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Covid, cosa succederà a metà febbraio.

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Covid, cosa potrà accadere a metà febbraio con i contagi.

La variante Omicron ormai fa un po’ meno paura, al punto tale da far cambiare strategia per combattere il Covid-19 a tante Nazioni.

In Italia i casi sembrano essersi assestati e la curva dei nuovi positivi potrebbe iniziare adesso la discesa. Le previsioni per metà febbraio sembrano essere ottime.

Covid, cosa potrà accadere a metà febbraio

Il 29 gennaio 2022, saranno due anni di pandemia in Italia e possiamo affermare con certezza che tra lockdown rigidi, fasce di colore e vaccinazioni a tappeto, ci troviamo in una situazione decisamente migliore.

Abbiamo imparato a conoscere il nostro nemico anche se resta ancora molto potente.

La fine della pandemia a febbraio? Non si può ancora affermare con certezza, sebbene molti già lo pensano.

Sicuramente a metà febbraio, con il 90% degli over 12 vaccinati con terza dose si potrà iniziare a parlare di fase endemica anche in Italia.

Un passaggio molto importante che potrebbe essere l’inizio per un ritorno alla normalità.

Questo è quanto ha dichiarato l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato al quotidiano Il Messaggero.

Covid, si spera in una dose di richiamo all’anno

Non si può dare certamente torto all’assessore D’Amato, che ha anche evidenziato che rispetto al 2020, anche gli ospedali, nonostante la pressione, hanno ripreso ad operare in altri settori, non dedicandosi esclusivamente al Covid-19.

L’Italia è sempre stata più cauta rispetto al resto dell’Europa e, vuole esserlo fino in fondo, per non vanificare gli sforzi fatti in questi due anni.

L’OMS ha annunciato che la variante Omicron potrebbe segnare la fine della pandemia.

L’arma contro questa variante potrebbe essere disponibile già a marzo. Sia Pfizer che Moderna avevano dichiarato a dicembre che sarebbero state in grado di produrre un vaccino ad hoc per la variante Omicron.

L’obiettivo, come afferma D’Amato, sarebbe magari quelli di arrivare a trattare il Covid-19 come un’influenza e, fare una dose di richiamo solo una volta all’anno.

Covid, la proposta del Lazio per i positivi asintomatici

La regione Lazio vuole fare un passo avanti per quanto riguarda l’isolamento degli asintomatici vaccinati con teza dose.

D’Amato ha dichiarato, sempre al quotidiano Il Messaggero, che i positivi asintomatici, dopo cinque giorni dovrebbero essere “liberi, senza fare il tampone di verifica”.

D’Amato prosegue affermando che: “Come Regione abbiamo avanzato una richiesta specifica al governo sul modello degli Stati Uniti”.

Tutto questo agevolerebbe l’Asl, creando anche meno pressione sul sistema burocratico dei tamponi che, di per sé, presenta già abbastanza difficoltà.

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