Trombosi emorroidaria: come riconosce e come curare questa complicanza delle emorroidi. Tutto su come si risolve il problema.
La trombosi emorroidaria rappresenta la complicazione più diffusa in caso di emorroidi.
La classificazione avviene in base al posizionamento e divide le trombosi in:
- Trombosi interna;
- Trombosi del prolasso;
- Trombosi esterna.
Trombosi emorroidaria interna.
Si localizza all’interno del canale anale ed è una tumefazione rosso bluastra che protrude nel lume.
Per arrivare alla diagnosi occorre eseguire l’anoscopia.
Raramente insorge se assente un prolasso e la sua risoluzionepuò avvenire spontanea, dopo un periodo compreso fra alcuni giorni e due settimane.
Trombosi del prolasso.
Si verifica quando le emorroidi fuoriuscite dal margine anale subiscono sollecitazioni meccaniche da parte dello sfintere con congestione, edema e trombosi dei gavoccioli che diventano dolorosi, grandi e non riducibili.
La risoluzione avviene spontaneamente sia con un progressivo miglioramento generale sia grazie al distacco dell’area necrotica.
Trombosi emorroidaria esterna.
Si può a sua volta distinguere in ematoma perianale e edema perianale.
L’ematoma perianale si verifica a seguito di:
- eccessi alimentari;
- uno sforzo nell’evacuazione;
- una posizione troppo a lungo seduta.
Consiste in una raccolta di sangue in corrispondenza del plesso emorroidario esterno e visivamente consiste in una massa bluastra dolorosa di massimo 3 cm di diametro.
La risoluzione avviene sia in via spontanea sia a seguito dell’incisione con anestesia locale.
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