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Gimbe: dopo 13 settimane cala il numero di nuovi contagi.

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Fondazione GIMBE. Monitoraggio coronavirus: lieve flessione nuovi casi (-3,7%) e TI (-1,4%). Ricoveri +3% e decessi +11,2%. Crollo nuovi vaccinati: -35,6% 5-11 anni e -25,6% over50. Numerose proposte Regioni sono inaccettabili.

In 7 giorni i nuovi casi passano da 1,24 a 1,19 milioni.

Crolla il numero delle prime dosi: 355.309 nuovi vaccinati rispetto ai 514.324 della settimana precedente (-30,9%).

Dopo 13 settimane consecutive di aumento dei contagi da Covid-19, l’ultima settimana ha visto un’inversione della curva dei nuovi casi, che sono stati 1.197.970 rispetto ai 1.243.789 dei 7 giorni precedenti, con una flessione del 3,7%.

Lo rileva il monitoraggio della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 19-25 gennaio.

La situazione aggiornata in Italia e nel mondo

Una riduzione percentuale dei nuovi contagi si registra in 9 regioni, e si va dal -1,4 dell’Abruzzo al -35,8% della Calabria.

In 12 Regioni si registra invece un incremento, che va dallo 0,7% dell’Umbria al 38,1% delle Marche.

Per quanto riguarda le strutture ospedaliere, aumentano del 3% i ricoveri in area medica (20.037 rispetto a 19.448), mentre diminuiscono dell’1,4% quelli in terapia intensiva (1.691 rispetto a 1.715).

Ma a crescere sono anche i decessi: sono stati 2.519 rispetto ai 2.266 della settimana precedente, con +11,2%.

Nell’ultima settimana si registra un crollo del 30,9% dei nuovi vaccinati: sono stati 355.309 rispetto ai 514.324 della settimana precedente.

Di questi il 43,9% è rappresentato da bambini tra 5 e 11 anni, in netta flessione rispetto alla settimana precedente (155.997 nuovi vaccinati in questa fascia, pari a -35,6%).

Nonostante l’introduzione dell’obbligo vaccinale, i nuovi vaccinati over 50 scendono a 96.957, pari a -25,6% rispetto alla settimana precedente.

Dopo l’impennata delle settimane passate, negli ultimi sette giorni cala del 4,5% il numero dei tamponi totali effettuati in Italia, passati da 7.672.378 della settimana precedente a 7.327.579 dell’ultima settimana.

La diminuzione riguarda sia i tamponi rapidi (-67.898, pari a -1,2%) che quelli molecolari (-276.901, pari a -13,9%). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività ai molecolari torna però a salire (dal 21,3% al 22,9%), mentre rimane stabile (dal 14,4% al 14,3%) quello dei rapidi.

Assistiamo, spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, a “un’iniziale discesa della curva nazionale condizionata da situazioni regionali molto eterogenee, da trend differenti per le varie fasce di età oltre che da una riduzione del numero di tamponi, sia antigenici che molecolari: in particolare per questi ultimi il tasso di positività è in lieve risalita”.

Resta alta la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – dove i posti letto occupati da pazienti Covid in area medica aumentano, seppure più lentamente (+3% rispetto alla settimana precedente), mentre si registra una lieve flessione in terapia intensiva (-1,4% rispetto alla settimana precedente)”.

Sono in aumento del 5%, tra il 19 e il 25 gennaio, anche i casi attualmente positivi (2.689.262 rispetto a 2.562.156 della settimana precedente), le persone in isolamento domiciliare (2.667.534 rispetto a 2.540.993).

Gimbe, superare sistema a colori e tracciamento

Secondo un’analisi della Fondazione rispetto alle proposte avanzate dalle regioni al governo per facilitare la convivenza con il virus, va bene il superamento del sistema dei colori anche perché “le Regioni possono aumentare il numero di posti letto COVID-19 per evitare zone dai ‘colori più intensi’ ma determinando mancata assistenza a pazienti con altre patologie”.

Sì anche alla sospensione del contact tracing, considerando che con l’incidenza elevata causata da Omicron “non è sostenibile né aiuta a rallentare la crescita dei casi”.

No invece alla classificazione dei ricoveri Covid e alla revisione di misure sulla sorveglianza sanitaria dei positivi.

Rispetto alla revisione della classificazione dei ricoveri Covid, spiega Cartabellotta, è corretto che, come oggi accade, tutti i pazienti ricoverati, anche per altre patologie, se positivi, vengano conteggiati come ricoverati per le conseguenze da Covid per due motivi.

“In primis perché Covid è una malattia che colpisce numerosi organi e apparati e definire lo status di asintomaticità è molto complesso, specialmente nei pazienti anziani con patologie multiple; in secondo luogo la positività può peggiorare la prognosi di pazienti ricoverati per

altre motivazioni”.
Inoltre, “la gestione di tutti i pazienti positivi, indipendentemente dalla presenza di sintomi Covid-19, richiede procedure e spazi dedicati, oltre alla sanificazione degli ambienti”.

Non accettabili, prosegue, “sono le proposte di rivedere misure sulla sorveglianza sanitaria, suddividendo fra i casi positivi asintomatici e quelli con sintomatologia, mentre l’elemento discriminante oggi dovrebbe essere rappresentato esclusivamente dallo status vaccinale”.

Così come non va l’ipotesi di ridurre i giorni di isolamento dei lavoratori dei servizi essenziali, dopo 3 giorni dalla comparsa dei sintomi, senza accertarne la negatività con tampone.

No anche alla sospensione della didattica in presenza a scuola solo per i soggetti sintomatici, perché “l’elemento discriminante ai fini della quarantena in caso di tampone negativo dovrebbe essere rappresentato dallo status vaccinale e non dalla presenza/assenza di sintomi”.

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