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Il bilancio della “ULSS 6 Euganea” dopo un anno di pandemia: lavoratori stremati e pazienti disorientati.

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La CISL FP: dopo un anno non si può più parlare di emergenza, è necessario rivedere i modelli organizzativi per garantire ai territori la continuità dei servizi!

L’emergenza sanitaria COVID-19 gestita negli Ospedali dell’ULSS 6 Euganea è stata impressionante ma alla fine ha dimostrato quanto i cittadini Padovani debbano essere orgogliosi e grati ai lavoratori della sanità che hanno garantito il superamento di questa fase emergenziale in maniera egregia. Sono impressionanti i numeri dei pazienti curati negli Ospedali dell’Ulss 6 Euganea dal 21 febbraio 2020, oltre 4500 di cui 3099 dimessi e 1412 deceduti ad aprile 2021.

Impressionante è anche, purtroppo, il numero di posti letto riconvertiti a COVID in tutta l’Ulss 6 Euganea, oltre 450 tra area di degenza ordinaria COVID, di Terapia SUB-Intensiva e Terapia Intensiva.


Oggi si parla di riaperture e di riportare i posti letto ai livelli pre COVID, ricordiamo però che la Sanità è uscita stremata da questo anno di pandemia. I professionisti sanitari sono logorati sia sotto il profilo fisico che psicologico, moltissimi lavoratori soffrono di stati d’ansia, stress, born-out e depressione. È positivo il dato che ha visto oltre 3000 dimessi, ma gli operatori sanitari hanno visto morire per covid migliaia di persone.
“I lavoratori della sanità – afferma Fabio Turato; Dirigente CISL FP – sono quelli che hanno visto mancare le persone senza il conforto dei loro cari e che hanno sperimentato in questo la propria impotenza di fronte alla morte, sono quelli che hanno dato conforto ai pazienti isolati e ai loro familiari, sono quelli che a fine turno si portavano a casa le gioie e i dolori e lo sconforto delle giornate di duro lavoro, quelli che dovevano gestire i figli piccoli nonostante la pandemia e i servizi scolastici chiusi perché non potevano mancare al lavoro.
Proprio per questo sono i primi che vorrebbero ripartire, i primi che vorrebbero riaprire totalmente i servizi nei nostri ospedali”. Dati elaborati dalla CISL FP Padova Rovigo

In ULSS 6 Euganea nel corso del 2020 si sono contati circa 770 operatori positivi al Covid.


Molti di coloro che hanno contrato il virus scontano ancora a distanza di tempo conseguenze psicologiche e danni cronici sulla funzionalità polmonare. Non sono mancate le attestazioni di stima e nemmeno occasioni di ostracismo nei confronti degli operatori sanitari percepiti a momenti alterni come eroi e come untori. Abbiamo sempre rifiutato come offensiva la retorica dell’eroe perché siamo consapevoli che il nostro mestiere è fatto di professionalità, competenze e responsabilità. È con questi strumenti che abbiamo salvato il paese.

“La lotta a questo maledetto virus ha provato profondamente una intera generazione di professionisti sanitari e la politica tutta deve avere a cuore il bene di tutti questi operatori ricordandosi che hanno il diritto ad un giusto e dovuto recupero psico-fisico perchè è impensabile far finta che nulla sia successo e che da domani si riparta a 100 all’ora” – afferma Piovan Alessandro Dirigente CISL FP. Lo si deve, non solo per rispetto di tutti gli operatori sanitari, ma anche per garantire una assistenza di qualità ai cittadini e, soprattutto in sanità, la fretta non è mai la strada corretta.

“Questo modello sanitario – afferma Fabio Turato Dirigente CISL FP- da una parte ha dato prova di professionalità, competenza e grande flessibilità organizzativa dall’altra ha messo in evidenza le grandi fragilità che da sempre la CISL FP ha denunciato:

• La carenza di professionisti sanitari che ha scontato una annosa mancata programmazione;
• La mancata valorizzazione e revisione delle competenze dei profili sanitari;
• La chiusura di posti letto di degenza e di terapia intensiva negli ospedali; Dati elaborati dalla CISL FP Padova Rovigo
• La mancata riorganizzazione della medicina territoriale di prossimità attraverso il potenziamento degli organici ADI, delle prestazioni e la rete dei servizi;
• La valorizzazione dei dipartimenti e dei professionisti della prevenzione;
• Il sottostimato finanziamento delle indennità.

I professionisti della salute non sono nelle condizioni di potersi rilassare. A fronte della diminuzione dei ricoveri ospedalieri covid, i cittadini ci chiedono:

• La riapertura dei ricoveri ordinari;
• La programmazione e il recupero delle prestazioni sanitarie;
• Una campagna vaccinale spinta;
• Il rilancio dell’Assistenza Domiciliare;
• Il mantenimento e il potenziamento della sorveglianza sanitaria nei confronti della popolazione;
• Le attività di prevenzione e sorveglianza nei confronti delle attività commerciali e sociali.

“Ma oggi chiediamo rispetto per questi lavoratori, – afferma Piovan Alessandro Dirigente CISL FP – la sanità padovana è allo stremo, non c’è un settore che non sconti carenza di personale, mancano Medici, Infermieri, operatori socio sanitari, Tecnici Sanitari e financo personale Amministrativo”.

È necessario assicurare ai lavoratori il dovuto recupero psicofisico, la possibilità di staccare la spina, di dedicarsi ai propri cari, non si può pensare di spremerli fino al midollo e poi esigere qualità e disponibilità.” “Sbagliato ubriacarsi di un miope ottimismo. -sottolinea Piovan Alessandro- è certamente fondamentale oggi riaprire i Reparti ed i Servizi visto che la Pandemia sta arretrando e ridare i servizi sanitari ai cittadini, i primi a richiedere le riaperture e il ritorno alla normalità sono proprio i lavoratori, che però esigono da tutto il mondo politico concretezza e cominciare a progettare l’organizzazione già oggi per il prossimo autunno per evitare di trovarci impreparati di fronte a una nuova ondata e dover affrontare le medesime emergenze, e dopo quasi due anni sarebbe molto difficile spiegarlo ai lavoratori e alla cittadinanza”.

Nel 2021 non dobbiamo rivedere un film già visto nel 2020 quando abbiamo sofferto 11.000 ricoveri ordinari in meno rispetto all’anno 2019 con una perdita di 748 posti letto negli ospedali, sarebbe interessante comprendere dove le migliaia di pazienti NON COVID; si siano spostati per accedere alle cure in quest’anno o se brutalmente ci hanno rinunciato.


“L’emergenza pandemica – rilancia Flavio FRASSON Segretario aziendale – ci ha ricordato l’importanza della prevenzione e la sicurezza nei posti di lavoro. A tutti i livelli, formazione e protocolli igienico-sanitari per arginare i contagi e controlli per garantire la sicurezza nei posti di lavoro. È fondamentale investire nei dipartimenti di prevenzione, dobbiamo smetterla di pensare che la sicurezza rappresenti un costo per le aziende. Gli incidenti, e haimè le morti, sul lavoro sono frutto di negligenza, mancata prevenzione e assenza di controlli”. Secondo la CISL FP, per evitare di privare i cittadini di assistenza chiudendo interi ospedali e costringerli a lunghi pellegrinaggi per poter farsi curare o per accedere a prestazioni dobbiamo agire sull’organizzazione, sugli organici e sui fondi.

• Adeguare gli organici ai reali fabbisogni: oggi sono a rischio la quantità e la qualità di prestazioni per gli ospedali e per il territorio;
• Identificare e strutturare all’interno dei presidi ospedalieri zone separate dove gestire i pazienti covid positivi con ingressi separati e percorsi sporco-pulito per evitare la chiusura totale degli ospedali.
• Potenziare i servizi territoriali mettendo in rete tutti i servizi sanitari di prossimità e consultori a sostegno delle famiglie, della disabilità (Assistenza domiciliare, attività ambulatoriali, servizi psichiatrici, consultori familiari);
• Potenziare i Dipartimenti di prevenzione (hanno rappresentato un’arma fondamentale di contrasto alla pandemia e una garanzia per una ripartenza sicura nei posti di lavoro);
• Adeguare i fondi per riconoscere le funzioni e le indennità di rischio a cui sono sottoposti i lavoratori, oggi i lavoratori dell’ULSS EUGANEA non solo sono i meno pagati di tutte le ULSS del Veneto ma anche devono pagarsi con i propri fondi contrattuali le indennità COVID ovviamente non previste negli anni precedenti, questa disparità di trattamento non è sopportabile. Non è accettabile che i lavoratori dell’Ulss, oltre a vivere in una patologica carenza di personale, debbano anche patire una ingiustificata discriminazione di condizioni retributive;
• La valorizzazione delle competenze attraverso una formazione continua.

Il futuro del nostro tessuto sociale passa attraverso la tenuta e il rilancio del nostro servizio sanitario, se così non sarà, vorrà dire che questa tragedia non ci ha insegnato niente e saremo condannati a un veloce declino.

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