Nel 2013 viene scoperta da Doudna e Charpentier una tecnica, CRISPR-Cas9, in grado di “tagliare e ricucire” il DNA.
La scoperta del DNA è attribuita a Watson e Crick nel 1953, dopo sessant’anni due donne arrivano alla scoperta di una “forbice molecolare” in grado di: attivare, disattivare, sostituire geni del DNA. Queste due donne portano il nome di Jennifer Anne Doudna ed Emmanuelle Charpentier, due genetiste in grado di rivoluzionare la storia della scienza.
Le due scienziate si incontrano quattro anni prima della loro scoperta del CRISPR-Cas9. Una scoperta tutta al femminile; infatti Jennifer Anne Doudna (americana classe 1964, studiosa di biochimica del RNA) e Emmanuelle Charpentier (francese classe 1968, biologa specializzata nello studio dei batteri) sono le due donne che nell’anno 2013 compiono una scoperta scientificamente ed eticamente rilevante.
Il “taglia e cuci”, CRISPR-Cas9, è una tecnica in grado di modificare con precisione e facilità la composizione dell’acido desossiribonucleico DNA. Questa chirurgia molecolare permette di sostituire, attivare o disattivare frammenti della catena DNA. A tutti gli effetti si tratta di una manipolazione genetica, per tale motivo la scoperta ha avuto influenze anche a livello etico.
Alla base di questa metodica vi è la manipolazione cellulare, che di fatto è utilizzata anche nel campo delle cellule staminali. Tale metodo può essere utilizzato a livello vegetale e animale. La manipolazione del DNA umano è un argomento controverso, che riscontra vari ostacoli soprattutto da parte di alcune religioni. La riscrittura del codice genetico è potenzialmente prolifera e al tempo stesso dannosa se non opportunamente utilizzata. La bioetica si interessa di queste e altre questioni riguardanti il soggetto umano, ricercandone il bene.