Poesia terapia: la cura nelle rime
La narrazione rappresenta una delle forme di aiuto alla mente più naturale, che permette di esprimere le emozioni conferendogli un senso e, trasformandole da astratte, ignote e talvolta terrorizzanti sensazioni, in immagini mentali controllabili. La poesia, composta in sonetti, in rima o in versi sciolti, costituita solo dai ritmi delle emozioni interiori, è la più spontanea e profonda possibilità di narrazione dell’anima.
Utilizzata fin dall’antichità come forma preferita per esprimere emozioni forti personali e sociali, per comunicare messaggi indelebili nel tempo, la poesia è diventata oggetto di studi e dello sviluppo di metodi specifici che l’hanno trasformata in uno strumento di aiuto alla mente e in una vera e propria tecnica di aiuto in situazioni quotidiane o in presenza di disagi forti e sofferenze psico-fisiche.
La poesia ha certamente un potere liberatorio ma, come ormai da tempo accade nel campo della arti (danza, teatro, disegno, scrittura), si fa presto a dire “terapia”, marcando dei benefici che un’attività può produrre ma che non possono essere definiti “cura” o “metodo d’aiuto” senza far riferimento a una teoria, a dei metodi operativi e possibilmente alla valutazione iniziale e finale degli aspeti su sui si interviene positivamente, garantendo la possibilità di poter controllare e riproporre in futuro le metodologie che hanno mostrato un’azione terapeutica.
Per questo è necessario distinguere tra “psicopoetry” e “poesia – terapia”: sono due termini spesso abusati e travisati, spesso riferibili all’uso della poesia che allevia astratte tensioni dell’anima (lontane dal reale significato di terapia) oppure utilizzati nel campo della psicoterapia per definire la pura e semplice adozione della scrittura o della lettura di poesie.
Sono invece metodologie alternative a quelle tradizionali di aiuto alla mente, fondate su tecniche specifiche di utilizzo della scrittura poetica, con finalità di consapevolezza e supporto a stati emotivi e cognitivi (pensieri) che sono importanti per la crescita e il benessere individuale.
La psicopoetry parte dalla valutazione iniziale del disagio, con la lettura e scrittura poetica o con strumenti e metodi di auto-osservazione guidata e, alla fine del percorso, si aggiunge una elaborazione del lavoro svolto, dei risultati ottenuti, in modo da raggiungere una elaborazione poetica auto-valutativa.
Diverse sono le tecniche psico-poetiche che possono essere utilizzate sia in percorsi individuali che in piccoli gruppi di lavoro, selezionate in base alle specifiche esigenze ambite. Tra esse ricordiamo: la scrittura poetica primitiva, la poesia-follia, il sogno poetico, la poesia simbolica, la poesia positiva, la poesia immaginativa, la cronaca poetica, l’eco poetico, la poesia biografia, la poesia dialogica e la poesia fantasmatica.
La tecnica che, gradualmente, impareremo a conoscere è la poesia simbolica.
Come poc’anzi accennato, per la realizzazione di un percorso di poesia terapia, possono essere utilizzate due metodologie di lavoro: con il singolo soggetto o con piccoli gruppi di lavoro, composti da un massimo di otto partecipanti.
Il moderatore, oltre ad avere una formazione letteraria e poetica di un certo valore, possiede la conoscenza di importanti aspetti legati alla comunicazione e alla psicologia applicata. Solitamente, ogni lezione prevede lo studio di un argomento, come ad esempio il dolore, la gioia o l’amore.
La metodologia didattica adottata può consistere nella fornitura di spunti riflessivi tratti da opere di grandi poeti, sia nazionali che non, con l’ausilio della trasmissione di filmati in cui un professionista ( ad esempio un filosofo, uno psicologo o uno psichiatra) trattano l’argomento scelto esponendo riflessioni basate su teorie o vissuti realmente accaduti.
Dalla prossima uscita, proveremo a tentare una sorta di “laboratorio virtuale” dove, una volta scelto l’argomento da trattare, ci affiancheremo ad esso tramite poesie e link di filmati; sarà mia intenzione fornire una serie di indicazioni in modo tale che, se qualcuno lo vorrà, potrà poi contattarmi per sviluppare le proprie riflessioni.