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venerdì, Marzo 29, 2024
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Un farmaco (orale) curerebbe il Covid a casa.

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Può diventare la cura a casa contro il virus: “Promettenti i risultati della sperimentazione”.

Finalmente un farmaco orale funziona contro il Covid. È un risultato che, se confermato dall’attenta analisi delle agenzie regolatorie, ci farà avere «cure domiciliari. Che sono arrivate – guarda caso – dai ricercatori seri e non dalle nutrite e vocianti truppe di cialtroni che si autocertificano geni incompresi», commenta il professor Roberto Burioni, senza evitare la consueta frecciatina e poi ancora: «Tra i pazienti che hanno preso il farmaco (orale) nessuno è morto.

Potrebbe essere attivo anche contro futuri coronavirus. Aggiungo che il trattamento con questo farmaco costa 700 dollari, mentre la vaccinazione qualche decina di dollari. Per cui vi prego di non fare gli interessi di Big Pharma e vaccinatevi».

«È un’antivirale in senso stretto, diversamente da altri tre farmaci appena approvati da Aifa che regolano la risposta anti-infiammatoria – spiega Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, – al momento il profilo di sicurezza è molto buono.

È il primo farmaco che agisce contro il virus;. L’altro che avevamo a disposizione era il remdesivir ma non era così specifico. Infine ci sono i monoclonali. Potrebbe essere assunto anche a casa, sotto controllo medico. E potrebbe essere usato anche come profilassi.

Nessun farmaco a oggi presenta tutti questi vantaggi». Per ora «non resta che attendere l’approvazione delle agenzie regolatorie».

Per Maga, l’importanza di avere un farmaco di questo tipo «sta nel fatto che oggi si può pensare a terapie in combinazione», dove nell’armamentario ci sono ora a disposizione i vaccini, che prevengono l’infezione e le forme gravi di malattia, e i monoclonali, che possono essere usati nel trattamento. «Avere un portafoglio di strumenti che ci permettono di combattere la malattia è auspicabile aggiunge Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute – I risultati da sembrano promettenti».

Il farmaco è un derivato sintetico nucleosidico, che ha la capacità di inibire la replicazione facendo copiare virus sbagliati. In questo modo dà un’informazione sbagliata al virus che così non può essere più pericoloso. E particolarmente soddisfatto è Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, dove «è stato arruolato l’unico paziente italiano nello studio sul molnupiravir.

Eravamo diversi centri in competizione e siamo stati l’unico a trovarlo, e grazie anche al paziente». «L’azienda ha deciso di interrompere lo studio per manifesta superiorità.

Questo antivirale – prosegue Bassetti – può davvero diventare la cura a casa nelle fasi precoci del Covid, e quando sarà approvato avremo una serie di trattamenti per il Covid straordinari e a soli 18 mesi dal primo caso di coronavirus.

Questo significa che, dal punto di vista della ricerca, abbiamo fatto uno sforzo straordinario e l’Italia è prima in Ue e quarta al mondo per contributi scientifici sul Covid».

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