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Il giornalista Bolognetti (già in sciopero della fame) annuncia altra azione di disobbedienza civile.

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Ecco la lettera inviata al Ministro Lamorgese e tutt’ora senza risposta.

Maurizio Bolognetti, giornalista, corrispondente di Radio Radicale, è in sciopero della fame dalle ore 23.59 del 14 Aprile per chiedere verità su questi 15 mesi di emergenza sanitaria, che, afferma, “si è fatta sempre più emergenza democratica”. Ora Bolognetti annuncia che il 30 Aprile intende dar corpo anche ad un’altra forma di azione e lotta nonviolenta: la disobbedienza civile. Nelle scorse ore, il giornalista ha spiegato le sue ragioni in una lettera aperta al Ministro Lamorgese e per conoscenza al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Ministro della Sanità Speranza, oltre che alla Questura e ai Carabinieri. Lettera che proponiamo integralmente. Lo sciopero della fame del militante dei diritti umani prosegue ad oltranza.

Signor Ministro,

a poco è servito, a quanto pare, il richiamo del Garante per la tutela dei dati personali che, riferendosi ai cosiddetti “certificati verdi”, ha affermato che il provvedimento del Governo per ciò che concerne i profili di competenza dell’Autorità “non rappresenta una valida base giuridica per l’introduzione e l’utilizzo dei certificati verdi a livello nazionale”.

A poco è servito provare a far riflettere su quanto ha affermato il 6 aprile l’OMS: “Noi dell’OMS stiamo dicendo in questa fase che non vorremmo vedere il passaporto per le vaccinazioni come requisito per l’ingresso o l’uscita perché non siamo certi che il vaccino prevenga la trasmissione”.

A poco è servito segnalarvi ripetutamente una risoluzione del Consiglio d’Europa del gennaio scorso nella quale si legge: “I certificati di vaccinazione devono essere utilizzati solo per monitorare l’efficacia, i potenziali effetti collaterali e negativi dei vaccini […] Utilizzarli come passaporti sarebbe contrario alla scienza in assenza di dati sulla loro reale efficacia nel ridurre la contagiosità, la durata dell’immunità acquisita”.

Avete aperto il vaso di Pandora, signor Ministro. Lo avete aperto varando un provvedimento che non ha adeguate pezze d’appoggio dal punto di vista scientifico e che è palesemente discriminatorio, insensato e, me lo lasci dire, ricattatorio: un ricatto di Stato. Un provvedimento che crea “muri”, “ghetti”, “dogane”, cittadini di serie A e cittadini di serie B. Tutto questo avviene mentre il Ministero della Sanità, incomprensibilmente, si oppone a un’ordinanza del Tar Lazio e si continua, imperterriti, con la “vigile attesa”, che temo non abbia esattamente aiutato, anzi. Tutto questo avviene mentre stiamo per giungere a 18 mesi di gestione emergenziale costellata da provvedimenti incostituzionali.

Tutto questo avviene mentre si reitera un attentato nei confronti dei diritti politici del cittadino (art. 294 c.p.) ed è vietato porsi domande su vaccini autorizzati a condizioni da un’agenzia guidata da una stimabilissima persona che proviene dai ranghi dell’industria farmaceutica.

Tutto questo avviene mentre troppo frettolosamente sono state liquidate terapie utilizzate da medici che hanno operato in scienza e coscienza. Tutto questo avviene mentre per alcune categorie di professionisti il consenso informato è stato trasformato in consenso obbligato e migliaia di lavoratori sono sottoposti al ricatto “o il vaccino autorizzato a condizioni o il lavoro”.

Tutto questo avviene mentre viviamo in un paese in cui da anni il Servizio Sanitario Nazionale finisce gambe all’aria ogni volta che c’è un picco influenzale. Le citerò una frase, signor Ministro, e le chiedo di dirmi quando è stata scritta e da chi: “la carenza di PL in questi giorni di picco influenzale accentua ancora di più la gravità della situazione per la sospensione degli interventi chirurgici programmati e per riservare di necessità i posti letto ai ricoveri urgenti. Con tutti i disservizi e le disfunzioni legate ai ricoveri in aree specialistiche inappropriate”.

La sopra citata frase risale al 15 febbraio 2019 ed è stata scritta da medici dell’Anaoo Assomed in un articolo intitolato “Sempre meno letti negli ospedali. Sia per acuti che per lungodegenza. E il sistema è in sofferenza”. Sì, avete aperto il vaso di Pandora e così oggi e ieri abbiamo letto del “corona-pass” introdotto a Bolzano anche per entrare in bar e ristoranti. Non è difficile ipotizzare che a breve altri potrebbero introdurlo anche per accedere alle spiagge e per tutto il resto. A quando la “Stella gialla”?

Signor Ministro, per il rispetto che devo all’Istituzione che lei rappresenta, con la presente le comunico che, venerdì 30 aprile alle ore 15.00, uscirò dal mio domicilio più o meno coatto di Latronico (PZ) per dirigermi alla volta della vicina Calabria. Da zona arancione a zona arancione. Lo farò senza disporre di nessun “corona-pass”. Disobbedienza civile, signor Ministro. La richiesta è semplice: ritirate un provvedimento discriminatorio e ricattatorio, prima che altri seguano l’esempio di Bolzano. Non escludo di replicare con cadenza settimanale l’azione nonviolenta e sarà mia cura tenerla costantemente informata.

Maurizio Bolognetti

(in sciopero della fame dalle ore 23.59 del 14 aprile per chiedere verità su quanto accaduto in 15 mesi di emergenza sanitaria fattasi emergenza democratica)

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