? Se parliamo di Antibiotici e antibiotico-resistenza da parte di batteri pensiamo subito agli ospedali. Associazione gusta ma il problema, nel 50% dei casi, inizia sulle nostre tavole!
In Italia, il 50% degli antibiotici non viene assunto da malati ma da polli, tacchini e maiali negli allevamenti intensivi.
Animali perlopiù sani ma che vengono giornalmente nutriti anche di farmaci, per evitare di andare incontro allo sviluppo di patologie che ne comprometterebbero la macellazione e, quindi, il profitto per l’allevatore.
Oltre ai problemi etici rispetto questi poveri animali, a livello clinico i problemi sono 2:
- Ci mangiamo antibiotici, assieme alla carne. Questo aumenta la farmacoresistenza dei batteri che via via incontriamo.
- I batteri che hanno ceppi trasmissibili tra animale e uomo acquisiscono farmacoresistenza anche nell’ospite animale. Quindi arrivano a noi già “invincibili”.
Questi dati sono stati raccolti in uno studio a cura del Policlinico Gemelli di Roma e pubblicati sulla rivista Igiene e Sanità Pubblica e rappresenta una realtà inquietante.
Studiosi e medici del settore raccontano come il Piano per contrastare l’antibiotico-resistenza del Ministero della Salute non abbia avuto quasi attuazione, nonostante la sua approvazione avvenuta nel 2017.