histats.com
martedì, Marzo 19, 2024
HomePazientiPatologieEmorroidi: cosa sono, come si manifestano, come gestirle.

Emorroidi: cosa sono, come si manifestano, come gestirle.

Pubblicità

Cosa sono, come si manifestano e come si trattano le emorroidi? Ecco un vademecum per non sbagliare.

Il problema delle emorroidi è assai frequente tra la popolazione italiana ed è molto diffuso all’estero. L’assistenza di Medici e Infermieri si rende quasi sempre necessaria. Ad esserne colpito – come spiega il Dott. Mario Petracca, Medico Proctologo – è il 10% della popolazione mondiale adulta, laddove l’incidenza è maggiore tra chi ha superato i 50 anni di età e vive in una delle aree più sviluppate del pianeta. Sono tantissimi i soggetti che ne soffrono.

Emorroidi.

Non tutti sono disposti a parlarne con il proprio medico (spesso ci si rivolge agli Infermieri perché più in confidenza con loro). Si ha paura o semplicemente ci si vergogna. Sottoporsi poi ad una visita medica accurata è ancora più imbarazzante. L’orifizio anale per molti rappresenta un tabù invalicabile, soprattutto dal punto di vista culturale. E ciò nonostante si tratti di un disturbo molto fastidioso, spesso doloroso. E’ facile da prevenire e da curare. Ecco semplici rimedi da adottare.

Il dolore è la caratteristica predominante delle emorroidi che, se trascurate, interferiscono con le comuni attività della giornata causando senso di fastidio ed irritabilità. La definizione del termine emorroidi è molto semplice. Si tratta, infatti, di dilatazioni dei plessi venosi situati in corrispondenza dei tessuti dell’ultimo tratto del retto e dell’ano. Questi piccoli cuscinetti pieni di vasi sanguigni svolgono un ruolo importante nel ricambio di sangue a livello dell’ano.

Esterne o interne.

Le emorroidi, che sono definite anche vene varicose dell’estremità viscerale perché simili alle dilatazioni dei vasi sanguigni che si osservano nella gamba, possono essere interne o esterne, a seconda del punto interessato. Le emorroidi interne non fuoriescono dall’orifizio anale e si collocano al di sopra degli sfinteri che regolano l’apertura del retto, nella membrana mucosa sottostante. Ciò le rende visibili dall’esterno solo durante i movimenti intestinali che ne determinano la protrusione o attraverso l’esercizio di una forte pressione. Le emorroidi esterne invece sono generalmente visibili dall’esterno, in quanto collocate nel tessuto sottocutaneo degli sfinteri. Di colore rossastro, che può virare al blu, si presentano normalmente morbide al tatto, ma diventano dure in caso di coagulo.

Cause delle emorroidi.

Diversi sono i fattori che possono essere considerati all’origine del dolore emorroidale. In molti casi si tratta di una semplice distensione delle pareti venose dell’ultima porzione del retto. Il rigonfiamento delle vene porta di conseguenza ad un rallentamento del flusso sanguigno, che può essere considerato l’anticamera della formazione di coaguli.

A determinare questo prolungato stato di pressione all’origine dell’inturgidimento delle emorroidi possono essere diversi fattori come l’obesità e tutti gli stati di stitichezza prolungata nel tempo. Tipico è il caso delle donne in gravidanza che vanno spesso incontro ad episodi di emorroidi in grado di regredire spontaneamente, malgrado si tratti di un fastidio che colpisce prevalentemente la popolazione maschile adulta. All’origine della stipsi ostinata può esserci un tipo di alimentazione scorretta, che fa uso eccessivo di spezie, cioccolata, cibi troppo piccanti, bevande alcoliche e pietanze troppo elaborate che rallentano la digestione. In alcuni casi le emorroidi possono associarsi a malattie cardiache o essere considerate un segno precoce di tumore.

Dolore e gradi di malattia.

Il dolore vero e proprio che si avverte in caso di strozzamento delle emorroidi non è determinato dallo sfintere dell’ano, come si potrebbe erroneamente pensare, ma dalla trombosi, cioè dall’ostruzione della circolazione sanguigna a livello della vena in cui confluisce il sangue proveniente dalle emorroidi. L’ostruzione fa sì che i cuscinetti emorroidali si gonfino provocando dolore.

La procedura che si segue nei casi di emergenza comporta una piccola incisione che permette la fuoriuscita del coagulo.

Tale operazione, che può essere praticata solo in ambiente ospedaliero, non può essere considerata però risolutiva nei confronti della malattia.

Quattro sono i gradi che la malattia emorroidale può presentare:

  • interne;
  • interne con lieve protrusione;
  • esterne che si lasciano reintrodurre nel canale anale;
  • esterne che rimangono sempre al di fuori dell’ano, spesso associate a perdita di muco.

Sintomi delle Emorroidi.

Non è rara la condizione per cui le emorroidi non determinano alcun disturbo, e in questo caso si parla di emorroidi cieche. Più spesso però la sintomatologia comune comporta una modesta perdita di sangue a ogni emissione di feci, prurito, bruciore e senso di peso rettale. Il sanguinamento può anche essere indipendente dalla defecazione, così come può colorare le feci. L’aspetto principale a cui riservare la giusta attenzione è il colore del sangue, che in questo caso dovrà essere rosso vivo, in quanto proveniente dall’ultimo tratto del canale intestinale.

La regola generale, infatti, vuole che più scuro è il colore delle perdite ematiche, più interna è la sede all’origine del sanguinamento. Il dolore è un ulteriore sintomo che si associa comunemente a questa patologia e può presentare diversi gradi di intensità, dal semplice fastidio, durante l’evacuazione o da seduti, al dolore lancinante, nel caso in cui le emorroidi risultino infiammate. A prescindere dal tipo di sintomatologia che può essere avvertita e che può presentare le dovute differenza da un caso all’altro, è sempre consigliabile rivolgersi ad un medico specialista, piuttosto che affidarsi a cure casalinghe, il più delle volte inutili, se non controproducenti.

I consigli e l’intervento di un medico esperto invece possono aiutare a superare con facilità questo tipo di disturbi anali, permettendo di tornare rapidamente alle abitudini di una vita sana e normale. Sebbene ogni caso clinico possa presentare caratteristiche specifiche e particolari, si può dire che i sintomi più comuni, osservabili sia nelle emorroidi interne che in quelle esterne sono: sanguinamento rettale, dolore, prurito ed irritazione.

Sanguinamento rettale.

Il sanguinamento è sicuramente il sintomo più comune delle emorroidi ed è anche quello che spaventa di più il paziente. Le perdite ematiche si registrano soprattutto in presenza di emorroidi interne.

Dolore rettale.

Nel caso di questo specifico sintomo si possono riscontrare differenze sostanziali, a seconda che si tratti di emorroidi interne o esterne. Le prime, infatti, non sono associate di solito a dolore, tranne nel caso in cui il loro volume ha raggiunto un livello tale da determinare un significativo rigonfiamento dell’ano. In questo frangente i semplici movimenti intestinali potrebbero essere associati a dolore di grado variabile.

Fastidio ed irritazione.

Il dolore rettale è una caratteristica delle emorroidi esterne mentre la sensazione di fastidio e di irritazione delle emorroidi interne. Queste ultime infatti tendono a secernere muco, soprattutto se di grandi dimensioni. Il muco è responsabile dell’irritazione e del prurito nella zona anale, ma esistono numerosi trattamenti in grado di risolvere il problema.

Trattamento e cura.

La scelta del trattamento più adeguato per risolvere il problema delle emorroidi (*) è strettamente legata allo stadio della malattia. Nelle forme iniziali, o comunque a scopo preventivo, si possono ottenere risultati soddisfacenti apportando semplice modifiche alla abitudini alimentari ed igieniche ed allo stile di vita in generale.

Scegliere un tipo di alimentazione più sana e ricche di fibre, praticare dell’attività fisica ed evitare uno stile di vita eccessivamente sedentario può aiutare a prevenire la stitichezza, che è alla base della formazione delle emorroidi. Una corretta igiene intima, ripetuta dopo ogni evacuazione, associata a bagni freddi ed all’applicazione di unguenti e pomate ad uso locale, può essere estremamente utile nelle fasi iniziali della malattia. Se invece lo stadio è più avanzato, come nel caso delle emorroidi di secondo e terzo grado, l’utilizzo di medicamenti topici potrebbe non essere sufficiente ad ottenere una significativa riduzione di volume dei cuscinetti emorroidali.

In questi casi sarà necessario ricorrere a trattamenti più mirati come la legatura elastica, un procedimento semplice che può essere effettuato ambulatorialmente, o la cauterizzazione, ottenuta per mezzo della cura con il freddo (crioterapia) o tramite fasci di luce (laserterapia). Il risultato che si ottiene mediante questi trattamenti, nessuno dei quali richiede l’ospedalizzazione del paziente, è dato dal riassorbimento delle emorroidi. Diverso è il caso delle emorroidi di terzo e quarto grado, che possono essere considerate come delle forme croniche, da trattare mediante un vero e proprio intervento chirurgico, se si vuole risolvere il problema in maniera definitiva (*), evitando al tempo stesso fastidiose ricadute.

La scelta dell’intervento chirurgico.

Ancora oggi molti pazienti hanno il terrore di accostarsi all’intervento chirurgico per il trattamento risolutivo delle emorroidi. Ciò è dovuto in parte al punto del corpo interessato, particolarmente intimo e delicato, ed in parte ad un retaggio del passato. Un tempo, infatti, le operazioni erano lunghe e dolorose ma al momento, grazie ai passi da gigante compiuti dalla chirurgia e dalla medicina in generale, l’intervento può dirsi estremamente più semplice, veloce ed indolore (*). Innanzi tutto si tratta di un intervento realizzabile in day hospital e con anestesia locale.

La durata dell’intera procedura è pari a pochi minuti ed al termine della giornata di degenza in ospedale si è dimessi.

Il vecchio tampone che veniva utilizzato in passato per la medicazione, e che poteva comportare qualche fastidio, attualmente viene sostituito con una semplice garza e con microtamponi che proteggono la ferita e si dissolvono progressivamente da soli. Una volta tornati a casa dall’intervento, è sempre opportuno seguire alcune misure assistenziali per prevenire infezioni e complicanze, come l’uso di blandi lassativi, una corretta igiene anale ed un periodo di degenza a letto con le gambe in posizione sopraelevata rispetto al resto del corpo, in modo da favorire il ritorno venoso ed aiutare la risoluzione della trombosi.

Per eliminare il dolore postoperatorio si può ricorrere invece ad analgesici e sedativi. Le diete povere di scorie ed i semicupi sono procedure che è possibile prendere in considerazione in seguito ad un episodio acuto di emorroidi.

Dott. Mario Petracca, Medico Proctologo
Specialista nella Cura delle Emorroidi Interne ed Esterne.
RELATED ARTICLES

2 Commenti

Comments are closed.

Novità

© 2023-2024 Tutti i diritti sono riservati ad AUSER APS - San Marco in Lamis - Tra sanità, servizi socio sanitari e recupero della memoria - D'intesa con AssoCareINFormazione.it.

© 2023-2024 ACN | Assocarenews.it

Quotidiano Sanitario Nazionale – In attesa di registrazione al Tribunale di Foggia.

Direttore: Angelo “Riky” Del Vecchio – Vice-Direttore: Marco Tapinassi

Incaricati di Redazione: Andrea Ruscitto, Lorisa Katra, Luigi Ciavarella, Antonio Del Vecchio, Francesca Ricci, Arturo AI.

Per contatti: WhatsApp > 3474376756Scrivici

Per contatti: Cell. > 3489869425PEC

Redazione Centrale: AUSER APS - Via Amendola n. 77 - San Marco in Lamis (FG) – Codice Fiscale: 91022150394