Negli scorsi giorni è stato divulgato dall’Istat il Rapporto sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione Europea che ci ha mostrato dati piuttosto altalenanti. Il documento tratta una vasta varietà di dati, dalle malattie croniche alle rinunce alle cure.
Per quanto riguardano i dati sui Caregivers italiani, purtroppo i numeri sono piuttosto gravi.
Sono infatti 7,3 milioni gli italiani in età superiore ai 15 anni che assistono un loro familiare. Tradotto in termini statistici, la media è del 14,9%.
Un italiano su 7 insomma, senza contare che almeno un altro di questi sette sarà l’italiano da assistere.
La media dei 28 paesi dell’Unione Europea è del 12,7%. L’Italia in questa triste classifica viene dopo diversi paesi tra cui la Germania (12,6%), l’Olanda (13,4%), La Spagna (10,9%), il Portogallo (10,7%) e molti altri.
Siamo, in questo elenco, quint’ultimi. Peggio di noi soltanto Danimarca (18,7%), Grecia (15,9%), Malta (16%) e Regno Unito (16,3%), mentre per quanto riguarda la Francia, di essa non sono noti i dati.
Caregiver riconosciuto nella Legge Bilancio 2017
Il governo Gentiloni ha inserito nella Legge di Bilancio 2017 l’Art. 30-bis il quale testualmente prevede un Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare.
L’articolo recita: È istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare con una dotazione iniziale di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020. Il fondo è destinato alla copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver familiare.
Questo importante momento di riconoscimento formale lascia però moltissime perplessità sulle modalità di ripartizione e di possibilità di richiesta dei fondi. Non c’è però da preoccuparsi troppo: infatti i 20 milioni di euro dovranno essere spartiti dai 7,3 milioni di caregivers italiani, ovvero 2,73 euro all’anno.
Insomma il caffè, la brioche e la spremuta domattina li offre il governo.
Povera Italia.