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Mononucleosi: segni e sintomi, diagnosi e cura della “malattia del bacio”.

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Mononucleosi: come riconoscere la patologia e combatterla? Quali trattamenti disponibili? Ecco come riconoscere e curare la “malattia del bacio”.

La mononucleosi è una patologia infettiva che ha etiologia virale. Si manifesta sempre in fase acuta ed è originata dal virus di Epstein-Barr (EBV). E’ altamente contagiosa e colpisce l’organismo trasmettendosi, quasi sempre, attraverso la saliva. Anche per questo motivo è chiamata dagli americani “Kissing disease” e dagli italiani semplicemente “Malattia del bacio“.

Mononucleosi. Qual è la sua etiologia, con quali segni e/o sintomi sintomi si manifesta e soprattutto come cura la malattia del bacio?

E’ sicuramente la patologia più diffusa nel mondo reale. Come dicevamo l’infezione è veicolata dal virus di Epstein-Barr e può essere contratta anche indirettamente. Al bar, in casa, sul lavoro, in ospedale, in discoteca. Viene indicata anche come malattia a contagiosità modesta. Solitamente interessa la fascia giovanile (15 -35 anni).

Ciò per colpa dell’utilizzo comune di oggetti contaminati:

  • bicchieri;
  • posate;
  • piatti;
  • brocche;
  • giocattoli;
  • biberon;
  • ed altro.

L’infezione si può contrarre anche con micro goccioline disseminate nell’aria ambiente dopo colpi di tosse o starnuti (droplets). L’infezione la si prende una volta soltanto. Se successivamente alla guarigione veniamo in contatto con chi è ammalato di mononucleosi non corriamo alcun pericolo di re-infettarci.

Viene chiamata mononucleosi perché la presenza del virus di Epstein-Barr nell’organismo stimola la produzione abnorme di globuli bianchi: i cosiddetti monociti mononucleati (dalla presenza di un unico nucleo).

Il virus appartiene alla famiglia dell’Herpes, gli stessi che cagionano la varicella, l’herpes labiale e/o genitale e il fatidico fuoco di Sant’Antonio. L’EBV rimane latente nel corpo umano e in casi di particolare stress fisico può ricomparire, ma con segni/sintomi meno evidenti del primo contagio.

Sintomi

Quali sono i sintomi principali della malattia?

  1. astenia: spossatezza diffusa;
  2. febbre elevata: come temperatura corporea che raggiunge anche i 40 °C e presenza di diaforesi profusa;
  3. ingrossamenti linfonodali: colpiti soprattutto i linfonodi di ascelle, basso ventre e collo, che crescono a dismisura e manifestano dolore;
  4. faringite: la flogosi si estende in maniera rapida e resta in essere anche fino a 10 giorni.

La patologia regredisce entro qualche settimana. Resta per qualche giorno in più la spossatezza che impedisce la corretta ripresa delle attività quotidiane.

Complicanze

Tra le complicanze più temute vi è certamente l’ingrossamento (splenomegalia) e la rottura della milza, che potrebbe portare ad un intervento chirurgico in emergenza o comunque a danni permanenti d’organo.

In linea di massima vi sono complicanze che si dividono in due settori specifici:

  • neurologiche, sono rare, ma possono comprendere encefalite, convulsioni, sindrome di Guillain-Barré, neuropatia periferica, meningite virale, mielite, paralisi dei nervi cranici e psicosi. L’encefalite può manifestarsi con disturbi cerebellari o può essere globale e rapidamente progressiva, simile all’encefalite da herpes simplex, ma in genere è autolimitante;
  • ematologiche solitamente sono auto-limitanti. Essi comprendono: granulocitopenia; trombocitopenia; anemia emolitica.

Si possono manifestare anche:

  1. lieve epatomegalia e dolorabilità epatica alla percussione;
  2. edema periorbitale;
  3. petecchie palatali;
  4. eruzioni maculopapulari;
  5. ittero (ma è raro).

L’EBV può contribuire allo sviluppo di tumori non comuni, come il linfoma di Burkitt e alcuni tumori del naso e della gola.

Mononucleosi: Periodo di incubazione ed epidemiologia

Solitamente il periodo di incubazione va dai 30 ai 50 giorni. E’ più rapido nei bambini (10-15 giorni). In questo ultimo caso la mononucleosi si manifesta quasi in totale assenza di sintomi e segni.

Come diagnosticarla

Essenzialmente si diagnostica attraverso un semplice esame ematico, anche per scongiurare che si tratti di altri tipi di infezioni che possono dare segni e sintomi identici. In linea di massima viene ricercato nel nostro patrimonio ematico l’anticorpo eterofilo (monotest). Il test è piuttosto veritiero negli adolescenti e negli adulti, praticamente inutile nei bambini (sugli infanti va ripetuto più volte con l’aggiunta di possibili ulteriori indagini diagnostiche specifiche). E’ utile, in tutti i casi, eseguire un emocromo completo per la veridica dei monociti mononucleati.

Mononucleosi e trattamento terapeutico

La terapia è poco efficace, se non per lenire eventuali segni e sintomi della patologia:

  • analgesici;
  • antipiretici;
  • cortisonici nei casi più complessi;
  • immunoglobuline tipo G (IgG), solo quando tutto il resto non ha avuto alcun effetto.

Non è previsto l’uso di antibiotici, ma occorre comunque rivolgersi ad un Medico per la terapia completa e caso-specifica. Per tutti i soggetti affetti è indicato il riposo più assoluto per tutte le fasi della malattia.

Come prevenire la malattia

Per tutte le patologie di origine infettiva l’iniziale arma di difesa resta la prevenzione. Se la patologia è conclamata evitare qualsiasi tipo di contatto con soggetti affetti da mononucleosi: durante e anche nei giorni successivi alla guarigione. Evitare anche l’uso di:

  • bicchieri;
  • posate;
  • piatti;
  • brocche;
  • giocattoli;
  • biberon;
  • ed altro che sia venuto a contatto con l’ammalato.

I medici consigliano, infine, un sano regime alimentare e un corretto stile di vita per potenziale il sistema immunitario e non farci trovare impreparati di fronte all’attacco dell’EBV.

Bibliografia e Sitografia:

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