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Orto d’aiuto, quando la terapia passa dal lavoro agricolo

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Orto d'Aiuto: progetto a scopo terapeutico in Puglia.

L’agricoltura utilizzabile a scopi terapeutici. Parte da Villanova, antica ed attiva località agricola ai piedi di Rignano Garganico, in Puglia, un ambizioso progetto che potrebbe rivoluzionare l’agricoltura nella sua funzione, oltre che produttiva, anche educativa e culturale.

Di questo tema dal significativo titolo “Essenzialmente vivaio – Vivere l’inclusione, valorizzando attività di Orto di aiuto” se ne è discusso nel corso di un incontro svoltosi venerdì 2 febbraio presso la sala consiliare del piccolo centro garganico.

Ma che cos’è l’Orto di aiuto?

È una metodologia di intervento che integra, rafforza e coadiuva le tradizionali terapie e può essere utilizzata su persone con disagio fisico e psichico, con l’intento di migliorare, assieme al comportamento, lo status fisico, cognitivo, educativo, psicologico–emotivo dei soggetti interessati ossia di coloro che spesso hanno difficoltà ad interagire con il prossimo e soprattutto con la natura.

Quindi, si tratta di insegnare loro il ciclo della vita  e i tempi di attesa, la comprensione della produzione del cibo che si consuma, nonché tutte le pratiche occorrenti per la cura dei prodotti della terra. Attività, quest’ultima, che diventi, man mano che il processo educativo avanza, una pratica piacevole e ludica, facendo emergere insospettate abilità tra gli addetti ai lavori. Altresì, simile pratica aiuta a mettersi in gioco e a prendere confidenza col proprio corpo e a prendersi cura di ciò che è diverso da sé.

Il contatto con la terra, l’osservazione di forme e colori”, i chiaroscuri dei vegetali trasmettono di per sé sensazioni rilassanti, stimolando le capacità non solo percettive, ma anche affettive. Per Rignano non si tratta di una novità, ma di una riscoperta. Infatti, un progetto del genere stava per essere messo in atto una trentina di anni  sulla zona montana prossima al paese.

L’idea di uno psichiatra

Ad ipotizzarlo era stato Antonio Pettolino, valente psichiatra sammarchese e convinto basagliano. Ma dopo non se ne fece più nulla, anche perché allora il sanitario era impegnato a dirigere il  presidio psichiatrico dell’Umberto I della sua città, considerato uno dei più attivi e d’avanguardia della provincia.  Comunque sia, ecco la scaletta degli interventi.

La presentazione del progetto

Minori e disabili non saranno più soli ed abbandonati a se stessi, ma diventeranno presto soggetti attivi del loro recupero ed inserimento nel sociale, a Rignano Garganico.

Il riferimento è al progetto “Essenzialmente Vivaio – Vivere l’inclusione, valorizzando attività innovative diorto di aiuto, presentato, ieri sera, ad una platea selezionata ed attenta  presso la Sala Consiliare del Comune.

A prendere la parola per primo è stato il sindaco Luigi Di Fiore, che, oltre a dare il benvenuto , si è detto assai felice di fornire il supporto comunale  ad una iniziativa di grande spessore umano  e culturale, come quella in predicato, finalizzata al recupero al lavoro e al sociale di cittadini sfortunati ed esclusi dal vivere comune della società.

In sintonia si è espresso, oltre al vice-sindaco Emanuele Di Fiore e all’assessore all’agricoltura, Giosuè Del Vecchio, anche il sindaco di San Marco in Lamis, Michele Merla. Quest’ultimo ci ha tenuto a sottolineare che il progetto in parola,oltre a soddisfare una esigenza assai avvertita nell’ambito assistenziale del Piano di zona, qualifica il territorio o lo riscatta in senso positiva l’immagine del Promontorio, caduta in ribasso dopo la strage mafiosa dell’estate scorsa.

La parola è poi passata ai relatori protagonisti, Giovanni E. Battista Terrenzio titolare dell’Azienda “Viavai Villanova” che ospiterà la sperimentazione in parola e Assunta di Matteo, pedagogista clinica responsabile della rete che coinvolge, oltre al Comune di Rignano, l’associazione S.U.D.(Solo Uguali Diritti) e Sesamo Sofware. A loro dire, l’obiettivo primario del progetto è quello di “accrescere nonché sperimentare i servizi di supporto di 4 miniri e 10 giovani disagiati (ma ne saranno molto di più se entreranno a fare parte i Comuni di San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo e di Dannicandro G.). Si opererà attraverso interventi socio-educativi e riabilitativi strutturati nell’orto di aiuto con il sapere e il sapere fare di una équipe multidisciplinare e degli agri-tutor    che sono gli agricoltori pensionati volontari. Dopo l’iniziale sperimentazione (si parla di sei mesi) si intende costituire una cooperativa che si occuperà della fase di  trasformazione delle piante officinali prodotte e della commercializzazione degli oli essenziali. E questo con la partecipazione dei disagiati interessati.

L’azienda dei Terrenzio insiste su una superficie di 100 ettari irrigui, occupandosi, in parte di attività olivicola e di frantoio e di tutta la filiera orticola sino alla quinta gamma, coltivando a rotazione i terreni per le produzioni estive e invernali (pomodori in specie datterini, spinaci, broccoli, melanzane, zucchine, ecc.). Tutti i prodotti sono certificati bio. Da qualche anno funziona un salsificio e un caseificio.

L’azienda ha ottenuto anche riconoscimenti ISO 14000 e GlobalGAP, certificata da Icea secondo le direttive europee al riguardo. É  dagli esperti un’azienda modello da sempre attenta al rispetto dell’ambiente e della legalità. Oltre ai vivai dei prodotti orticoli, ubicati nei pressi della SP pedegarganica, per le piante officinali (rosmarino, timo, menta, lavande, ecc.) ci si avverrà della contigua area.

Il progetto in parola si inserisce nella rete nazionale delle ‘Fattorie sociali’, costituita da 300 aziende , che danno lavoro a trentamila addetti per un fatturato di oltre duecento milioni di euro.    

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