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venerdì, Aprile 19, 2024
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Elma, caregiver: “se il Paziente è grave occorrono tempi più lunghi per ottenere i presidi dall’Asst”.

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Riceviamo e pubblichiamo la missiva di una caregiver varesina che ha constatato con mano alcune ambiguità dell’Assistenza Domiciliare Integrata in Lombardia.

Gentile Direttore,

desidero raccontare la disavventura che la mia mamma e io stiamo vivendo.

La mia mamma è disabile al 100%. Nei giorni attorno al 18 luglio la mamma va incontro ad un grave peggioramento di una lesione da decubito. Rimane dunque allettata, perché non è possibile che stia seduta.

È un fine settimana, contatto immediatamente il personale de Iltuoinfermiere.it, che conosco perché spesso ha effettuato i prelievi di sangue a domicilio.

L’infermiere si rende disponibile per il giorno 20 luglio. Constatata la gravità della situazione, in presenza dell’infermiere, contatto immediatamente il medico di base, che è assente, ma ha un sostituto. Il medico, anche dopo essersi consultato con l’infermiere, prescrive immediatamente visita chirurgica d’urgenza.

Mi precipito in ospedale per prenotare la visita che viene programmata per il giorno 22 luglio. Nel frattempo viene anche prescritto dal medico un antibiotico a copertura. Fin qui nulla di particolare.

Il 22 porto la mamma in ospedale con ambulanza, viene effettuata rimozione quasi completa di vasta necrosi con relativa medicazione; sono programmate ulteriori quattro visite di controllo in ospedale, per il resto dovrò provvedere tramite assistenza infermieristica a casa per le medicazioni.

Chiedo dunque i necessari ausili: un
materasso antidecubito e un cuscino per la carrozzina, un sollevatore. Naturalmente occorre la prescrizione di un medico. Siamo a cavallo di un altro fine settimana.

Il primo giorno utile lavorativo (il 26 luglio) contatto nuovamente il medico di base, che mi fissa un ulteriore appuntamento per il giorno seguente, in cui effettua la prescrizione.

Il 28 luglio mi reco all’ADI (Assistenza domiciliare integrata) dell’ASST Settelaghi di Varese.

All’ADI mi si dice che la prescrizione del medico di base non è corretta poiché mia madre, già allettata e quindi grave, non può usufruire dei normali dispositivi, ma di particolari ausili che solo il fisiatra può prescrivere.

Il paradosso emerge immediatamente: se una persona è grave occorrono tempi più lunghi!

Richiamo telefonicamente il medico che mi prescrive la visita fisiatrica di gravità B, da effettuarsi quindi entro 10 giorni; il 30 luglio vado al CUP dell’Ospedale di Circolo, che non individua una disponibilità e mi manda in reparto, dove mi viene programmata la visita per il giorno 2 agosto.

Il 2 agosto mi reco in Ospedale al reparto di Fisioterapia. Il medico fisiatra prescrive d’urgenza online i 3 ausili necessari. Mi suggerisce di telefonare all’ADI- PROTESICA MAGGIORE per segnalare numero pratica oppure di recarmi direttamente in tale sede. Sono vicina e mi reco personalmente. Mi si dice che la prescrizione è a loro visibile, che non era necessario che mi recassi lì, che consegneranno entro 2-3 settimane!!! Che dire? Si resta davvero sgomenti.

Nel frattempo procedo con le medicazioni private giornaliere con il Dott. Gioacchino Costa (de “Iltuoinfermiere.it”), ma al contempo negli stessi giorni (il 29 luglio) porto mia mamma in ospedale per la medicazione fissata. Mi dicono che probabilmente c’è un’infezione e che occorre effettuare un tampone specifico per eventuale prescrizione di altro antibiotico. Non effettuano il tampone in ospedale. Devo dunque nuovamente richiamare il medico di base per l’ulteriore prescrizione e programmare in tempi accettabili il tampone. Siamo nuovamente in un fine settimana. Il tampone potrà essere effettuato solo il 2 agosto.

Segnalo che in tutti gli uffici e in Ospedale ho potuto apprezzare sempre una grande sensibilità e disponibilità, una gentilezza estrema.

Il problema grave è il sistema farraginoso e inaccettabile in un Paese civile, o che almeno dovrebbe esserlo.

Elma Bandiera, caregiver

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