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La memoria rende liberi. Un volume di Liliana Segre. Da una intervista Enrico Mentana.

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Ecco “La memoria rende liberi”, uno dei capolavori di Liliana Segre. Da una intervista del giornalista e scrittore Enrico Mentana. Edito per i tipi di Rizzoli nel 2015.

Continua l’appuntamento con la rubrica “Book – Libri & letture” diretta dall’infermiere Giovanni Maria Scupola. Oggi presentiamo uno dei capolavori letterari del giornalista e scrittore Enrico Mentana.

“Non è mai troppo tardi per leggere libri come quello di Liliana Segre – (Aldo Cazzullo)”.

La trama.

“Un conto è guardare e un conto è vedere, e io per troppi anni ho guardato senza voler vedere”.

Liliana ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia.

Discriminata come alunna di razza ebraica, viene espulsa da scuola ed a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa invisibile agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi ed a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei ed al suo papà i cancelli di Auschwitz.

Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato né di ascoltarla.

Dopo trent’anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa.

“Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essere ebrea”.

Lo consiglio perché…

Enrico Mentana raccoglie le memorie di una testimone d’eccezione in un libro duro e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, il rapporto con l’adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata grazie all’amore del marito Alfredo ed ai tre figli.
Un racconto emozionante su uno dei periodi più tragici del secolo scorso che invita a non chiudere gli occhi davanti agli orrori di ieri e di oggi, perché “la chiave per comprendere le ragioni del male è l’indifferenza: quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrorre”.
Libro scritto molto bene, in modo chiaro e scorrevole e, in considerazione dell’argomento che viene trattato, è strano ma gradevole trovarsi davanti ad un linguaggio così moderno.

Giovanni Maria Scupola – LaAV Lecce

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