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Alimentazione: Olio di Palma, la Scienza non ha certezze!

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Olio di palma: la Scienza non ha certezze e continuiamo ad assumerlo negli alimenti!

Secondo le statistiche più aggiornate (ISTAT 2016) le malattie cardiovascolari, come l’infarto acuto del miocardio e l’angina pectoris, e le malattie cerebrovascolari, come l’ictus ischemico e l’ictus emorragico, rappresentano la principale causa di morbosità, invalidità e mortalità in Italia, sia nella popolazione femminile che in quella maschile (220.552 casi con un tasso standardizzato di mortalità di 29,59 per 10.000 abitanti). Al primo posto si collocano le malattie ischemiche del cuore con 66.400 casi, seguono le malattie cerebrovascolari con 56.710 casi, altre malattie cardiache (50.835 casi) e altre malattie del sistema circolatorio (46.607 casi).

L’alta prevalenza di malattie cardiovascolari è in gran parte attribuibile allo stile di vita contemporaneo che è spesso caratterizzato da sedentarietà e da una dieta ricca di grassi saturi e zuccheri e ridotto consumo di acidi grassi polinsaturi (PUFA), frutta, verdura e fibre.
Studi epidemiologici hanno, infatti, confermato una forte associazione tra il consumo di grassi, in particolare gli acidi grassi saturi e trans, i livelli plasmatici di colesterolo e il tasso di mortalità per coronaropatia.

Sono stati, inoltre, segnalati effetti cardiovascolari benefici nelle popolazioni che consumano una dieta di tipo mediterraneo. Infatti, molti nutrienti e molecole bioattive presenti nella frutta e nella verdura, compresi fibre, vitamine, minerali e antiossidanti, hanno dimostrato di favorire la riduzione del rischio cardiovascolare.

Negli ultimi anni l’olio di palma si è trovato al centro di un’accesa polemica riguardo i suoi potenziali effetti negativi sulla salute, che ha condotto, tra le altre cose, ad una massiccia campagna pubblicitaria da parte dell’industria alimentare, volta all’esclusione di questo grasso dalla tabella nutrizionale dei principali prodotti alimentari trasformati.

L’elevata quantità di acidi grassi saturi, unita alle crescenti disponibilità e consumo di questo olio, hanno portato a pensare che l’olio di palma contribuisca all’aumento del rischio di malattie cardiovascolari.

L’olio di palma deriva dal frutto della palma (Elaeis guineensis) ed è costituito da una miscela di acidi grassi insaturi e saturi: acido oleico al 40% (monoinsaturo), acido linoleico al 10% (polinsaturo), acido palmitico al 45% e acido stearico al 5% (saturi).

L’olio di palma è comunemente usato nelle margarine, nei grassi utilizzati per la cottura degli alimenti, negli oli per friggere e nei prodotti da pasticceria.

Il rapporto 2003 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che vi sono prove convincenti del fatto che il consumo di olio di palma contribuisca ad aumentare il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari. Tuttavia, una revisione sistematica della letteratura pubblicata nel 2018 indica che non vi è alcuna prova di una chiara associazione tra il consumo di olio di palma e il rischio di mortalità per eventi cardiaci, in particolare per cardiopatie coronariche e ictus (Ismail SR, 2018).

L’elevata percentuale di grassi saturi, in particolare l’acido palmitico, nell’olio di palma è stata collegata al rischio aumentato di aterosclerosi. Nonostante ipercolesterolemia e aterosclerosi siano importanti determinanti della patologia cardiovascolare, le evidenze attualmente a disposizione non consentono di stabilire una relazione certa con il consumo di olio di palma.

La differenza nell’aumento di colesterolo LDL con l’utilizzo di olio di palma rispetto ad altri oli vegetali a basso contenuto di grassi saturi è clinicamente insignificante. Inoltre, la disponibilità di acido oleico, acido linoleico, vitamina A e vitamina E nell’olio di palma ha dimostrato di essere un fattore cardioprotettivo.

Alla luce dei dati attualmente presenti in letteratura non è possibile trarre conclusioni definitive a causa dei campioni di studio limitati e della scarsa valutazione di possibili fattori alimentari di confondimento quali il consumo di altre fonti di grassi saturi.

Inoltre, la grande disponibilità di olio di palma non solo come olio da cucina, ma anche in numerosi prodotti alimentari rende difficile quantificare la sua reale associazione con gli esiti cardiovascolari.

Vi è una chiara necessità di studi su scala più ampia e di migliore qualità per valutare l’associazione tra il consumo di olio di palma e rischio cardiovascolare.
Uno studio pubblicato dall’ EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) nel 2016 segnala che a temperature superiori ai 200 °C l’olio di palma sviluppa sostanze che, se assunte in dosi elevate, sono genotossiche, ovvero in grado di mutare il patrimonio genetico cellulare. Tuttavia, difficilmente tali temperature sono raggiunte durante i processi di lavorazione dell’industria dolciaria, maggiore utilizzatrice del suddetto olio.

Inoltre, le componenti cancerogene studiate in laboratorio difficilmente vengono raggiunte nell’ambito di una normale alimentazione.
Alla luce di queste considerazioni, il comitato CONTAM ha dichiarato, riguardo a queste sostanze e al consumo di olio di palma, che non intende fissare un livello di sicurezza da non superare, perché sarebbe scientificamente scorretto.

Restano, tuttavia, valide le raccomandazioni di non abusarne, considerando la grande varietà delle possibili fonti alimentari, e di valutare i tempi di esposizione, in funzione dell’età del consumatore.

Dal 2010 al 2015 la quantità di sostanze genotossiche è molto diminuita, probabilmente perché l’industria alimentare ha attuato dei cambiamenti nei sistemi di produzione per evitare di raggiungere le temperature critiche.

Con la revisione del 2018, l’EFSA afferma che non ci sono possibilità concrete di superare la soglia di sicurezza nel consumo di olio di palma, con la sola possibile eccezione dei neonati allattati esclusivamente con latte artificiale, di cui, uno degli ingredienti è proprio l’olio di palma.

Dott.ssa Valeria Galfano
Dott.ssa Valeria Galfanohttps://www.valeriagalfano.it
La dott.ssa Valeria Galfano è un Medico Chirurgo specialista in Alimentazione e benessere psico-fisico. E' autrice del blog www.valeriagalfano.it.
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