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Escherichia Coli: infezione, sintomi, trattamento e prevenzione.

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Infezione da Escherichia Coli. Tra sintomi, trattamento e prevenzione. Da non sottovalutare mai.

Escherichia coli è un batterio Gram-negativo ed è la specie più nota del genere Escherichia: se ne distinguono almeno 171 sierotipi.

Il nome deriva dal suo scopritore, il tedesco-austriaco Theodor Escherich.

Appartiene al gruppo degli enterobatteri ed è usato come organismo modello dei batteri.

È una delle specie principali di batteri che vivono nella parte inferiore dell’intestino di animali a sangue caldo (uccelli e mammiferi incluso l’uomo).

Sono necessari per la digestione corretta del cibo. La sua presenza nei corpi idrici segnala la presenza di condizioni di fecalizzazione (è il principale indicatore di contaminazione fecale, insieme con gli enterococchi).

Il numero di cellule di E. coli nelle feci che un umano espelle in un giorno va da 10 a 100 milioni di unità formanti colonia per grammo di feci.

Il genere Escherichia, insieme ad altri generi (Enterobacter, Klebsiella, Citrobacter, Serratia, ecc.), viene raggruppato sotto il nome di coliformi. Tecnicamente il gruppo dei coliformi comprende batteri aerobi e anaerobi non sporigeni.

Escherichia Coli: infezioni ed effetti patogeni.

La maggior parte degli E. coli sono innocui ma, alcuni ceppi, hanno acquisito geni che consentono loro di causare infezioni del tratto digerente provocando: diarrea, infezioni delle vie urinarie e dell’apparato respiratorio con insorgenza di polmoniti ed annesse complicanze.

Secondo wikipedia.it, Escherichia coli si suddividono in:

  • UPEC (E. coli uro patogeno): rappresenta una delle più comuni infezioni causate da batteri in grado di risalire l’uretra fino alla vescica ed è responsabile di circa il 90% delle cistiti.
  • EPEC (E. coli enteropatogeno): fu il primo patogeno associato con la malattia diarroica ed è tuttora una causa importante nei pazienti in età pediatrica.
  • ETEC (E. coli enteroemorragico): principale responsabile di malattia nei paesi industrializzati. Si calcola che questo batterio causi circa 73.000 casi d’infezione e quasi 600 morti ogni anno negli USA. Il sierogruppo principalmente responsabile è lo O157:H7.
  • EAEC (E. coli enteroaggregante): è coinvolto in una diarrea acquosa persistente nei viaggiatori e negli infanti dei paesi in via di sviluppo.
  • DAEC (E. coli diffusamente aderente): provoca una diarrea acquosa benigna nei bambini di età compresa tra 1 e 5 anni.

Chi può dunque contrarre un’infezione da E. coli?

Persone di ogni età possono divenire infette. La popolazione più a rischio è rappresentata dai bambini (in particolar modo sotto i 5 anni) e dagli anziani, con un aumentato rischio di sviluppo di sindrome emolitico uremica.

Tuttavia anche bambini più grandi ed adulti possono ammalarsi gravemente.

Sintomi.

I sintomi da E. coli dipendono (principalmente) dalla parte del corpo interessata e dal ceppo responsabile.

I sintomi variano per ogni soggetto ma, includono frequentemente: crampi allo stomaco, diarrea (spesso sanguinante), vomito e febbre (non supera i 38,5°).

Circa una settimana dopo l’esordio della sintomatologia, in una percentuale di casi variabile dal 5% al 10% (soprattutto in bambini di età inferiore a 5 anni e adulti di età superiore ai 60), si sviluppa la sindrome emolitico uremica.

In questa sindrome vi è l’emolisi dei globuli rossi con conseguente insufficienza renale che dà vita ad un accumulo di sostanze tossiche nel sangue (uremia).

Questa complicanza è una causa comune di malattia renale cronica nei bambini e necessita di ricovero per poter sopperire all’insufficienza del rene.

Mediamente si guarisce in pochi settimane salvo casi più rari che portano ad un danno renale permanente o a morte.

  • Solitamente l’infezione, dovuta a questi ceppi, si contrae nei seguenti criteri:
  • Consumando cibo contaminato (carne bovina non cotta) e latte non pastorizzato.
  • Toccando animali nel loro tratto digerente o feci di soggetti infetti.
  • Mangiando alimenti crudi lavati con acqua contaminata.
  • Bevendo acqua non disinfettata o acqua contaminata dalle feci di individui infetti in piscine o strutture acquatiche.

Diagnosi e trattamento.

Le infezioni da E.coli sono generalmente diagnosticate tramite l’invio in laboratorio di un campione di feci (o sangue, urine o altro campione infetto), a cui seguirà la coltura dei batteri e l’identificazione del ceppo.

Il seguente trattamento è dato da:

Terapia di supporto: liquidi, elettroliti e sostegno nutrizionale per la diarrea.

Antibiotici: andrebbero evitati poiché non vi sono adeguate evidenze che supportino il loro utilizzo.

L’uso di azitromicina o ciprofloxacina andrebbe riservato ai pazienti con severa, sanguinante e persistente diarrea ed in particolar modo nei bambini e nei soggetti immuno-compromessi.

E’ dunque fondamentale adottare una sana prevenzione che consiste nel:

  • Lavarsi adeguatamente le mani prima di cucinare, dopo essere stati in bagno o aver cambiato pannolini o toccato animali.
  • Evitare cibi a rischio e cucinare la carne ad almeno una temperatura di 70 gradi.
  • Lavare gli alimenti crudi e gli utensili da cucina con acqua calda e sapone.
  • Utilizzare contenitori separati per ogni alimento.
  • Evitare di ingerire acqua in piscine, stagni, laghi o fiumi.
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