareNews.it

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