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Gli OSS possono somministrare la terapia? No! Gli OSSS si, anche se.

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Da tempo si discute sulla somministrazione della Terapia farmacologia da parte degli Operatori Socio Sanitari. In Italia non possono farlo, anche se gli OSSS si, ma con le dovute eccezioni.

Carissimi Amici di AssoCareNews.it,

sono Antonietta, vi seguo da un po’ di mesi e vedo che date sempre più spazio a tutte le professioni sanitarie e agli operatori socio sanitari. Vi scrivo per chiedervi un consiglio, sono una OSS e lavoro in Friuli Venezia Giulia. Nei giorni scorsi, dopo una serie di articoli giornalistici apparsi qua e là sul web, sui giornali, sulle tv e sulle radio locali, mi sono chiesta se quello che stavo facendo in struttura era legale o meno. Ma noi OSS possiamo somministrare la terapia farmacologica e soprattutto l’insulina?

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Mi spiego, lavoro da un paio di anni una una Casa Protetta per Anziani in provincia di Udine. Ospitiamo 60 persone ultra-ottantenni, totalmente dipendenti dal punto di vista delle ADL. Di giorno la terapia viene preparata dall’Infermiere o dalla Infermiera di turno. La stessa cosa accade di pomeriggio. Di notte, però, accade qualcosa che secondo me sfiora l’illegalità più assoluta.

Il personale infermieristico è in servizio fino alle ore 20.00. L’infermiere o l’infermiera di turno ci prepara la terapia farmacologia, che poi somministriamo attraverso delle siringhe a cono o con l’esilio di fruttini, budini e marmellate. Tutto è scritto nei piani di lavoro dell’OSS, ma non ho trovato finora alcuna procedura in reparto che non fosse di esclusiva matrice infermieristica.

Ho chiesto anche delle delucidazioni alla Coordinatrice Infermieristica e al Direttore di struttura, ma mi hanno detto praticamente di “non scocciare” e di rispettare i piani di lavoro. Allora ho chiesto lumi anche agli Infermieri. Tutti mi hanno risposto che è illegale, tranne uno, che mi ha ricordato che la preparazione e la somministrazione della terapia farmacologica è di responsabilità e di competenza dell’Infermiere.

Di chi mi devo fidare? Di chi dirige l’azienda, di chi coordina gli Infermieri, degli Infermieri che sono titubanti o di quell’unico Infermiere che mi ha detto di stare attenta e di non somministrare i farmaci in nessun modo?

Cosa dice la legge in merito?

Grazie per la risposta, che certamente non mancherà.

Antonietta Capasso – OSS, Udine

PS = Spesso e volentieri gli Infermieri ci lasciano anche l’insulina sui carrelli, che somministriamo a 5 pazienti puntualmente alle ore 22.00. Possiamo farlo? Ho sentito parlare di OSS specializzati o con formazione complementare. Loro lo possono fare? Vi ho fatto queste domande sia per tutelarmi dal punto di vista penale e civile, ma soprattutto per tutelare i miei pazienti, che credo siano le vittime uniche di questa grande confusione.

* * *

Carissima Antonietta,

grazie per la tua segnalazione e per le tue domande. Con la tua missiva possiamo tornare a parlare di un argomento che da anni crea dibattito sul rapporto tra Infermieri e OSS e sulle competenze di ciascuna figura (i primi sono dei professionisti laureati, i secondi dei tecnici con qualifica regionale).

Nei giorni scorsi si è fatto un gran parlare di questo argomento e di ciò che accade in Friuli Venezia Giulia in molte strutture come la tua, soprattutto dopo l’interrogazione parlamentare Roberto Novelli di Forza Italia. L’esponente forzista chiedeva al Ministro della Salute, Giulia Grillo – durante un intervento in Commissione Affari sociali alla Camera – spiegazioni rispetto alla somministrazione di terapia farmacologica da parte degli Operatori Socio Sanitari.

Rispondeva per la Grillo il sottosegretario del Ministero della Salute, Mario Fugatti della Lega che ricordava come “l’Accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003 prevede che l’Operatore Socio Sanitario con formazione complementare in assistenza sanitaria: ‘è in grado di eseguire la somministrazione, per via naturale, della terapia prescritta, conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione’. Inoltre, egli è in grado di eseguire: ‘la terapia intramuscolare e sottocutanea su specifica pianificazione infermieristica, conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione‘. Questi compiti non possono confondersi con quelli ascrivibili alla professione sanitaria di Infermiere, che in qualità di responsabile dell’assistenza generale deve sovrintendere in ogni caso alle attività dell’Operatore Socio Sanitario e dell’Operatore Socio Sanitario con formazione complementare. (…) Nell’ambito dell’Ordinamento Costituzionale vigente, resta, peraltro, affidato alle Regioni il compito di assicurare che in ciascuna realtà organizzativa venga data piena attuazione al quadro normativo di riferimento sopra descritto”.

Con l’entrata in vigore della Legge Lorenzin sulla riforma degli Ordini delle Professioni Sanitarie (Legge 3/2018): “viene prevista l’istituzione di una specifica area delle professioni socio-sanitarie all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. Si rinvia ad uno o più Accordi, sanciti in sede di Conferenza Stato-Regioni, l’individuazione di nuovi profili professionali socio-sanitari. L’istituzione dell’area socio-sanitaria è prevista anche nel nuovo Ccnl Comparto sanità 2016-2018. A tal riguardo, voglio rimarcare che il Ministero della salute avvierà approfondimenti con le Regioni e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ai fini dell’attuazione di quanto previsto dall’articolo 5 della legge n. 3 del 2018”. Più chiaro di così. Tant’è che lo stesso Novelli si è detto soddisfatto della risposta del sottosegretario.

In altre parole nella regione in cui lavori l’OSS deve fare il suo e non prendere compiti ed incarichi che non gli appartengono, tra questi la somministrazione della terapia in qualsivoglia forma o via di somministrazione. Gli OSS specializzati o con formazione Complementare (OSSS) possono somministrare i farmaci solo ed esclusivamente nelle regioni dove ciò è permesso e soprattutto per la via di somministrazione naturale.

Fugatti è stato chiaro: i compiti dell’Operatore Socio Sanitario non possono confondersi con quelli ascrivibili alla professione sanitaria di Infermiere. Quest’ultimo, in qualità di responsabile dell’assistenza generale, deve sovrintendere in ogni caso alle attività dell’Operatore Socio Sanitario e dell’Operatore Socio Sanitario con formazione complementare.

L’istituzione dell’area socio-sanitaria è prevista anche nel nuovo Ccnl Comparto sanità 2016-2018. “A tal riguardo – ha concluso Fugatti – voglio rimarcare che il Ministero della salute avvierà approfondimenti con le Regioni e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ai fini dell’attuazione di quanto previsto dall’articolo 5 della legge n. 3 del 2018”.

E per essere ancora più espliciti: l’Infermiere o l’Infermiera che delega ad un OSS la somministrazione della terapia sa di commettere un illecito, stesso illecito che commette l’Operatore Socio Sanitario nell’accettare l’invito.

Per concludere, io denuncerei tutto ai Carabinieri del NAS e li inviterei a fare immediatamente un sopralluogo in struttura. In questo modo la tua Coordinatrice Infermieristica e il tuo Direttore si sentiranno sicuramente meno “scocciati”.

Continua a seguirci e in bocca al lupo per tutto.

Angelo Riky Del Vecchio, Direttore Quotidiano Sanitario Nazionale AssoCareNews.it

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