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martedì, Marzo 19, 2024
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Diabete Gestazionale: segni e sintomi, cause, trattamento.

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Cosa è il Diabete Gestazionale: esordio, cause, trattamento. Perché colpisce la donna in gravidanza?

Per diabete gestazionale si intende un aumento della glicemia (livelli di zucchero nel sangue) a digiuno o dopo i pasti e che si osserva per la prima volta in gravidanza, nella maggioranza dei casi nel secondo trimestre.

L’aumento della glicemia in gravidanza non provoca in genere sintomi.

Per questo la diagnosi può essere fatta soltanto con un carico orale di glucosio eseguito tra la 24° e 28° settimana di gravidanza.

Meno frequentemente le glicemie alte a digiuno sono già presenti nelle prime settimane di gravidanza.

Questo avviene generalmente per un diabete di tipo 2 non diagnosticato prima dell’inizio della gravidanza.

Nella maggioranza delle donne con diabete gestazionale le glicemie tornano normali dopo il parto.

Le cause.

Gli sconvolgimenti ormonali legati alla gravidanza aumentano la resistenza all’insulina, rendendo le cellule meno sensibili alla sua azione.

Il pancreas, dal canto suo, non sempre riesce a compensare tale deficit attraverso un proporzionale aumento della sintesi e del rilascio di insulina.

Il diabete gestazionale è quindi un fenomeno per certi aspetti fisiologico, che come tale non comporta normalmente gravi pericoli per la madre ed il nascituro.

Per prevenire complicanze, che in particolari circostanze possono anche divenire importanti, è comunque essenziale mantenere l’equilibrio glicemico entro i limiti raccomandati, con un rinnovato gesto d’amore verso se stesse ed il piccolo.

I Sintomi e i Fattori di Rischio.

La sintomatologia del diabete gestazionale è il più delle volte assente.

Di rado, la gestante può notare segni e sintomi tipici dell’iperglicemia.

Tra questi in particolare un aumento della sete e dell’orinazione, nausea e vomito, infezioni urinarie e visione offuscata.

Basso rischio di Diabete Gestazionale:

  • età < 25 anni peso normale prima della gravidanza peso normale alla nascita etnia a bassa prevalenza di diabete gestazionale assenza di diabete nei parenti di primo grado assenza di precedente iperglicemia assenza di precedenti problemi ostetrici

Alto rischio di Diabete Gestazionale:

  • familiarità positiva per diabete in parenti di primo grado precedente storia di GDM, ridotta tolleranza glucidica alterata glicemia a digiuno glicosuria macrosomia in gravidanze precedenti obesità glicosuria marcata nella gravidanza in corso.

Screening.

Proprio per la sua tendenza a decorrere in maniera asintomatica o paucisintomatica, l’individuazione del diabete gestazionale non può prescindere da un accurato screening, ancor più importante se viene visto come una preziosa opportunità per ridurre la frequenza di morbilità materna e fetale, e complicanze varie. Il termine screening designa una procedura clinica che non ha scopo diagnostico, ma semplicemente di identificare un sottogruppo a rischio per una determinata patologia.

Per la diagnosi definitiva, gli individui risultati positivi ad un test di screening devono pertanto sottoporsi ad un ulteriore accertamento, che – qualora risultasse positivo – permetterà un trattamento precoce in grado di produrre il miglior beneficio possibile.

A seconda della bibliografia e delle linee guida consultate, tale screening:

  • deve essere universale, ovvero condotto su tutte le gravidanze tra la 24a-28a settimana di gestazione, eventualmente anticipandolo alla 14a-18a in presenza di gravi fattori di rischio;
  • oppure: non è necessario nelle donne a basso rischio;
  • va eseguito tra la 24a e la 28a settimana di gravidanza nelle donne a medio rischio; va eseguito il più precocemente possibile, cioè tra la 14a e la 16a settimana, nelle donne ad alto rischio, che inoltre – in caso di negatività – devono sottoporsi nuovamente al test a 24-28 settimane.

La diagnosi.

Attualmente non esiste un consenso univoco a livello internazionale sui metodi di screening e diagnosi del diabete gestazionale; per lo stesso motivo non vi è uniformità nei dati epidemiologici.

L’incidenza di diabete gestazionale – che è aumentata sensibilmente negli ultimi decenni, probabilmente a causa della sedentarietà, delle mutate abitudini alimentari e dell’innalzamento dell’età media delle gestanti – è stimabile in un 10-20% della popolazione con età maggiore di 35 anni e, per quanto riguarda quella italiana, in un 6% circa (dato medio che tiene conto di tutte le fasce d’età).

Il più diffuso metodo di screening è chiamato GCT, acronimo di Glucose Challenge Test. Si tratta, sostanzialmente, di un esame da carico glucidico con 50 g di glucosio e determinazione della glicemia a 60 minuti dall’ingestione della soluzione glucosata.

Se dopo un’ora la glicemia è superiore od uguale a 140 mg/dl, ma inferiore a 180 mg/dl (7.8-10.2 mmol/L), il test è positivo, anche se non si può ancora parlare di diabete gestazionale. Per ottenere la conferma diagnostica si deve effettuare il carico orale con 100 grammi di glucosio (OGTT), questa volta a digiuno da 8-12 ore.

Non è necessario ricorrere a questo test se la glicemia supera i 198 mg/dl, elemento già di per sé sufficiente a porre diagnosi di diabete.

Durante l’OGTT a 100 grammi, la glicemia viene misurata ad intervalli di tempo regolari, a digiuno e dopo 60, 120 e 180 minuti dall’ingestione del primo sorso di soluzione glucosata: se due o più valori glicemici risultano superiori a quelli di riferimento, si pone diagnosi di diabete gestazionale; se un solo valore è superiore, si fa diagnosi di intolleranza glucidica in gravidanza.

Ulteriori informazioni sull’esecuzione del test.

Se il sospetto di iperglicemia è elevato la misurazione della glicemia basale può essere sufficiente per confermare la diagnosi di diabete;

in questo caso un valore glicemico basale >126 mg/dl o un valore occasionale >200 mg/dl sono da considerarsi diagnostici per diabete mellito, purché confermati da un secondo controllo.

Sono in corso studi longitudinali per valutare se l’esecuzione in fase unica del test da carico glucidico standard possa essere applicato al posto del carico glucidico di 100 g.

I prossimi dati dovrebbero quindi smorzare le polemiche infinite sulla diagnosi di diabete gestazionale, proponendo un modello di riferimento omogeneo.

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