Anche i Neanderthal soffrivano del cosiddetto “orecchio del nuotatore” secondo un nuovo studio apparso su PLOS ONE.
Il ricercatore Erik Trinkaus dell’Università di Washington ha infatti scoperto, con l’aiuto dei colleghi, alcune crescite ossee anomali nel condotto uditivo di alcuni canali auricolari ottimamente conservati trovati nei resti di vari uomini di Neanderthal dell’Eurasia accidentale risalenti al pleistocene medio-tardo.
I ricercatori hanno notato che la condizione dell’orecchio del nuotatore era eccezionalmente comune nei Neanderthal. Questa condizione sopravviene quando ci si espone troppo spesso all’acqua fredda (o anche all’aria fredda) anche se si crede che possa esistere una predisposizione genetica.
Dei 23 resti di Neanderthal esaminati, circa la metà presentava forme di esostosi da lievi a gravi, almeno il doppio della frequenza osservata in quasi tutte le altre popolazioni analizzate.
La spiegazione più ovvia è relativa al fatto che evidentemente gli uomini di Neanderthal impiegavano più tempo a raccogliere risorse negli ambienti acquatici. Tuttavia secondo i ricercatori sono anche altri fattori che probabilmente sono coinvolti in questa maggiore frequenza perché non vi è una particolare correlazione con la vicinanza di queste popolazioni ad antiche fonti d’acqua né a climi più freddi.
Si ritiene che una delle cause possa essere rappresentata da una predisposizione genetica di questo gruppo.