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Brusaferro: «Via le mascherine ma se i contagi risalgono saremo costretti a rimetterle».

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Silvio Brusaferro, è presidente dell’Istituto superiore di sanità e anche segretario del Cts, venerdì scorso ha partecipato al cinquantottesimo monitoraggio sull’andamento della pandemia da parte della Cabina di regia.

Chi è vaccinato con una sola dose e incontro la variante Delta, quanto rischia?
“I dati inglesi mostrano che la vaccinazione con una dose protegge meno rispetto al ciclo completo”.

Queste persone possono sviluppare una malattia violenta?
“Sappiamo che la vaccinazione, anche con una dose, può già essere efficace nel ridurre le forme cliniche gravi. Ma solo il ciclo completo garantisce una maggior sicurezza”.

Il vaccinato che contrae l’infezione è contagioso?
“Se la prende, noi dobbiamo assumere che possa trasmetterla. Quindi chi contrae l’infezione deve considerarsi come una persona che può contagiarne altre”.

La seconda dose è quindi più protettiva contro la variante?
“Sì, e raggiunge il livello migliore di protezione a una settimana dalla somministrazione”.

Con la vaccinazione non avremo un autunno come quello dell’anno scorso?
“Dobbiamo arrivare ad alte coperture rapidamente proprio per controllare la circolazione anche nella stagione autunnale”.

Qual è la situazione dell’epidemia in Italia, è giusto togliere le mascherine?
“I sistemi di monitoraggio guardano incidenza, trasmissibilità e cioè l’Rt e circolazione delle varianti. I primi due soprattutto sono indicatori di come si muove l’epidemia. Il report di venerdì scorso ci ha detto che per ora la situazione permette di toglierle. Abbiamo solo 11 casi per 100mila abitanti in 7 giorni a livello nazionale”.

L’allentamento sulle mascherine è destinato a restare?
“Il monitoraggio ci consente di capire come evolve la situazione e semmai intervenire, anche reintroducendo misure”.

Si metterà la mascherina nelle scuole a settembre?
“L’importante è riprendere la scuola in presenza. Le modalità si vedranno in base al quadro epidemiologico. Il punto di partenza è che il distanziamento è importante. La mascherina dipenderà dalla circolazione”.

Cosa rende temibile la variante?
“La sua maggiore trasmissibilità, che ne facilita la diffusione soprattutto laddove ci sono fasce di popolazione non immunizzate; anche da noi sta provocando focolai. Per queste caratteristiche i modelli europei dicono che diventerà dominante durante l’estate”.

Ma da noi i casi totali stanno scendendo.
“Decrescono in assoluto ma quelli sostenuti dalla variante Delta stanno salendo”.

Se è ineluttabile l’arrivo della variante, perché si pone tanta attenzione al sequenziamento?
“Per conoscere l’andamento delle varianti già note ma anche per intercettarne di nuove. Il virus muta continuamente per sua natura ed è importante individuare tra tutte le mutazioni quelle che destano preoccupazione per la loro potenzialità di trasmettersi più efficacemente o di evadere parzialmente l’immunità. Per questo è importare disporre di una mappa delle varianti”.

Quindi in futuro ci troveremo di certo di fronte ad altre varianti?
“È verosimile e dobbiamo essere preparati per censirle e per quelle più pericolose a controllarne la diffusione. Per questo si adottano più strumenti tra cui gli studi prevalenza periodici”.

I controlli però vengono fatti con una frequenza un po’ bassa. Perché?
“Stiamo controllando quotidianamente la circolazione del virus grazie alla rete nazionale che include oltre 60 laboratori in tutte le Regioni tra cui alcuni ad alta capacità di sequenziamento. Abbiamo controlli di due tipi, uno routinario i cui risultati vengono riportati su bollettini quindicinali come quello pubblicato ieri. Poi ci sono le “flash surveys” che ci danno un quadro istantaneo della situazione dell’intero Paese, e che vengono fatte periodicamente. Si tratta di strumenti che debbono poi adattarsi anche in base al numero dei casi che si verificano quotidianamente”.

La zona rossa è uno strumento che potrebbe ancora essere utilizzato?
“Siamo ancora in situazione pandemica pur con dati positivi: dobbiamo però sempre avere nella nostra cassetta degli attrezzi gli strumenti utili per ogni situazione. Se c’è un focolaio in aree localizzate, le autorità sanitarie locali e Regioni adottano gli strumenti più opportuni”.

Il numero quotidiano di tamponi sta diminuendo?
“È chiaro che con un numero di casi decrescente i tamponi sono più contenuti. Abbiamo censito 2.156 test a settimana per 100mila abitanti. Un dato buono è che tra questi la positività è allo 0,5%. L’importante è mantenere questi numeri. Continuare a tamponare è importante, anche i sospetti perché questo permette di tracciare i positivi e i loro contatti”.

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