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L’Infermiere Andrea Cecconi resta in Parlamento: nessuna dimissione!

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L'Onorevole (ed infermiere!!) Andrea Cecconi

L’Infermiere e Deputato Andrea Cecconi decide di non dimettersi più da Parlamentare e di rimanere fedele al Movimento 5 Stelle. Al momento si è iscritto al Gruppo Misto della Camera, ma è in attesa di capire se sarà “perdonato” o meno dal movimento di Beppe Grillo e Luigi Di Maio. Come si ricorderà fu coinvolto nello scandalo sui mancati rimborsi elettorali al partito.

Il M5S gli aveva chiesto, con tanto di contratto firmato, di dimettersi e di ridare dignità al gruppo dopo lo scandalo sollevato dal programma televisivo di Italia Uno “Le Iene”. Cecconi aveva accettato nonostante la vittoria schiacciante nel suo collegio elettorale contro il ministro uscente dell’Interno Marco Minniti. Ieri il dietrofront e l’annuncio di voler rimanere in Parlamento. L’accordo sottoscritto è “carta igienica”

“In questo momento storico per l’Italia e per la nostra Professione abbiamo bisogno di Infermieri che ci rappresentino in Parlamento – ha ricordato Gioacchino Costa, presidente di AssoCare.it, l’Associazione Nazionale Infermieri e Professionisti della Salute esperti di Formazione e di Informazione – ha commesso un errore ed è pronto a rimediare. Come associazione infermieristica gli chiediamo apertamente di rimanere alla Camera e di rappresentare, come fatto in passato, le istanze della nostra categoria, che lui conosce molto bene essendo anche figlio di colleghi. Tutto il nostro sostegno a Cecconi. Il Movimento di Grillo e Di Maio lo riabiliterà molto presto, ne siamo sicuri.”

Lo spoglio delle schede elettorali aveva portato lo scorso 4 marzo alla grande soddisfazione per la nostra  famiglia professionale: l’Onorevole Andrea Cecconi, deputato del Movimento 5 Stelle, era stato un infermiere appena rieletto nelle Marche. Oggi alla Camera dei Deputati pare abbia votato per il neo-presidente Roberto Fico.

In esclusiva per Assocarenews.it aveva risposto ad alcune domande su politica e professione. Vediamo quali.

Il suo MOVIMENTO da tempo sta mettendo in atto dei blitz negli Ospedali Italiani per testimoniare lo sfascio del Sistema Sanitario Nazionale e Regionale. Cosa avete intenzione di fare in merito una volta rieletti in Parlamento e perché no alla guida del Governo?

In questi cinque anni i cittadini sono stati i tristi spettatori di un costante depauperamento di tutti i servizi pubblici e non è necessario essere parlamentari per affermare che la sanità, come tutti i servizi preposti alla salute e al welfare, sono sempre più scadenti e precari.
Questo purtroppo vale anche per quei territori dove i servizi sanitari erano considerati una eccellenza.
Durante le nostre ispezioni abbiamo registrato una lunga serie di cause: a partire dai tagli lineari attuati da tutti i governi nel corso degli anni, ma anche il blocco del turn over e una dirigenzatroppo spesso inadeguata, che viene selezionata più per fedeltà che per merito.
Ma due sono i fattori dominanti: da un lato una classe politica sempre più indirizzata a soddisfare gli appetiti dei privati anziché al recupero e al sostentamento del patrimonio pubblico e dall’altro un livello di corruzione altissimo, colpevole della dispersione di enormi risorse a fronte di un finanziamento che andrebbe, invece, gestito con quanta più oculatezza possibile.
E così avviene che, anno dopo anno, si vada disfacendo uno dei più grandi servizi sanitari universali del mondo. Ma si tratta di un nostro patrimonio, costruito con i soldi dei cittadini, divenuto ormai
parte integrante del nostro patrimonio culturale e reso grande dall’impegno e dalla professionalità degli operatori sanitari.
Per me, essere italiani, significa essere orgogliosi di poter garantire assistenza sanitaria di livello a tutti. Non a caso, il Movimento 5 Stelle crede nel servizio sanitario pubblico e gratuito e il nostro impegno è quello di restituire al settore quella parte di finanziamento che mano a mano è stato negato, indirizzato altrove.
Questo in primo luogo al fine di garantire un ricambio generazionale dei professionisti sanitari, sbloccando realmente, nei fatti, il turnover. Troppo spesso, in questi anni, abbiamo assistito a legislatori che si attribuivano il merito di aver “sbloccato il ricambio generazionale in sanità” che in realtà purtroppo, continua ad esistere per carenza di fondi per nuove assunzioni.
Certo, l’aumento dei fondi non può essere l’unica soluzione, specie se non se ne può garantire una gestione ottimale. Il movimento fa dell’onestà e del merito una bandiera e non a caso riteniamo che la disonestà e il clientelismo siano due dei più grandi mali che affliggono il nostro paese. Abbiamo una serie di misure e di deterrenti contro la corruzione che sono a nostro parere molto efficaci anche in sanità, e abbiamo proposto un metodo di selezione della dirigenza pubblica e in particolare anche dei direttori generali in cui l’intervento politico sia fortemente limitato e ininfluente
sulla scelta che deve essere indirizzata alle qualità gestionali e manageriali della persona e non sulla tessera politica tenuta in portafoglio.
Il tutto coinvolgendo i cittadini, cui chiediamo uno sforzo: quello di responsabilizzarsi e responsabilizzare i propri governatori regionali, cioè coloro che gestiscono la sanità pubblica e ne portano le istanze ai tavoli di consultazione con il Governo. Queste figure, purtroppo, sempre più spesso indirizzano le scelte in sanità nella direzione di una privatizzazione dei servizi senza precedenti per le dimensioni e priva di giustificazioni plausibili.

Le Leggi Fornero hanno messo in ginocchio l’Italia e gli Italiani costringendoli allo sfruttamento coatto nel campo salariale e occupazionale. Sono sempre di più gli infermieri che denunciano abusi e che lamentano stipendi da fame nascosti dietro la parvenza del lavoro
libero professionale. Cosa vuole fare il Movimento 5 Stelle per arrestare tale fenomeno, presente al Sud, ma anche al Centro e soprattutto al Nord?

La recente istituzione dell’ordine professionale è una grande opportunità per gli infermieri che, come tale, va sfruttato, altrimenti rischia di diventare l’ennesimo inutile orpello burocratico.
Lo sfruttamento indecente della professione è reso possibile dalla legge Fornero e dal Jobs Act, atto che ha liberalizzato il mondo del lavoro senza però prevedere un adeguato sostegno al reddito – per coloro che il lavoro non lo hanno – o una serie di misure volte al controllo, alla punibilità e alla deterrenza dello sfruttamento dei lavoratori – atto di una gravità tale da poter essere considerato come un crimine sociale.
Per porvi rimedio, credo la via sia quella di ricorrere, anche attraverso alla contrattazione collettiva, all’equo compenso. Un professionista, quale l’infermiere è, deve essere remunerato per le competenze, le qualità e appunto la professionalità che esprime e che solo lui può esprimere. Se non si ristabilisce il principio generale per cui la professionalità è un valore e come tale deve essere riconosciuto e retribuito, si scade, e purtroppo lo stiamo già vedendo, in forme di sfruttamento inaccettabili.

Gli Infermieri e gli Infermieri Pediatrici Italiani sono oltre 440.000 e da poco hanno ottenuto l’Ordine attraverso l’approvazione del Ddl Lorenzin. Di contro in sede di approvazione del Bilancio 2018 il Governo non ha dato il via agli aumenti di stipendio mettendo in
cantiere appena 85 euro lordi mensili per tutti. La Professione Infermieristica è da tempo in ginocchio e molti non ce la fanno più ad arrivare a fine mese. Come intendete comportarvi in merito?

Purtroppo – e lo dico con la morte nel cuore, in quanto infermiere che viene da una famiglia di infermieri mi duole dirlo – la professione, nonostante il riconoscimento e la tutela di legge in vigore ormai da più di 40 anni, è stata calpestata e si è lasciata anche calpestare.
La nascita di sindacati autonomi di categoria, la recente mobilitazione degli infermieri, così come i tavoli di contrattazione in corso all’ARAN (da cui mi aspetto dei progressi necessari) mi fanno sperare verso quel balzo in avanti nel riconoscimento della dignità professionale e del ruolo centrale dell’infermiere nell’erogazione di salute.
È tempo di un riconoscimento effettivo, da parte dello Stato quanto della cittadinanza, del ruolo centrale della professione infermieristica nella fornitura di servizi e assistenza, che la ponga
alla pari e non in subordine al medico, anch’esso egualmente fondamentale attore della diagnosi e cura dei pazienti. Voglio essere molto chiaro, al riguardo, perché il ruolo del politico che vende fumo non mi appartiene: è fondamentale mettere e bilancio nuove risorse e ulteriori risorse.
Solo così si potrà dar via a un rinnovo contrattuale adeguato alle istanze dei colleghi, circa il riconoscimento delle competenze, il rispetto dell’orario di lavoro, l’adeguamento salariale al carico di lavoro, i recuperi e le ferie – istituti che tutelano tanto la salute del lavoratore quanto la sicurezza dei pazienti – ma anche l’anzianità, recentemente concessa ad altri e non a noi, e il riconoscimento – perché no – del carattere usurante del lavoro su turni delle professioni sanitarie.
Limitarsi a parlare di aumenti di stipendio è riduttivo e ci incastra in promesse che non vedranno mai la luce, senza delle modifiche strutturali.
La prima, vera priorità, è liberare le risorse per la realizzazione degli obbiettivi di cui sopra. Quanto a noi del Movimento, i nostri sforzi sono orientati a migliorare, semplificare e ottimizzare la pubblica amministrazione al fine di trovare gli spazi utili per risanare i servizi, in cui la sanità ne è la capofila, senza dover gravare sulle tasche dei cittadini ed anzi per diminuire la pressione
del fisco sui lavoratori e sugli imprenditori.
Come gli infermieri, anche i professori, gli agenti di pubblica sicurezza… non siamo l’unica categoria dimenticata dalla politica, per cui è arrivato il tempo di cambiare visione e priorità.

Per gli Infermieri e gli Infermieri Pediatrici Italiani non c’è meritocrazia. Oggi è possibile dopo la Laurea di tre anni scegliere di proseguire gli studi attraverso Master di I e II livello, Laurea Magistrale e Dottorato di Ricerca. Alla possibilità di formarsi, tuttavia, non corrisponde un riconoscimento giuridico che ci qualifichi in “specializzati” o almeno “esperti” in un determinato ambito assistenziale, così come accade per i Medici e gli Odontoiatri. Il Movimento 5 Stelle è in grado di far proprie le richieste della nostra categoria e di presentare in Parlamento proposte di Legge che ridiano dignità alla Professione Infermieristica?

Come ho detto, la valorizzazione della professione, inclusa quella delle specializzazioni, non possono prescindere dallo sblocco di risorse.
Oltre a questo, chiaramente, deve fare seguito anche una nuova strutturazione capace di affiancare alla valorizzazione della figura specializzata, anche l’attribuzione di nuove e più corpose responsabilità.

Ringraziamo l’Onorevole e speriamo possa rinnovare a lungo il suo impegno nelle istituzioni.

Dott. Marco Tapinassi
Dott. Marco Tapinassi
Vice-Direttore e Giornalista iscritto all'albo. Collaboro con diverse testate e quotidiani online ed ho all'attivo oltre 5000 articoli pubblicati. Studio la lingua albanese, sono un divoratore di serie tv e amo il cinema. Non perdo nemmeno un tè con il mio bianconiglio.
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