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Quando gli OSS muoiono, muoiono davvero e sempre in solitudine in una Italia che non li rispetta.

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La morte di molti OSS è una morte in solitudine, la peggiore che si potesse pensare dopo anni dedicati ad assistere i propri simili.

Egregio Direttore,

vorremmo riportare all’attenzione dei mass-media il problema annoso dell’Area Socio Sanitaria per l’OSS, poiché rileviamo che essa è utilizzata spesso per propaganda da molti sindacati e ignorata da molti Operatori.

La professione dell’operatore sociosanitario continua a essere trascurata, sta andando alla deriva, sta cercando in tutti i modi di farsi notare, ma troppo disuniti su vari fronti con una discordanza su tutto, cercano di arrampicarsi a tutti quegli schemi di solidarietà che molti sindacati pubblicizzano per scoprire che nella realtà è inconsapevolmente appoggiano le lotte verso altre professioni.

Come Federazione Migep insieme al Sindacato shc OSS stiamo provando in tutti i modi di dare visibilità a questa professione, ma abbiamo trovato un muro di silenzio che esprime l’intenzione di non collaborare da parte di molti oss, senza contare le solite campagne elettorali fatte di promesse solo per non perdere elettori o tessere, ma nella realtà nulla, di fatto, avviene per queste figure.

Non si vuole rimarcare le stesse motivazioni che tanti politici rimarcano: “figura professionale che non fa paura, disomogenea, e non si prefiggono linee comuni” poiché è la realtà attuale. Leggiamo documenti, locandine che richiamano questa qualifica mettendola in coda ai temi, senza specificare con chiarezza che dentro a questo calderone sono solo un numero. Non vuole essere un attacco o una critica ma è una reale constatazione.

Queste figure sono indispensabili per la cura e assistenza alle persone, in questo tempo di pandemia non è emerso il loro ruolo attivo, il loro coraggio nell’assistere i tanti infettati, i colleghi oss morti per covid.

Noi lottiamo molto per la professione, mettendo in campo azioni e non strumentalizzazioni, azioni mirate a dare voce come le cartoline #io non ci sto (mancato riconoscimento nella finanziaria), permettendo a molti politici di presentare interrogazioni parlamentari per ottenere maggiori oneri verso gli oss, collaborare con forze politiche a una proposta di legge per dare ampio riconoscimento a questa qualifica, presentare attraverso le forze politiche PD, Gruppo Misto emendamenti sull’integrazione dell’area socio sanitaria, l’abrogazione della 761/79, la possibilità di effettuare assunzioni attraverso lo scorrimento delle graduatorie.

Oltre ad aver presentato il ricorso al Consiglio di Stato per l’area socio sanitaria, alla realizzazione di un documento con la Fnopi sulla revisione dell’operatore socio sanitario sia nella formazione, sia nelle competenze; sono 5 anni che l’oss nel Forum risk management è come attore, con un proprio spazio all’interno del forum.

Tutto questo per cercare di focalizzare l’attenzione sull’operatore socio sanitario nei programmi di abilità e nell’affrontare le difficoltà, piccole e grandi.

Questa professione è continuamente esposta a rischi continui, servono piani formativi e di tutela appropriata. La morte di molti oss è una morte in solitudine, la peggiore che si potesse pensare dopo anni dedicati ad assistere i propri simili.

Bisogna trasformare questa professione con un cambiamento in modo che l’organizzazione politica ragioni sul ruolo importante di questa figura, e da parte degli operatori sociosanitari cercare di essere uniti e coesi per il cambiamento e chiedere con forza l’area socio sanitaria, aderire al ricorso Consiglio di Stato, per un obiettivo comune perché è molto più semplice spostare le cose che lottare per organizzare il cambiamento.

Abbiamo notato che molti colleghi lavorano poco su se stessi e molto su cose astratte ed è per questo che sono esposti al non essere visibili. Molti lottano per essere assunti ma non sono considerati “ bruciati” dai politici, occorre un piano strategico e un percorso personalizzato in ogni luogo di lavoro.

Bisogna rafforzare l’assistenza domiciliare verso i soggetti più fragili: disabili, anziani soli e malati o non autosufficienti, la somministrazione dei pasti, la deambulazione, dando la possibilità di potenziare quest’attività a fronte di diversi bisogni legati allo scenario emergenziale, interventi che l’operatore socio sanitario può fare per garantire la cura della persona e dell’ambiente.

Vorrei citare Mahatma Gandhi:

Mantieni i tuoi pensieri positivi, perché i tuoi pensieri diventano parole.
Mantieni le tue parole positive perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti. Mantieni i tuoi comportamenti positivi perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini.
Mantieni le tue abitudini positive perché le tue abitudini diventano i tuoi valori. Mantieni i tuoi valori positivi perché i tuoi valori diventano il tuo destino.
(Mahatma Gandhi)

E per questo che continuiamo a lavorare per fare la differenza e avere il coraggio di fare la differenza, attraverso un percorso interattivo per trovare risposte e soluzioni applicabili al contesto professionale, ma soli non possiamo farcela.

Come Federazione degli operatori sociosanitari rivolgiamo il nostro pensiero a tutti i cittadini deceduti e a tutti gli oss deceduti, un grande pensiero e grande rispetto.

E il 18 dicembre al forum di risk management sarà un mento di riflessione per questa professione su strategie politiche e sociali post covid 19.

Cordialmente.

Per le segreterie MIGEP – SHC
Angelo Minghetti

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