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Sindrome del Bambino Scosso: come evitare la morte del neonato.

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L’intervento della Società Italiana di Neonatologia, della Società Italiana di Pediatria e di Salvamento Academy. Bimbi sicuri anche in casa. Si deve prevenire informando meglio i genitori sui pericoli della Sindrome del Bambino Scosso (SBS).

Scuotere il bambino, in genere, è la risposta a un pianto inconsolabile, di cui gli adulti spesso non riescono a cogliere il significato. Sentendosi quindi impotenti, possono attivare – anche inconsapevolmente – dei comportamenti inappropriati (come lo scuotimento) nel tentativo di calmare il neonato. Spesso, lo scuotimento avviene proprio per mano degli stessi genitori, o delle figure educative con cui si condivide l’accudimento dei bambini: nonni, babysitter, educatrici del nido.

E’ quanto riferisce l’agenzia di stampa Adnkronos all’indomani della notizia della morte di un neonato a Padova per Sindrome da Bambino Scosso (SBS) o Shaken Baby Syndrome (SBS). Sull’evento doloso si sono spesi in questi giorni sia la Società Italiana di Neonatologia, sia la Società Italiana di Pediatria, sia Salvamento Academy. Le organizzazioni appena citate hanno parlato di un evento traumatico (non volontario, perché spesso i genitori, soprattutto le mamme, non sono consapevoli dei rischi dello scossone) che si può essere prevenuto attraverso una sana informazione.

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I moniti della Società Italiana di Neonatologia.

Secondo i dati resi noti dalla Società italiana di neonatologia (Sin), i principali fattori di rischio che potrebbero aumentare la probabilità di Sbs sono: famiglia mono-genitoriale, età materna inferiore ai 18 anni, basso livello di istruzione, uso di alcool o sostanze stupefacenti, disoccupazione, episodi di violenza in ambito familiare e disagio sociale. Tuttavia, nei casi più frequenti, è solo l’esasperazione di genitori inconsapevoli e poco informati a spingere nella direzione di una ‘manovra consolatoria’ errata, qual è appunto lo scuotimento violento.

Lo scuotimento violento, anche se solo per pochi secondi, è potenzialmente causa di lesioni molto gravi, soprattutto per i bambini al di sotto dell’anno di età. È difficile stabilire con esattezza quanto violento o protratto dovrebbe essere lo scuotimento per causare un danno; tuttavia dalle ‘confessioni’ dei responsabili si evince che in genere il bambino vittima di Sbs viene scosso energicamente circa 3-4 volte al secondo per 4-20 secondi. Giochi abituali o comportanti maldestri dei genitori non provocano invece lesioni da scuotimento, così come non le generano il far saltellare il bambino sulle ginocchia (gioco del cavalluccio); fare jogging o andare in bici con il bambino; fare frenate brusche in auto; o cadute dal divano o da un altro mobile.

Le conseguenze della Sbs possono essere di diversa intensità e gravità. I danni di tipo neuro-psicologico provocati dallo scuotimento possono manifestarsi, nei primi mesi di vita del bambino, sia da un punto vista motorio che del linguaggio. Le conseguenze più gravi riguardano: disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione, della memoria e del linguaggio, disabilità fisiche, danni alla vista o cecità, disabilità uditive, paralisi cerebrale, epilessia, ritardo psicomotorio e ritardo mentale. In genere, le conseguenze dipendono molto dalla gravità dell’abuso. Si stima che solo nel 15% dei casi non ci sono ripercussioni sulla salute del bimbo. Scuotere un bambino può provocare gravi ed importanti esiti anche a livello psicologico, dando vita a problematiche relative allo sviluppo psico-motorio, come ad esempio i già citati disturbi del linguaggio, dell’apprendimento e della memoria, ma anche disturbi comportamentali. La Sbs – concludono gli esperti – può portare anche al coma o alla morte del bambino fino in 1/4 dei casi diagnosticati.

La presa di posizione della Società Italiana di Pediatria.

Cullare troppo forte o scuotere un neonato per cercare di calmare un pianto inconsolabile tanto da provocarne lesioni molto gravi: si chiama Shaken Baby Syndrome, ovvero Sindrome del bambino scosso, e può portare al coma o alla morte del bambino in un caso su 4. Le indagini giudiziarie chiariranno cosa è successo a Padova, dove è stato ricoverato il bimbo finito in coma dopo essere stato scosso violentemente dalla madre, ma intanto, a ricordare che è possibile evitare danni a volte irreparabili, è il presidente della Società italiana di Pediatria (Sip), Alberto Villani.

“Non c’è bisogno – spiega all’Ansa – di essere dei genitori violenti per incorrere in questo grave errore. Il problema è che ancora manca informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questo problema”.

“Scuotere il bambino, in genere – si legge in una scheda sul portale della Sip – è la risposta inappropriata ad un pianto inconsolabile, di cui gli adulti, esasperati e poco informati, spesso non riescono a cogliere il significato”. Il picco di incidenza è tra le 2 settimane e i 6 mesi di vita, “periodo di massima intensità del pianto del neonato ed età in cui non ha ancora il controllo dei muscoli del capo e la struttura ossea è molto fragile”.

Se un bambino viene scosso con forza, dunque, il cervello si muove liberamente all’interno del cranio, provocando sanguinamento dei tessuti con conseguente trauma sull’encefalo e danni neurologici, che vanno da disturbi dell’apprendimento e del linguaggio, disabilità fisiche, danni alla vista o cecità. A creare danni bastano scosse per 3-4 volte al secondo per 4-20 secondi.

Si stima che solo nel 15% dei casi non ci sono ripercussioni permanenti sulla salute del bimbo e in quarto dei casi si arrivi al coma o alla morte. Se il pianto di un bambino diventa esasperante e impossibile da gestire, consiglia la Sip, “meglio lasciare il bambino in un posto sicuro e allontanarsi fino a quando non si è riacquistato equilibrio. O chiedere aiuto a qualche parente o amico”.

Nel caso in cui, invece, si hanno dubbi che uno scuotimento sia stato eccessivo, far visitare il prima possibile il bimbo da un medico.

Sul caso si registra anche l’intervento di Salvamento Academy.

Da tempo Salvamento Academy sta denunciando la mancanza di informazione tra i neo-genitori, soprattutto tra quelli che provengono da ambienti economicamente e culturalmente svantaggiati. Durante i sui corsi sul tema “Bimbi sicuri” i suoi istruttori e formatori dedicano molto spazio alla Sindrome del Bambino Scosso. Ecco qui in basso uno specchietto riassuntivo di quanto spiega il sodalizio ai suoi discenti, spesso mamme giovani, ma anche nonne, nonni, papà, ma anche insegnanti dell’asilo, baby sitter, allenatori, educatori e futuri genitori.

Il corso di Salvamento Academy è volto alla divulgazione di tutte le informazioni utili a prevenire gli incidenti in età pediatrica e ad acquisire le tecniche di disostruzione delle vie aeree per il lattante e per il bambino, con appositi manichini di ultimissima generazione, che vi consentiranno di perfezionare le tecniche apprese durante la lezione.

Il manifesto riassuntivo realizzato da Salvamento Academy sulla Sindrome del Bambino Scosso.
Il manifesto riassuntivo realizzato da Salvamento Academy sulla Sindrome del Bambino Scosso.

Gli argomenti principalmente trattati saranno i seguenti:

  • La sicurezza in gravidanza: visite consigliate, fumo, alcol, stress e conseguenze;
  • La sicurezza a nanna: prevenzione della SIDS, mediante i consigli per un sonno sicuro (posizione, ambiente, letto, ciuccio, ecc.);
  • Sindrome del bambino scosso: cos’è e come prevenirla;
  • La sicurezza in casa: consigli per una corretta sistemazione degli ambienti, generalmente studiati a misura di adulto;
  • La sicurezza a tavola: corretto taglio dei cibi;
  • La sicurezza in strada: corretto utilizzo dei dispositivi di trattenuta, abbandono volontario ed involontario in auto;
  • La sicurezza in acqua: comportamenti corretti e scorretti nell’approccio con l’acqua (mare e/o piscina) e con il sole.

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