Medicina nell’antico egitto
Risalire all’origine della medicina egiziana è molto difficile e incerto. L’ipotesi più accreditata è quella che si rifà alla leggenda indigena: Imothep, vissuto ai tempi della III dinastia, fu il primo medico ma le fonti a nostra disposizione ci confermano questa tesi solo a partire dal Nuovo Regno e poi nel periodo tolemaico.
Non dobbiamo però dimenticarci che in questo contesto esiste una labile differenza fra medicina, magia e religione. I primi medici erano sacerdoti, chiamati “puri”, specializzati in cure terapeutiche ed assumevano un ruolo di intermediazione tra il malato e la divinità. Successivamente questo ruolo assunse un carattere più “scientifico”.
Pare che l’insegnamento medico si tramandasse di padre in figlio e la formazione avveniva nella Casa della Vita, un ambiente annesso al tempio. Nell’Antico Egitto i medici erano gerarchicamente considerati al pari dei capi militari e dei sacerdoti.
All’interno del palazzo reale, i medici di corte, avevano l’incarico di curare la salute dei re, delle consorti, delle concubine e dei figli reali. Erano strutturati secondo questa distinzione:
- Decano dei medici del re;
- Ispettore dei medici del re;
- Capo dei medici del re;
- Medici del re.
C’era poi una branca di medici chiamati medici maghi o medici sacerdoti, assimilabili solo per alcune funzioni ai nostri veterinari, che avevano il compito di controllare la salute degli animali destinati ai sacrifici o all’alimentazione ed erano responsabili del processo di mummificazione.
Grazie ad alcuni testi pervenuti fino ai giorni nostri conosciamo alcune specializzazioni dei medici del tempo:
- Zwnw irty ovvero medico degli occhi, l’odierno oftalmologo;
- Zwnw ht ovvero medico del ventre, l’odierno ginecologo;
- Zwnw phwt ovvero medico dell’ano, specializzato in rimedi per via rettale;
- Zwnw ibh ovvero medico dei denti, l’odierno dentista.
Il corpo medico era coadiuvato da ausiliari incaricati delle fasciature e delle medicazioni in cui è naturale vedere corrispondenza con i nostri infermieri. La professione medica era aperta anche alle donne e ne abbiamo testimonianza nella V dinastia.