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Prevenire le malattie cerebrovascolari: raccomandazioni per il Paziente.

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Non fumare, mangiare sano, non eccedere con l’alcool, svolgere una regolare attività fisica, tenere sotto controllo il peso, ma non solo, suggerimenti su quando chiamare il medico e su come comportarsi quando si hanno condizioni cliniche a rischio.

Queste alcune indicazioni e suggerimenti e non solo per prevenire le malattie cerebrovascolari che sono contenuti nel documento Prevenzione delle malattie cerebrovascolari lungo il corso della vita prodotto dai lavori dell’Alleanza Italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari e sottoscritto tra Ministero della salute, Società scientifiche, Associazioni dei pazienti ed altri Enti operanti nel settore.

Il documento focalizza l’attenzione sugli elementi cardine della prevenzione primaria quali il contrasto ai principali fattori di rischio e la promozione di stili di vita salutari, andando a considerare gli aspetti peculiari delle diverse età e del periodo della gravidanza. Vengono inoltre illustrati i principali aspetti della prevenzione delle recidive di malattia vascolare cerebrale.

Le malattie cerebrovascolari sono la seconda causa di morte e la terza causa di disabilità a livello mondiale oltre a essere responsabili di circa un decimo degli anni persi per morte prematura o disabilità.

Sono anche responsabili di un considerevole carico sociale per il paziente ed i familiari che lo assistono.

Con l’invecchiamento della popolazione si prevede nel tempo un incremento sia dell’incidenza totale dell’ictus, che è la manifestazione clinica di gran lunga più frequente tra le malattie cerebrovascolari, sia del carico sociale conseguente alla disabilità post ictus.

I principali fattori di rischio:
- Tabagismo
- Sedentarietà e scarsa attività fisica
- Consumo rischioso e dannoso di alcool
- Scorretta alimentazione (ricca di grassi saturi e/o sodio e/o povera di verdure, frutta e pesce e/o caratterizzata da un apporto calorico inadeguato rispetto al fabbisogno energetico)
- Sovrappeso ed obesità
- Ipertensione arteriosa
- Dislipidemie
- Intolleranza al glucosio
- Diabete
- Fibrillazione atriale
- Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS)
- Uso di contraccettivi orali
- Terapia ormonale sostitutiva

L’importanza della prevenzione primaria:

“La prevenzione primaria – si legge –  è l’arma più importante per contrastare le malattie cardio-cerebrovascolari.
E’ indispensabile intervenire lungo tutto il corso dell’esistenza, per assicurare ad ogni bambino un buon inizio, per prevenire comportamenti non salutari durante l’infanzia e l’adolescenza, per ridurre il rischio di insorgenza delle citate patologie nell’adulto, nonché per arrivare a un invecchiamento sano ed attivo. Per la prevenzione primaria delle malattie cerebrovascolari è fondamentale, altresì, gestire adeguatamente l’eventuale presenza di condizioni patologiche che aumentano il rischio di ictus (ipertensione arteriosa, dislipidemie, diabete mellito, fibrillazione atriale), anche attraverso le opportune terapie laddove non siano sufficienti gli interventi comportamentali”.

Adozione di stili di vita salutari.

Non fumare o cessare il consumo di prodotti del tabacco ed evitare l’esposizione al fumo passivo: Le evidenze scientifiche hanno dimostrato che il ricorso a un sostegno professionale può aumentare le probabilità di smettere di fumare.

Le strategie che si sono dimostrate efficaci sono: 1) il consiglio del medico; 2) l’intervento strutturato degli infermieri; 3) il counseling individuale; 4) la terapia di gruppo; 5) la terapia farmacologica.

Evitare il consumo rischioso e dannoso di alcool: Pur non esistendo una quantità di alcol da bere sicura per la salute e tenendo presente che l’unica tutela realmente efficace è non berne, il consumo non dovrebbe mai superare le 2 Unità Alcoliche (U.A.) al giorno per i maschi di età compresa tra i 18 e i 65 anni, 1 U.A./die per le femmine di età superiore a 18 anni e per gli ultra65enni (maschi e femmine), dove 1 U.A. è pari a 12 grammi di alcol puro, che corrispondono a 330 ml di birra a 4,5°, oppure a 125 ml di vino a 12° oppure a 40 ml di superalcolico a 40°.
Minorenni e donne in gravidanza ed allattamento non devono assolutamente consumare bevande alcoliche.

Seguire una corretta alimentazione, varia ed equilibrata: In particolare occorre prestare attenzione agli aspetti di seguito riportati.

Garantire un apporto calorico alimentare adeguato rispetto al fabbisogno energetico.

Prediligere il consumo di verdura e frutta, cereali, pesce, acidi grassi insaturi (come l’olio extravergine di oliva) e limitare l’assunzione di acidi grassi saturi e trans: contribuiscono alla riduzione del peso corporeo, della colesterolemia e della glicemia (1-Mente A 2009; 2-Sofi F 2010; 3-Estruch R 2013).

Ridurre il consumo eccessivo di sale. L’OMS raccomanda agli adulti di assumerne meno di 5 grammi al giorno (corrispondenti a 2 grammi di sodio/die), mentre ai ragazzi tra i 2 e i 15 anni di attenersi a valori più bassi (4-WHO 2012).

Ridurre l’introito di sale ha molteplici vantaggi: dalla riduzione dei valori pressori (5-Elliott P 1996; 6-He FJ 2013), evidente soprattutto in alcune categorie (anziani, diabetici, dismetabolici, nefropatici) (7-Suckling RJ 2016), alla riduzione degli eventi cardiovascolari (8-He FJ 2011; 9-Taylor RS 2011).

In ambito alimentare si segnala, inoltre, che il consumo di cacao in piccolissima quantità (in forma di bevanda o cioccolatino, contenente almeno il 70% di cacao), e di tè, sia verde che nero, noci e mandorle è benefico, probabilmente in ragione dell’elevato contenuto in polifenoli (11- Ferri C. 2015).

Per quanto riguarda il caffè, se da una parte ne sono ben riconosciuti gli effetti pressori e aritmogenici acuti, nel lungo termine sembrerebbe avere – come indicano, sia pur in modo controverso diversi studi epidemiologici e clinici – effetti protettivi, anche di tipo metabolico (12- Ding M 2014; 13-Palatini P 2015; 14-Palatini P 2007; 15-Palatini P 2016; 16- Palatini P 2009), forse dipendenti sia dalla quantità, che non dovrebbe mai eccedere le 3-4 tazzine al giorno, sia dalla deleteria abitudine di consumarlo dopo addizione di zucchero sia, infine, del corredo genetico individuale, che può modulare la velocità di metabolizzazione della caffeina.

Svolgere attività fisica regolare e adeguata: Nelle recenti linee guida delle Società Europea di cardiologia e dell’ipertensione arteriosa, in ragione dell’evidente legame tra movimento fisico e riduzione degli eventi cardio-cerebrovascolari, vengono raccomandati almeno 30 minuti di attività fisica moderata aerobica (camminata, corsa, bicicletta, nuoto) per 5-7 volte alla settimana o, alternativamente un’attività fisica intensa 2-3 volte alla settimana.

Più limitati e controversi, invece, sono i dati sulla pratica di attività fisica di tipo isometrico.
Una costante e regolare attività fisica promuove la riduzione del peso corporeo e il corretto equilibrio glicometabolico ed è associata a riduzione della frequenza cardiaca, miglioramento della rigidità arteriosa e riduzione pressoria.

Mantenere/perseguire un peso corporeo ottimale: Si considera normopeso un soggetto con IMC tra 18,50 e 24,99 kg/m2 e con circonferenza vita
<94 cm per gli uomini e ><80 cm per le donne. Il controllo del peso corporeo può, tra l’altro, ridurre significativamente i livelli plasmatici di colesterolo totale e LDL, specialmente nei soggetti obesi.>

Raccomandazioni per il paziente.

Quando chiamare il medico: se senti un ritmo irregolare, capogiro o debolezza, senso di costrizione o dolore al petto; affanno, gonfiore agli arti inferiori.

Quando chiamare il 112: palpitazioni con affanno, intorpidimento, formicolio, perdita di sensibilità al viso e/o alle braccia e/o alle gambe, visione doppia, difficoltà nel parlare o nella comprensione delle parole altrui, senso di vertigine, perdita d’equilibrio o perdita dei sensi.

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