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Professioni Sanitarie: ecco Forum Federsanità, Infermieri in prima fila

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Professioni Sanitarie: ecco Forum Federsanità, Infermieri in prima fila.

Nasce il Forum delle Professioni Sanitarie di Federsanità Anci. Lo annuncia in una nota la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI). L’obiettivo dichiarato è quello di creare una rete rappresentata dai dirigenti di tutte i Professionisti della Salute che contribuisca alla programmazione strategica e operativa per affrontare le nuove sfide di una società e di una sanità in continua mutazione. 

Il presupposto per questa scelta, ratificata dall’Esecutivo di Federsanità il 4 maggio, è che cronicità, disabilità, pluripatologie, fragilità sociali e nuove tecnologie, impongono un mutamento delle risposte date ai bisogni dei cittadini e per questo il riconoscimento del ruolo delle professioni sanitarie in tale contesto, diviene una sfida per il Servizio Sanitario Nazionale e Regionale.

Il Forum delle professioni sanitarie, che la Presidente, Tiziana Frittelli, aveva già annunciato al primo Congresso della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, è lo strumento per vincere questa sfida.

Grazie a un modello in cui gli infermieri dovranno fornire assistenza sicura e basata sulle prove di efficacia, i cui principi cardine sono: assistenza e cure “centrate” sull’individuo; promozione della salute; prevenzione della malattia.

“Nel nostro Paese  – spiega Lucia Mitello, Coordinatore del Forum – il problema dell’invecchiamento della popolazione e la crescita dei problemi di salute legati alla cronicità, sono argomenti che possono essere affrontati solamente in maniera sistemica e con tutti gli stakeholder: lo Stato, le Regioni, gli Enti Locali, le Aziende Sanitarie, le Associazioni, i professionisti. Con il carico di disuguaglianze rispetto agli accessi ai servizi sociosanitari e le notevoli criticità che caratterizzano la nostra società, quali la disabilità e la non autosufficienza, il fenomeno è maggiormente rilevante”.

Gli italiani, con un trend superiore agli altri paesi europei, sono progressivamente più vecchi e la speranza di vita nei prossimi 40 anni è destinata ad aumentare. La popolazione anziana (>65) rappresenta il 22% del totale (13,4 milioni) con un indice di dipendenza strutturale in crescita al 55,5%, di cui quello di dipendenza degli anziani rappresenta il 34,2%.

Una situazione che si inserisce in un quadro europeo di costante invecchiamento della popolazione e di crescita dell’indice di dipendenza (OECD, 2016). La popolazione non autosufficiente è pari a 3.167.000 unità (il 5,5% della popolazione), di cui oltre 2,5 milioni sono persone anziane con differenti limitazioni funzionali (mobilità, autonomia, comunicazione, etc.)

Per rispondere a tutto questo, a livello internazionale le varie componenti professionali hanno proposto vari modelli di sviluppo dell’assistenza e del prendersi cura degli individui. Un esempio è rappresentato dal modello “Framework di policy Health 2020” sviluppato nell’ambito della European Strategic Direction for Strengthening Nursing and Midwifery Towards Health 2020 goals, che individua 4 aree prioritarie di sviluppo per andare incontro al miglioramento della salute e del benessere della popolazione, riducendo le iniquità socio-sanitarie.

I beneficiari del nuovo modello non sono solo gli individui e le comunità, ma anche i sistemi sanitari e le professioni coinvolte del Servizio Sanitario Nazionale che, ad oggi, contano 629 mila unità. Il 70,7% è rappresentato dal ruolo sanitario, il 17,3%, dal ruolo tecnico, l’11,7% dal ruolo amministrativo e il restante 0,3% dal ruolo professionale.

Gli infermieri, costituiscono il 53,7% del totale del ruolo sanitario, i medici il 26,8% mentre il 19,5% è rappresentato da altre figure professionali sanitarie.

“In questo scenario – continua Mitello – così complesso ed articolato, appare evidente come sia necessario passare da un sistema burocratico organizzato in settori d’interesse, poco dialoganti tra loro, quali per esempio l’area per le acuzie e l’area territoriale, l’area della salute mentale e sociale con l’area di medicina generale”.

 “E’ quindi peculiare – aggiunge – mettere al centro non più il malato ma l’individuo, il suo ruolo, il suo vissuto, la sua narrazione di salute, per incidere sul self-care, sulla cura informale da parte di caregivers, sulla medicina generale nelle differenti intensità di cura, e sulla medicina specialistica ultra specialistica o di iniziativa. In tale quadro i dirigenti delle professioni sanitarie organizzati in rete, in ragione delle esperienze maturate in anni di lavoro all’interno delle organizzazioni sanitarie e della formazione fino al livello magistrale, costituiscono uno dei cingoli del cambiamento”.

Gli obiettivi strategici di una nuova rete di professionisti, all’interno di un’associazione come Federsanità ANCI dovranno essere quelli di focalizzare l’attenzione sugli individui, le famiglie e le comunità; rafforzare la posizione (empowerment) delle professioni sanitarie nelle attività sanitarie; contribuire con azioni sistematiche e in sinergia con tutte le componenti dirigenziali, ad erogare assistenza sicura, di alta qualità, nei diversi setting assistenziali, assicurando la continuità delle cure; garantire equità nell’allocazione delle risorse per ridurre gli sprechi; sviluppare le aree di competenza professionale attraverso la formazione anche ai fini di avere ambienti di lavoro efficienti e produttivi, con misurazione delle performances, della qualità assistenziale e degli esiti delle cure.

Il Forum si propone di promuovere l’adozione ed implementazione delle esperienze e buone pratiche dell’area socio-sanitaria italiane e internazionali per soddisfare i bisogni di salute della popolazione, ovvero tradurre gli obiettivi di salute internazionali, europei e nazionali in azioni di livello operativo nelle aziende ospedaliere, in quelle sanitarie, nei distretti e nei territori con gli ambiti sociali.

I temi che il Forum si propone di affrontare riguarderanno il monitoraggio di fenomeni di interesse professionale inerenti soprattutto la programmazione, gestione e valutazione dei processi organizzativi e di gestione delle organizzazioni sanitarie, scambio di informazioni, esperienze e buone pratiche organizzative, attraverso il confronto su specifiche tematiche di interesse manageriale. Tutto per  progettare, sperimentare e verificare modelli organizzativi innovativi; promuovere rapporti collaborativi e di scambio tra tutte le strutture sanitarie nazionali; promuovere gruppi di ricerca nazionali e regionali, su tematiche specifiche, in partnership con le società scientifiche professionali.

 Inoltre il Forum si propone di offrire attività di consulenza agli organi regionali, promuovere e tutelare la professionalità e stabilità delle Direzioni delle Professioni Sanitarie aziendali; promuovere iniziative di studio, ricerca e formazione sui temi della tutela della salute del cittadino e del governo della sanità; favorire, in particolare, le migliori buone pratiche organizzative e di gestione dei processi assistenziali, sostenere e promuovere la gestione dell’assistenza socio-sanitaria in ambito territoriale e domiciliare.

“Nei vari contesti di cura – spiega Mitello –  dovranno essere valorizzate le professioni sanitarie attraverso, per esempio, l’istituzione dei case manager, degli infermieri di famiglia e degli infermieri con competenze avanzate e specialistiche soprattutto per la gestione delle cronicità e delle comorbilità (see and treat, wound care, stomie, cure palliative, promozione/prevenzione/famiglia)”.

E il nuovo Forum si integrerà con gli altri promossi nell’ambito di Federsanità Anci:

  1. il Forum dei Direttori Sanitari;
  2. quello  dei Direttori Amministrativi;
  3. il Forum dei Comunicatori delle Aziende associate;
  4. lo storico Forum dei Direttori Generali.

“Maggiore sarà l’integrazione dei professionisti dei vari Forum – conclude Mitello – e più possibilità avrà la sanità del Paese di sperimentare idee innovative che rendano migliore e sostenibile il Ssn”.

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