Gent. mo Direttore,
Le scrivo poiché oltre ad essere infermiere mi sento infermiere nell’anima! Sono diventato un fiero professionista nel lontano 1999 con un Diploma di Laurea e ho effettuato la parifica alla Laurea nel 2004. Da allora ho iniziato a firmarmi con il titolo di “dott.” perché oltre ad averne il diritto sancito dalla normativa vigente, come avete ben ricordato nel Vostro articolo, ero e sono padrone del bagaglio culturale/scientifico che possiede il Professionista Infermiere.
Infatti è proprio questo bagaglio culturale a dimostrare quanto sia meritato tale diritto oggi da questo indispensabile e insostituibile Professionista sanitario che si chiama Infermiere….
Mi trovo però a non concordare con la Vostra conclusione dell’articolo… Per mero nozionismo, rispetto alla posizione degli Infermieri Diplomati, l’equipollenza sancita dalla Legge Gelmini del 2010 ritengo che abbia il seguente significato:
- la parola equipollente significa: “Che, sotto un certo riguardo, ha uguale valore ed efficacia: i due titoli di studio sono e. ai fini del concorso; segmenti e. (v. equipollenza)” – Vocabolario Treccani;
- il significato di uguale valore riguarda non solo i doveri ma anche i diritti dei titoli.
Ritengo pertanto in assenza di una normativa che formuli una differenza specifica tra i titoli nessuno possa e nessuno debba fare interpretazioni azzardate e personali su vocaboli italiani molto precisi.
RingraziandoLa anticipatamente per l’attenzione dedicatami, Le chiedo cortesemente di pubblicare il mio pensiero a corredo del vostro articolo.
Rimanendo a completa disposizione, colgo l’occasione per porgere cordiali saluti.
Dott. Stefano Signoretti – Infermiere
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Grazie a Lei per il suo chiarimento. Continui a seguirci e continui a siglarsi con il titolo “dott.“.
Angelo Riky Del Vecchio, Direttore AssoCareNews.it