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Per i Damocle di turno non ci sono giustificazioni: la “Spada”… sempre cade.

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Il punto di vista di un TSRM sui turni “solatii” in Pronto Soccorso in assenza del Medico Radiologo. Tutti gli errori di una norma che fa acqua da tutte le parti.

Egr. Direttore di AssoCareNews.it,

intervenendo pure con ritardo circa il contributo del collega dott. Antonio Attanasio [1], vorrei enucleare l’aspetto dei vari livelli di responsabilità dei professionisti sanitari tecnici di radiologia (TSRM). In linea con quanto precedentemente affermato [2] , lo stimato collega asserisce che «i TSRM, a quanto pare, sembra che ancora non abbiano imparato la lezione».

Pur tuttavia va evidenziato che se la madre di ogni disastro è una legge scritta con la mano sinistra nel tentativo di uscire dall’incubo di un evidente trasversale lassismo (in realtà tuffandosi in una peggiore visione mostruosa), il padre della medesima tragedia è la completa assenza di una serietà e coerenza professionali.

In PS con il solo TSRM e senza Medico Radiologo. A Natale ogni giustificazione vale.

La parabola mitologico-leggendaria favorita sostanzia una questione che non può vedere trasfigurati i TSRM nella figura del Dionigi di Siracusa, ma in quella del Damocle stesso: dai fatti toscani del 2013 in poi, inevitabilmente e malgrado sentenze assolutorie per le quali «il fatto non sussiste» (cioè manchino le prove), essi sono comunque imputabili di correità in ogni fattispecie correlata alla mancata giustificazione degli esami radiologici ed in generale per ogni errato atto professionale di pertinenza, per un combinato di fondamentali criteri giuridici ove, stante una reiterata ed inamovibile affermazione di un primato di mera formalità dei medici radiologi, diventino determinanti non soltanto gli atti COMMISSIVI, ma anche e soprattutto quelli OMISSIVI (proprio in ordine a dimostrare i fatti): in particolare ove la assenza di atti formali verso i medici radiologi non ottemperanti, costituisca la “chiave di volta” di ogni faccenda analoga ai fatti descritti; eventi cui personalmente posso avocarmi a testimone, in quanto alle 19.11 del 30.09.2019 sono stato in primis contattato dal collega cui il caso è occorso: in breve mi fu chiesto consiglio sull’atteggiamento da tenere visto che, stante un sistema organizzativo che prevedesse che nella fascia oraria serale e notturna il medico radiologo intervenisse in pronta disponibilità, esclusivamente «per tc ed eco, mentre referta il giorno dopo le rx», in quella data stesse accadendo che, «causa trasferimenti, cattiva amministrazione e malattie varie, sembrerebbe non esserci il medico radiologo in turno … »

Al di là di un livore personale verso il pure malcapitato collega sulla gestione complessiva del caso specifico, che a quanto pare si risolse in modo a dir poco grottesco: «la direzione sanitaria ha risolto il problema, in quanto sono stati precettati due radiologi, da un altro ospedale in tele-refertazione più le tac con contrasto, che viaggeranno in ambulanza … » , laddove entrambe le non proprio agilmente intelligibili soluzioni farebbero comunque rizzare i capelli a chi ne capisca qualcosa di medicina legale e di scienza del diritto sanitario, ciò che stupisce è l’assenza di una diffusa consapevolezza garantista della intera classe TSRM, stigmatizzata dal commento dell’altro stimato collega dott. Antonio Alemanno:

«E le stelle dei TSRM stanno a guardare… tra mille indennità!» [3].

Per quanto ai medici radiologi, il cui comportamento è pressoché uniforme sul territorio nazionale, pure non comprendendo in toto la fattispecie delle “ambulanze”, che per mera pietà trascuro (tranne il considerare che NESSUN medico radiologo fu presente nel presidio in questione alla data dei fatti), anzitutto va chiarito che non sono possibili qualsivoglia “improvvisazioni” né tanto meno “abusi” in tele-refertazione: la norma infatti prevede specifici protocolli operativi deliberati dalla Direzione Sanitaria con il concorso di TUTTE le professionalità coinvolte, ove in ogni caso lo specialista non possa esimersi dal seguire personalmente le indagini più complesse come ad es. quelle con mdc, ed ove la stessa norma stabilisce altresì che nell’ambito di urgenza-emergenza, in buona sostanza, lo stesso medico segua l’iter diagnostico-clinico di ogni singolo paziente.

Quindi non si può proprio dire «tutto bene quel che finisce bene»

Per quanto riguardi invece un’altra fattispecie assai diffusa, ossia

LA REFERTAZIONE DEGLI ESAMI RADIOLOGICI IL GIORNO SUCCESSIVO

, ebbene, la cosa è ascrivibile a fatto grave: Nel merito, diversi passaggi della dottrina a riferimento normativo:

Nel Rapporti ISTISAN 10/44 ISSN 1123-3117 si parla esplicitamente di diagnosi radiologica tempestiva e di referto reso immediatamente disponibile; mentre nel documento SIRM “LA RADIOLOGIA E L’URGENZA/EMERGENZA”, si parla esplicitamente del referto come:

«il momento conclusivo dell’atto clinico radiologico, indispensabile perché solo con la stesura di questo l’atto medico radiologico può ritenersi compiuto! »,  e dove «l’interpretazione e la comunicazione, in determinati casi di emergenza, può avvenire anche in modo verbale per ridurre i tempi – e comunque seguita IMMEDIATAMENTE poi dalla formale compilazione del referto».

Pertanto, carissimo e stimatissimo Antonio, più che indefinite «regole comportamentali» bisognerebbe avocare le normali condotte regolamentari dei singoli, prima ancora di quelle degli organi preposti: un Ordine che sia messo a conoscenza di simili fattispecie dovrebbe interpretare un comportamento fermo, risoluto, terzo ed imparziale, giacché le responsabilità non ricadono esclusivamente sull’operato istituzionale di soggetti giuridici, ma anche su quello delle persone fisiche: ossia in primis i TSRM che si siano sottratti ad un loro specifico mandato giuridico:

PERCHÉ È SU QUELLE OMISSIONI CHE LE RADIOLOGIE DI TUTTA ITALIA CONTINUANO A FUNZIONARE ILLEGALMENTE, NELLA NON DENUNCIATA, IMPUNITA ED IMPENITENTE INDOLENZA DEI PRIMI RESPONSABILI: I MEDICI RADIOLOGI.  

Non c’entrano quindi traduzioni sbagliate, “pastorizzazioni” di protocolli decaduti e né premi cinematografici, né tantomeno possa tornare utile escludere «in modo tassativo»ciò che già è per legge (semplicemente e sufficientemente a sè stesso) VIETATO.

Per di più la sua posizione di Presidente della Commissione di Albo le conferisce un ulteriore specifico e serissimo mandato che, anch’esso, non può essere Damocliamente disatteso, salvo interpretare «superficialità di chi opera incurante delle conseguenze».

Stante quindi, infine, l’ineludibile fatto che «il centro del bersaglio rischia di essere proprio il paziente»

Non contribuiamo NOI STESSI con atteggiamenti opachi, filistei e di puro ma assai discutibile conformismo, alla infinita storia della stesura di un libro scritto (e non soltanto stampato) male e con la solita mano sinistra!!!

Calogero Spada, TSRM

Note.

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