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Gravidanza: storia del test, dagli antichi Egizi ai giorni nostri.

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Test di Gravidanza. La storia del test, dagli antichi Egizi ai giorni nostri. Cosa è cambiato?

Circondata da un alone di esoterismo e caratterizzata da pratiche al limite della stregoneria, la storia dei test di gravidanza affonda le sue origini nella storia antica.

Fra i testi medici rinvenuti, i più antichi e degni di nota sono il Papiro Ginecologico di Kahun e il Papiro di Berlino risalenti al 1800 b.C. In essi sono presenti delle indicazioni di diagnostica. Un primo metodo suggerito era quello di spalmare braccia, spalle e capezzoli della donna con del grasso fresco prima di andare a letto. Dopo una notte di sonno era sufficiente controllare se la pelle fosse secca o umida o se avesse assunto una tonalità tendente al verdognolo: infatti, alcuni casi di iperpigmentazione, sono effettivamente attribuili alla produzione di ormoni tipici della gravidanza. Si poteva usare anche del succo di un’anguria mischiato con del latte materno: se la donna, bevendolo fosse andata incontro a episodi di vomito avrebbe avutola conferma della gravidanza. Ma il metodo egizio più celebre era quello di innaffiare di urina dei semi di grano e dei semi di farro: se era il grano a crescere allora si trattava di un maschio, se cresceva il farro allora era una femmina. L’urina delle donne incinte favorisce effettivamente la crescita dei cereali, mentre non ci sono riscontri di natura clinica per quanto riguarda la determinazione del sesso del nascituro.

Al tempo di Ippocrate era usuale l’osservazione dei postumi dopo aver bevuto dell’idromele: in caso di colica si poteva diagnosticare l’avvenuto concepimento. Tra l’altro nel Corpus Hippocraticum viene descritta la procedura per determinare la sterilità di una donna: bruciando essenze profumate sotto le sue vesti, se il profumo poteva essere percepito in uscita dalla bocca e dalle narici allora la donna era definita fertile.

Sul fronte dell’Antica Roma, Plinio c è testimone che Livia, moglie di Nerone, volendo scoprire oò sesso del suo nascituro prese un uovo e lo covò nel suo seno. Quando l’uovo si schiuse ne uscì un pulcino che si rivelò poi un gallo, e fu così che nacque Tiberio.

Per tutto il Medioevo si diffuse la pratica nota come uroscopia o uromanzia, di spiccato stampo esoterico. Venivano osservati gli effetti causati dalla reazione tra l’urina e altri liquidi (in genere alcol e vino): una dissoluzione, una stratificazione o altri fenomeni fisici davano adito a responsi diversi. Inoltre venivano prese in considerazione anche la temperatura, il dato olfattivo, il colore e la densità dell’urina della donna. Altri invece avevano uso di immergere un ago di ferro nell’urina esaminata e verificare se questo diventava nero o rosso. Fu presto gettato discredito sull’uroscopia, la quale venne ridimensionata in favore di una maggior attenzione alle più obiettive osservazioni cliniche: i vari test sul sesso e sulla gravidanza vennero rifiutati dalla medicina ufficiale.

Solo verso la fine del 1800 la diagnostica pre-natale si orientò su metodi scientifici. Solo nel 1905 Ernest Starling e William Bayliss scoprirono la secretina e introdussero il concetto di ormone. Questa scoperta importantissima aprì un nuovo universo sulla biochimica umana.

Nel 1926, due scienziati tedeschi, Selmar Aschheim e Bernhard Zondek, scoprirono gli ormoni gonadotropi, ma il primo vero metodo scientifico per la diagnosi precoce della gravidanza fu reso noto solo nel 1928 e comportava l’utilizzo di roditori (prima topine, poi conigliette) e ranocchie. Questo test però si rivelò presto scarsamente affidabile.

Con la scoperta delle tecniche del dosaggio radioimmunologico del 1959, in cui si sfruttano anticorpi specifici per determinare la presenza dell’antigene hCG semplicemente mescolandoli in vitro. Anche l’affidabilità di questo test era compromessa dalle affinità biochimiche degli ormoni LH e hCG, la quale causava falsi positivi.

Fu la scoperta degli anticorpi monoclonali negli anni ’70 a sancire l’inizio di una nuova era.

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