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“Giustizia sommaria contro i prof no Pass”. Docenti e sindacati in rivolta.

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All’indomani della decisione del governo le sigle di categoria protestano: “Non un centesimo speso per assunzioni ed eliminazione classi pollaio”.

di Federica OLIVO (HuffPost.it)

Non piace ai sindacati di categoria e agli insegnanti la decisione del governo Draghi di imporre il green pass per il personale scolastico. Si sentono traditi e denigrati, dopo che molti di loro hanno fatto già il vaccino, senza bisogno di imposizioni. Lamentano soprattutto la sospensione dello stipendio dopo cinque giorni d’assenza e il fatto che l’obbligo di certificazione verde sia in sostanza l’unica iniziativa presa sul fronte scuola. Chiedono che per una ripartenza in sicurezza dopo quasi due anni in cui la didattica a distanza è stata all’ordine del giorno si mettano in campo anche altri provvedimenti, come lo stop alle classi pollaio o investimenti sul trasporto pubblico locale. Senza, il green pass obbligatorio, viene visto come una misura meramente punitiva.

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, intanto, secondo quanto si apprende ha incontrato questa mattina in videoconferenza i rappresentanti dei sindacati della scuola e dei dirigenti scolastici per fare il punto sulle linee guida per il rientro in classe. Questa sera ci sarà una nuova riunione con i tecnici del ministero. Sindacati e dirigenti hanno avuto una prima bozza delle linee guida, ma secondo quanto viene riferito, hanno richiesto delle modifiche.

Ma qual è il punto di vista dei sindacati? “Sul green pass per il personale scolastico il Governo si è mosso in termini discutibili e per alcuni aspetti inaccettabili. Non tanto per la scelta in sé, quanto per le ricadute che ne discendono sulle condizioni di lavoro del personale, su cui il confronto con le parti sociali è assolutamente doveroso e irrinunciabile. Le misure previste per chi non ha il green pass rispondono a una logica che definirei di giustizia sommaria, francamente inaccettabile. L’impressione è che stia prevalendo un’esigenza che definirei più di immagine che di sostanza”, dice Maddalena Gissi, segretario Cisl Scuola che chiede un ripensamento.

“Manca – aggiunge – a questa decisione il supporto di dati attendibili – che stiamo chiedendo da tempo – sulla percentuale di personale vaccinato, mentre è del tutto evidente che sarà la popolazione scolastica, più che il personale in servizio, l’ambito privilegiato per la circolazione di eventuali contagi”.

Dall’Anief urlano al tradimento: “Se il Governo continua a ignorare il patto per la scuola, siamo pronti a non sottoscrivere il protocollo sulla sicurezza e a ricorrere contro inutili e ingiuste sanzioni verso il personale per norme che vanno contro l’evidenza dei dati scientifici e quando raccomandato dal Consiglio d’Europa”, dice il vertice Marcello Pacifico. “Come ci ricordiamo un po’ tutti il decreto sostegni bis si è occupato di scuola ma senza concordare quelle proposte che erano state avanzate nel patto per la scuola e che potevano essere presentate in sede di conversione in base alle soluzioni trovate nei tavoli tematici attivati. Sul precariato serve la reintroduzione del doppio canale di reclutamento esteso alla prima e seconda fascia delle GPS senza limitazioni. Ieri poi si è per la seconda volta assistito in pochi mesi all’approvazione di un provvedimento senza alcuna concertazione o informativa, segno di mancanza di rispetto verso il sindacato stesso quale parte sociale, un provvedimento vessatorio, illogico, insensato e in contrasto persino con i dati scientifici”.

Sulla stessa linea d’onda Usb scuola: “Dopo un lungo periodo caratterizzato da demagogia, mistificazioni e interventi inesistenti, il governo sembra aver trovato una soluzione brillante per garantire la ripartenza della scuola in sicurezza e la continuità dell’attività didattica in presenza: imporre ai lavoratori della scuola una sorta di lasciapassare per poter accedere ai propri luoghi di lavoro. Usb scuola esprime tutta la propria contrarietà al nuovo decreto sul green pass”. E’ quanto si legge in una nota del sindacato.

“Innanzitutto – spiega – occorre ricordare come il personale scolastico risulti ad oggi la categoria con la maggiore percentuale di vaccinati. Secondo le stime ministeriali, l′86% (ma il dato, come dichiarato dallo stesso ministro Bianchi in conferenza stampa, potrebbe raggiungere il 90%) dei lavoratori della scuola si è già sottoposto alla somministrazione del vaccino. Dal primo di settembre ripartirà l’attività didattica e si presenteranno quegli stessi problemi che hanno costretto studenti e docenti alla didattica a distanza, perché nulla è stato fatto in questi mesi da questo governo per ripartire veramente in sicurezza”.

“Non un centesimo – sottolinea l’Usb – è stato investito per eliminare le classi pollaio, per assumere docenti e personale ata, per riammodernare edifici fatiscenti e avviare la costruzione di nuove scuole. Le classi continueranno a contenere un numero elevato di studentesse e studenti che, probabilmente non vaccinati, potranno continuare a essere ammassati nelle aule dopo aver percorso chilometri in mezzi pubblici strapieni: per il trasporto pubblico locale, infatti, non è richiesto alcun green pass”. E ancora: “Riteniamo che la decisione del governo sia l’ennesima forma di denigrazione nei confronti di lavoratori che hanno sin da subito dimostrato un forte senso civico ed etico- denuncia l’usb- e una chiara volontà di tornare a esercitare la propria professione in presenza, anche dopo la querelle Astrazeneca che ha di fatto determinato una situazione di scompiglio e incertezza”.

A poco più di un mese dal ritorno in aula, il caos resta.

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