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Primo Maggio: una festa vuota per i Professionisti Sanitari?

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Professionisti Sanitari e lavoro: rispetto e dignità spesso assenti!

La Festa dei Lavoratori è un momento di riconoscimento nazionale ai meriti, ai diritti, alla dignità del lavoro e di tutti quelli che lavorano. Noi Professionisti Sanitari siamo davvero sicuri di viverla questa dignità, questo riconoscimento, questo rispetto? Il Primo Maggio è davvero una festa piena di significato?

Non vuol essere, questa, una disamina tuttologica da salotto intellettuale, bensì tutt’altro una considerazione tra amici, colleghi, con vino nel bicchiere, camice sbottonate e sedia inclinata all’indietro. Per chi gradisce è concesso mettere le mani dietro la testa ed i piedi sul tavolo.

E’ vero, non tutti abbiamo ancora potuto osservare i grandi cambiamenti derivanti dal DDL Lorenzin che speriamo possa scuotere un pò un ambiente chiuso e saturo, dove poche sono le idee che circolano e l’aria è pesante, stantia.

In questa atmosfera stopposa e impastata ogni giorno prendiamo servizio, ognuno secondo la propria professione.  

Nelle Aziende Pubbliche siamo sempre meno e sempre più “anziani” di età, ce lo dicono le statistiche. Che poi, diciamocelo, non è proprio la cosa più intelligente aumentare il carico di lavoro proprio a coloro che da anni e anni si fanno in quattro per tenere in piedi un Servizio Sanitario Nazionale ampiamente sottotono.

Qua e là si è tornati ad assumere ma mancanza di fondi e pensionamenti rimandati rendono collosa la questione. Oltretutto hanno ingranato soltanto alcuni profili, come infermieri e oss, e nemmeno quelli in maniera soddisfacente. E tutti gli altri? Si aspettano i concorsi.

“Tra qualche mese…”, “Forse entro un anno”… Nei casi di apertura non saranno certo bandi di concorso per 1 posto a modificare questo trend di assoluta non turnazione del personale sanitario. 

Nel frattempo le vite scorrono. Sia per chi è dentro e lavora in ristrettezze di “risorse del personale” sia per chi è fuori e si trova nella giungla lavorativa.

Questi ultimi sono migliaia, di tutte le età ma prevalentemente giovani nei primissimi anni post-laurea.

Tra gli infermieri, per esempio,quasi il 10% dei neolaureati migra all’estero entro l’anno. Che sia una scelta di vita? Per alcuni sicuramente, per altri… basta parlarci per capirlo.

Per chi rimane invece, qualunque professione eserciti, le condizioni di un mercato del lavoro che non offre alternative ha ingigantito quelle minuscole formiche che attuano l’ingiustizia per trarne profitto personale o economico. Parliamo di coloro che organizzano o amministrano i servizi privati al minimo della decenza, forti appunto di un’impossibilità di rinuncia al posto di lavoro da parte dei lavoratori.

Ed allora si verificano mobbing, orari impossibili e contro legge, carichi di lavoro che tralasciano la sicurezza clinica e lavorativa, in rari casi anche molestie sessuali

Storcere il naso non cancellerà queste cose e siamo felici noi di Assocarenews.it di trovare coraggiosi colleghi che anche attraverso di noi ne riescono a parlare.

Situazioni criminali a parte, quanti di noi ogni giorno trova ostile il proprio mondo lavorativo? Quanti si sentono oppressi, bistrattati, incompresi, denigrati, sfruttati?

Altre volte invece occorre fare un mea culpa: come ci comportiamo con gli altri nostri colleghi? Cosa apportiamo al nostro ambiente lavorativo? Potremmo essere noi stessi un elemento negativo per qualcun altro? L’autocritica riflessiva è sempre un gran segno di intelligenza, senza dubbio.

Non tutto però è negativo, essere Professionisti Sanitari è il lavoro più bello del mondo. Il lavoro che abbiamo scelto e che abbiamo raggiunto con lo studio, universitario o meno.

Esistono ambienti lavorativi dove è possibile mantenere la nostra dignità? Molti.

Esistono ambienti lavorativi dove è possibile ottenere rispetto prima di doverlo pretendere? Sì.

Esistono Aziende dove il professionista non è solo una matricola ma rappresenta una persona? Sì.

Questi sono gli esempi da tenere stretti. Da tenere a mente.

Per non abituarsi alla mancanza di dignità, di rispetto, di riconoscimento dei nostri diritti.

Per non festeggiare, ogni Primo Maggio, una festa vuota.

Dott. Marco Tapinassi
Dott. Marco Tapinassi
Vice-Direttore e Giornalista iscritto all'albo. Collaboro con diverse testate e quotidiani online ed ho all'attivo oltre 5000 articoli pubblicati. Studio la lingua albanese, sono un divoratore di serie tv e amo il cinema. Non perdo nemmeno un tè con il mio bianconiglio.
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