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Creatinina: cos’è e quali sono i suoi valori anomali.

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Oggi parliamo di Creatinina. Quali sono i valori normali di questa sostanza chimica di scarto del nostro organismo e quando dobbiamo preoccuparci?

Sentiamo spesso parlare di Creatinina alterata e di possibili patologie ad essa correlate, ma di cosa si tratta? E’ in pratica una sostanza chimica che viene scartata dopo il metabolismo muscolare della Fospocreatina. Quest’ultima è una proteina indispensabile per la produzione di energia utile al corretto funzionamento dei muscoli.

Scopriamo assieme a cosa occorre fare attenzione, quali valori occorre tenere sotto osservazione e quando dobbiamo affidarci al Medico per capire cosa sta accadendo.

Una volta prodotta – si legge sul portale dell’Istituto Superiore di Sanità – la creatinina è filtrata dai reni ed espulsa dall’organismo attraverso le urine. Se i reni non funzionano correttamente, la quantità di creatinina nel sangue aumenta poiché non viene eliminata. Per questo motivo il livello di creatinina nelle urine costituisce un indicatore affidabile per capire se i reni funzionano bene o se sono presenti disfunzioni renali.

La quantità di creatinina prodotta da un individuo dipende dal sesso, dal peso o dall’età ed è proporzionale alla sua massa muscolare. Gli uomini, infatti, ne hanno livelli più elevati rispetto alle donne e ai bambini. Anche l’assunzione di alcuni integratori alimentari a base di creatina possono innalzarne le quantità nell’organismo. È quindi consigliabile informare sempre il medico curante del loro uso così da permettergli di valutare ed interpretare correttamente i risultati delle analisi effettuate.

Il test della Creatinina.

La rilevazione dei valori (test) della creatinina è fondamentale per valutare la funzionalità renale. Essa è prescritta a persone che presentano disturbi (sintomi) quali:

  • affaticamento, problemi di concentrazione, scarso appetito, disturbi del sonno;
  • gonfiore, soprattutto intorno a occhi, viso, polsi, addome, cosce o caviglie;
  • urina scura, con tracce di sangue o color caffè;
  • diminuzione della quantità di urina;
  • difficoltà ad urinare, bruciore, perdite anomale, cambiamento della frequenza nell’urinare soprattutto di notte;
  • dolore al fianco sotto le costole, nella zona dei reni;
  • pressione alta

Il test della creatinina è richiesto ad intervalli regolari anche a coloro che soffrono di malattie renali, sia per tenere sotto controllo la progressione della malattia sia per accertarsi dell’efficacia di un’eventuale cura (terapia) farmacologica. In particolare, l’esame è raccomandato una volta l’anno alle persone colpite da malattie che possono influire sui reni come: diabete di tipo 1, diabete di tipo 2 ed ipertensione.

Anche in assenza di disturbi specifici, il test può comunque essere prescritto per verificare il corretto funzionamento dei reni. Può essere effettuato nel sangue e nelle urine.

Nel primo caso l’esame, denominato creatininemia, è eseguito sul sangue prelevato con un ago da una vena del braccio. La persona che vi si sottopone deve essere a digiuno e non deve aver effettuato sforzi fisici nelle 8-12 ore precedenti il prelievo. Subito dopo potrà ritornare alle proprie attività. Il solo esame della creatininemia non è, però, in grado di stimare con precisione la funzionalità renale, quindi, è spesso associato alla ricerca della quantità di creatinina nelle urine attraverso un’analisi denominata creatininuria. Per eseguirla occorre un campione di urine raccolto nelle 24 ore secondo un metodo molto preciso: dopo aver gettato via la prima urina del mattino si deve raccogliere tutta quella prodotta nella giornata e la prima del mattino successivo in appositi contenitori acquistati in farmacia (la capacità consigliata è di 2,5 litri ed è bene che abbia un comodo tappo a vite). Le urine andrebbero conservate in frigorifero tra 4°-8°C in modo da limitare la crescita di germi e l’azione diretta della luce. L’assunzione di farmaci non influisce sul risultato di questi esami, ma è sempre consigliabile avvertire il medico se si stanno prendendo medicine per le malattie sopracitate (ad esempio, diuretici).

I risultati del test nel sangue e del test nelle urine possono, inoltre, essere utilizzati per un terzo esame ancora più approfondito: la clearance della creatinina (cioè la creatinina depurata). Si tratta di una analisi combinata che mette in relazione i risultati delle misurazioni della creatinina nel sangue e nelle urine. Il valore normale della clearance della creatinina è compreso tra 95 e 140 millilitri al minuto (ml/minuto), nell’uomo, e tra 85 e 130 ml/minuto, nella donna. Se il risultato è più basso del normale, è possibile sospettare una insufficienza renale e potrebbe essere necessario fare altri esami di approfondimento. Se il risultato è più alto del normale, probabilmente si tratta semplicemente di una persona con scarsa massa muscolare. Per quest’analisi è molto importante essere a digiuno e a riposo da sforzi fisici da almeno 8-12 ore precedenti il prelievo.

Ultimamente, nelle persone adulte (di età superiore ai 18 anni), insieme alla creatinina la maggior parte dei laboratori effettua un ulteriore esame di controllo per scoprire precocemente un danno ai reni e per valutare nel tempo la loro funzionalità. Si tratta del eGFR (glomerular filtration rate, tasso di filtrazione glomerulare stimato) che può essere determinato, senza l’uso di altre analisi, nello stesso momento in cui il campione di sangue viene prelevato per la misurazione della creatinina. Non richiede alcuna preparazione particolare tranne evitare di mangiare carne nelle 12 ore precedenti l’esame.

Il risultato dell’analisi dovrebbe avere, di norma, un valore compreso tra i 90 e i 120 ml/min e comunque non inferiore a 60 ml/min/BSA (body surface area, area di superficie corporea).

È importante ricordare che, anche in questo caso, il risultato ottenuto dipende da fattori variabili quali: età, sesso, massa muscolare, peso etc.

I suoi valori.

I valori di creatinina presenti nel sangue e nelle urine variano in base ad età, sesso, peso e altezza della persona che si sottopone all’analisi.

Il valore normale per la creatinina nel sangue può essere compreso tra 0,84 a 1,21 milligrammi per decilitro (mg/dl). Gli uomini, di solito, presentano livelli più elevati rispetto alle donne perché la quantità di creatinina nel sangue aumenta con l’ampiezza della massa muscolare. È opportuno sapere che i valori individuati come normali (valori di riferimento) nei risultati delle analisi possono variare da un laboratorio all’altro e sono, in genere, riportati accanto ai valori rilevati dal test.

Quantità superiori a quelle individuate come normali (valori di riferimento) indicano che la creatinina è alta. Le persone muscolose possono avere livelli più elevati di creatinina nel sangue rispetto al normale senza che essi indichino la presenza di una malattia. Gli anziani, invece, possono avere valori più bassi della norma. I neonati hanno livelli di creatinina che si aggirano attorno a 0,2 mg/dl o più, a seconda del loro sviluppo muscolare.

I valori normali della creatinina urinaria sono 0,8 g per 24 ore e dipendono dalla massa muscolare.

Qualsiasi condizione che compromette la funzionalità renale è in grado di aumentare il livello di creatinina nel sangue. Quindi, se risulta un aumento di creatinina nel sangue al di sopra dei valori medi indicati, occorre accertarne (diagnosticare) il motivo. In particolare, per prima cosa, bisogna capire se la causa sia un’insufficienza renale e, in caso affermativo, se sia presente da tempo o si sia verificata di recente. Anche la pressione alta e il diabete mellito possono portare ad un valore elevato di creatinina (ipercreatininemia). In questo caso i reni potrebbero non svolgere bene il loro lavoro e non far “passare” nelle urine la creatinina presente nel sangue. Il medico, probabilmente, proporrà di eseguire un altro esame per confermare, o meno, il risultato. Se si sospetta un danno ai reni, infatti, è importante eliminare tutti i fattori che potrebbero aggravarlo poiché le alterazioni del funzionamento dei reni sono permanenti e irreversibili. Una cura corretta, invece, può contribuire a non peggiorare la loro condizione.

Temporanei aumenti del livello di creatinina nel sangue si possono anche avere come conseguenza di una dieta ricca di proteine (mangiare troppa carne), di eccessi sportivi, di danni (traumi) muscolari, di eccessiva produzione di ormoni tiroidei (ipertiroidismo), di carenza di acqua nell’organismo (disidratazione) oppure per l’assunzione di alcuni farmaci come quelli utilizzati in oncologia, cardiologia, gastroenterologia o di antinfettivi.

Anche alcuni antibiotici alterano i livelli di creatinina nel sangue: gli aminoglicosidi, ad esempio, possono aumentarla e produrre danni renali, mentre le cefalosporine ne aumentano i livelli nel sangue senza però causare alcun danno renale. Considerata la variabilità dei fattori che possono influenzare i livelli di creatinina, prima di trarre conclusioni affrettate sulla valutazione dei risultati delle proprie analisi è opportuno sottoporli al proprio medico e informarlo delle proprie abitudini e dell’eventuale impiego di farmaci concomitante alla misurazione della creatinina. Solo il medico curante che conosce i propri assistiti e l’evoluzione del loro stato di salute nel tempo potrà indicare eventuali altri accertamenti da eseguire e/o le cure più adeguate.

I disturbi più comuni legati alla creatinina alta nel sangue sono: disidratazione, affaticamento, stanchezza frequente, gonfiore ai piedi, alle caviglie o intorno agli occhi, scarso appetito, prurito e pelle secca, crampi muscolari, bisogno frequente di urinare e sensazione dolorosa, mancanza di respiro, stato confusionale.

Livelli bassi di creatinina (ipocreatininemia) non sono comuni e di solito non sono motivo di preoccupazione. Comunemente si registra un leggero abbassamento di creatinina durante la gravidanza, quando il feto inizia a svilupparsi nel grembo materno e i nutrienti vengono trasportati dalla madre al bambino tramite il cordone ombelicale. Altre cause di creatinina bassa del sangue sono: la diminuzione di massa muscolare in seguito a normale invecchiamento, malattie muscolari, malattie al fegato, una dieta a basso contenuto di proteine (con poca carne).

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