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Coronavirus. Si rischia di morire più di infarto che di Covid-19. Aumento del 14% dei casi.

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Triplicata la mortalità per Infarto in Italia dall’inizio della Pandemia da Coronavirus. Quasi il 14% di casi negli ultimi mesi. La Società Italiana di Cardiologia lancia l’allarme.

La mortalità per infarto è triplicata passando dal 4.1% al 13.7% a causa della mancanza di cure (la riduzione dei ricoveri è stata del 60%) o dei ritardi (i tempi sono aumentati del 39%), causati dalla paura del contagio. E’ quanto riferisce Ciro Indolfi, presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC). Il suo sodalizio ha eseguito uno studio nazionale in 54 ospedali, nella settimana 12/19 marzo, durante la pandemia di Covid-19, confrontandola con lo stesso periodo dello scorso anno.

Indolfi lancia l’allarme: “la situazione contingente di paure e di scetticismo da parte di chi soffre di patologie cardiache rischia di bruciare 20 anni di prevenzione”.

“Il calo più evidente ha riguardato gli infarti con occlusione parziale della coronaria ma è stato osservato anche in ben il 26,5% dei pazienti con una forma più grave d’infarto. La riduzione dei ricoveri per infarto è stata maggiore nelle donne rispetto agli uomini e non solo i pazienti con infarto si sono ricoverati meno ma quelli che lo hanno fatto si sono ricoverati più tardi» Nonostante la pandemia Covid 19 si sia concentrata nel Nord Italia, la riduzione dei ricoveri per infarto è stata registrata in modo omogeneo in tutto il Paese: Nord e Sud 52,1% e 59,3% al Centro. «Una riduzione simile a quella dei ricoveri per infarto è stata registrata anche per lo scompenso cardiaco, con un calo del 47% nel periodo Covid rispetto al precedente anno – osserva Pasquale Perrone Filardi, Presidente eletto SIC – La riduzione dei ricoveri per scompenso cardiaco è stata simile tra gli uomini e le donne. Una riduzione sostanziale dei ricoveri è stata osservata anche per la fibrillazione atriale con una diminuzione di oltre il 53 % rispetto alla settimana equivalente del 2019, così come è stata registrata una riduzione del 29,4% di ricoveri per malfunzione di pace-makers, defibrillatori impiantabili e per embolia polmonare” – aggiunge Salvatore De Rosa, coautore dello studio SIC.

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