“Cara, sei benvenuta tra noi. Devi avere ‘solo’ fede, forza e fiducia”.
La toccante testimonianza anonima è tratta dal “libro di bordo” che racchiude ricordi e saluti di chi è passato a Istituto di Montecatone. In esclusiva sul quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it.
“Salve a tutti, il mio percorso qui presso la Casa di Accoglienza è cominciato il 10 dicembre del 2016. Arrivammo qui a Montecatone io, mia figlia e mio marito Roberto (ndr. nome di fantasia, come tutti quelli che seguono) per affidarlo alle cure del centro riabilitativo. Nel primo pomeriggio mi recai qui alla Casa di Accoglienza e presi possesso della camera me designata. Pur ricevendo un’ottima accoglienza con chiavi, istruzioni, ecc. io e mia figlia eravamo assai confuse. Trascorremmo a notte insonni. Mi alzai all’alba e usci dalla camera. Nel corridoio incontrai due signore che con fare curioso mi chiesero se avessi bisogno di qualcosa. Non seppi rispondere se non con le lacrime, che mi rigarono il volto già consumato dalla notte. Ricevetti di rimando un abbraccio e alcune parole che rimembro ancora: “Cara, sei benvenuta tra noi. Devi avere ‘solo’ fede, forza e fiducia”.
Quelle parole fecero scattare qualcosa dentro di me, come una luce che si accese. Non seppi trattenere quel conforto che lo volli subito condividere con mia figlia. Andai frettolosamente in camera e abbracciai Rebecca che ancora provava a dormire, ma venne svegliata dalle mie parole di gioia: “Siamo a casa, figlia mia, anche se una casa non l’abbiamo più.
Questo ricordo non basta per trasmettere il conforto e l’affetto che ricevetti qui, in quello che per noi era diventato un rifugio… una ‘Casa’. Ho trascorso quasi un anno in questa ‘Casa’ assieme ad altri ospiti, un percorso comune di dolore e sofferenza, che ci ha visiti accomunarci sotto il denominatore comune dell’amore e dell’assistenza ai nostri cari. Questo percorso è stato supportato dall’affetto e dalla presenza di tutti gli operatori della “Casa”. Finalmente ce la stavamo facendo!
Poi a maggio come una doccia fredda mi giunse la notizia di avere un tumore maligno al polmone. L’effetto di quella notizia risuonò nel mio cuore in modo devastante ma non mi vinse. Sapevo che ce l’avrei fatta anche questa volta, perché avevo nuovi amici che potevano supportarmi in questo cammino. Se qualcuno si sta chiedendo chi siano? Sono i magnifici sette soprannome buffo che abbiamo dato noi ospiti della “Casa” agli operatori e le quattro Anna Angel’s che per noi amici sono le volontarie che ogni martedì organizzano splendide serate con ottimo cibo, vino e regali di ogni tipo.
Benedetti tutti loro. Benedetta colei che l’ha fondata questa ‘Casa’, che io ho soprannominato la casa dell’amore.
Con affetto Rosanna, stanza 50″