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Risonanza Magnetica (RM): cos’è, durata, preparazione e indicazione in gravidanza.

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Risonanza magnetica: cos’è? come funziona? Quale preparazione necessita? Posso farla in gravidanza? Tutto sull’RM.

La risonanza magnetica è una metodica diagnostica non invasiva che utilizza radiazioni elettromagnetiche innocue per l’organismo.

Quando è indicata?

Queste onde sono elaborate da un computer e forniscono un’immagine su vari piani del corpo umano.

Consente pertanto di visualizzare non soltanto lo scheletro e le articolazioni ma anche gli organi interni.

E’ utilizzata per diagnosticare una grande varietà di condizioni patologiche. Dal punto di vista oncologico, è utilizzata per diagnosticare o valutare diversi tipi di tumore.

Gravidanza e altre condizioni: È un esame che possono fare tutti?

Durante la gravidanza l’esame non è controindicato, anche se la prudenza consiglia di evitarlo nelle prime 12 settimane, se non è assolutamente indispensabile e urgente.

Non possono sottoporsi a risonanza magnetica i portatori di pacemaker cardiaco o di neurostimolatori, perché i campi magnetici prodotto dall’apparecchiatura potrebbero alterare il loro funzionamento.

L’esame è controindicato anche per chi, a seguito di incidenti o di interventi chirurgici, ha nel corpo strutture metalliche di vario tipo, specialmente se in prossimità di organi vitali, per evitare che i campi magnetici prodotti dalla macchina possano provocare il loro spostamento o il loro surriscaldamento.

Occorre qualche tipo di preparazione particolare all’esame?

No, nei giorni precedenti l’esecuzione di una risonanza magnetica, qualunque sia la parte del corpo da esaminare – e indipendentemente dal fatto che si preveda l’iniezione di un mezzo di contrasto o meno – di solito si può mangiare normalmente e assumere tutti i medicinali di cui si fa abitualmente uso. Non è richiesto alcun tipo di preparazione né occorre alcuna particolare precauzione.

Il medico può però prevedere un trattamento preventivo per evitare reazioni rischiose nei soggetti allergici che devono sottoporsi all’esame con mezzo di contrasto paramagnetico (gadolinio). Viene anche richiesto un esame specifico per valutare un’eventuale insufficienza renale (creatininemia), che sconsiglierebbe l’utilizzo del gadolinio.

Per evitare inconvenienti, comunque, il paziente viene di norma invitato a togliersi tutti i vestiti a esclusione della biancheria intima (purché priva di parti metalliche), i piercing e gli orecchini, oltre al trucco.

È meglio che mi faccia accompagnare da qualcuno o posso venire da solo? Potrò guidare la macchina per tornare a casa?

All’esame ci si può tranquillamente recare da soli perché non occorre alcun tipo di assistenza né durante l’esecuzione né al termine. Conclusa l’indagine si può tornare a casa, anche guidando, senza nessun tipo di limitazione.

L’esame è doloroso o provoca altri tipi di disagio?

L’esecuzione di una risonanza magnetica non è mai dolorosa, se si esclude la piccola puntura richiesta dall’eventuale iniezione di mezzo di contrasto nella vena del braccio.

Gli unici fastidi che si possono avvertire durante l’esecuzione dell’esame derivano dal forte rumore provocato dalla macchina e dal senso di claustrofobia che, soprattutto in passato, era provocato dal rimanere chiusi in un grande cilindro per il tempo necessario all’esame.

Nel corso dell’esame è normale avvertire un senso di riscaldamento in alcune parti del corpo, che deve essere segnalato agli operatori solo se diventa eccessivo.

È possibile anche che il campo magnetico generato dalla macchina, stimolando le cellule nervose del paziente, provochi la contrazione involontaria o la sensazione di pulsazione in alcuni muscoli in varie parti del corpo. Anche questi effetti non devono preoccupare; se diventano troppo fastidiosi è consigliabile avvertire l’operatore, con cui si è sempre in contatto tramite un campanello di allarme e un interfono situati all’interno dell’apparecchiatura.

L’esame comporta dei rischi immediati?

Rispettando le cautele sopra descritte, l’unico possibile rischio nel corso della risonanza magnetica è quello di una reazione allergica alla sostanza usata come mezzo di contrasto, il gadolinio, che generalmente è molto più rara e lieve di quella prodotta da mezzi di contrasto a base di iodio usati per gli esami radiografici. In ogni caso è bene avvertire il personale se in passato si sono verificate reazioni allergiche di questo tipo o se si è affetti da gravi disfunzioni renali.

L’allergia si può manifestare con sintomi lievi, come prurito, nausea e vomito e, solo in casi eccezionali, scatenare reazioni più gravi che il personale è comunque pronto a fronteggiare.

L’esame comporta dei rischi a lungo termine?

Nonostante l’aggettivo “nucleare“, con cui veniva un tempo denominato questo esame, la risonanza magnetica non prevede l’uso di sostanze radioattive né di radiazioni ionizzanti come quelle dei raggi X, ma sfrutta campi magnetici di alta intensità e onde a radiofrequenza simili a quelle utilizzate per la radio e la televisione, che interessano i nuclei delle cellule degli organi da esaminare.

Allo stato attuale delle conoscenze non c’è ragione di credere che la RM possa provocare danni nemmeno a distanza di tempo.

Le donne portatrici di mezzi contraccettivi intrauterini come la spirale dovrebbero però consultare il loro ginecologo per valutare l’opportunità di eseguire un’ecografia di controllo, per accertarsi che il dispositivo non si sia spostato sotto l’effetto dei campi magnetici prodotti nel corso dell’esame, col rischio che la sua efficacia si sia ridotta e che si vada incontro a una gravidanza indesiderata.

Quanto dura?

La durata di una risonanza magnetica dipende dall’estensione della parte del corpo da esaminare ma può essere anche di 40-45 minuti. Molti possono trovarsi in difficoltà a mantenersi immobili, come richiesto perché l’esame riesca bene, per tutto il tempo. Si può però chiedere a chi la esegue di sgranchirsi un po’ tra una sequenza e l’altra.

Dopo l’esame devo restare in osservazione? Per quanto?

Non occorre un periodo di osservazione al termine dell’indagine: ci si può rivestire subito e tornare a casa, salvo diverse indicazioni mediche.

Posso riprendere subito la mia vita normale o devo avere particolari accortezze?

Con l’unica eccezione delle donne che allattano, se sottoposte a un esame con mezzo di contrasto, tutti gli altri possono riprendere da subito la loro vita normale, senza nessuna limitazione di alcun genere.

Leggi anche:

TAC: cos’è, durata, preparazione, indicazione in gravidanza

Fonte: AIRC.it.

Dott.ssa Francesca Ricci
Dott.ssa Francesca Ricci
Francesca Ricci è una web-writer esperta in ambito sanitario. Da anni si occupa di questioni sociali, politica ed economia.
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