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OSS e rianimazione cardiopolmonare: perché un civile può farla per strada e un Operatore non può farla in ospedale?

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La lettera di una lettrice riapre la discussione sulle manovre di rianimazione cardiopolmonari compiute dagli OSS. Possono o non possono eseguirle in ambiente sanitario? Non ci sono leggi che li tutelano e che tutelano i Pazienti.

Carissimi Redattori di AssoCareNews.it,

vi propongo questo squisito. Visto che anche un cittadino comune che passa per strada può praticare la rianimazione e può defribrillare, un Operatore Socio Sanitario che è stato addestrato a tale manovre non può farlo?

Vi spiego la mia storia. Sono una Operatrice Socio Sanitaria e lavoro privatamente al domicilio di un Paziente. Ho potuto effettuare le manovre di Rianimazione cardiopolmonare (RCP) a casa sua. Il mio Assistito, un cardiopatico grave, era andato in Arresto Cardiaco Improvviso. Qualche mese prima avevo seguito un corso BLS, così dopo aver verificato che l’uomo era privo di sensi e mancavano tutti i segni di circolo ho deciso di allertare il Servizio 118 e ho cominciato a massaggiare. I mezzi dell’emergenza sono giunti dopo qualche minuto, non ricordo quanti ne sono passati, perché tutto è trascorso tremendamente in velocità.

Posizionato il defibrillatore (DAE) dai sanitari, un Medico e un Infermiere, il mio Paziente è tornato in vita ed è stato ricoverato nell’ospedale qui vicino. Quando è accaduto il fatto eravamo soli in casa. L’indomani i familiari mi hanno chiamato invitandomi a raggiungerli in ospedale e mi hanno chiesto di aiutarlo a mangiare. Il mio Assistito era vivo e vegeto e non si era accorto di nulla.

Così mi siedo al suo fianco e provo a dargli da mangiare, lui mi dice di avere mal di stomaco e di non sentirsi bene. Subito dopo serra gli occhi, mentre i monitor dell’UTIC iniziano a suonare tutti all’unisono. Arrivano una Infermiera e un Medico, che mi fanno uscire dal box della rianimazione cardiologica.

Vedo tutto dalle vetrate esterne. Il Medico ha iniziato a massaggiare sul letto, senza preoccuparsi di creare sotto di lui un piano rigido. L’Infermiera infonde dei farmaci. All’improvviso i monitor iniziano a suonare in maniera ancora più frenetica. Il mio Paziente stava morendo ed è dipartito poco dopo.

Ora mi chiedo. Potevo iniziare io a fare l’RCP quando mi sono accorta che il Paziente stava di nuovo andando in arresto cardiaco. Non capisco perché un OSS non può farlo, il mio Assistito forse si sarebbe salvato, anche se a 85 anni forse è meglio che sia deceduto, visto la vita terribile che conduceva a causa della malattia.

Ricordo che ho chiesto all’Infermiera ci usare l’AMBU, ma mi ha risposto in maniera acida che non sapeva di cosa parlavo. Poi però ho visto il medico usarlo.

Forse il mio Paziente doveva morire, ma io ora ho i miei dubbi: dovevo massaggiarlo di nuovo o no? So che in Ospedale gli OSS non possono farlo.

Mi sto struggendo, aiutatemi a capire.

Maria Canova, Operatrice Socio Sanitaria

* * *

Carissima Maria,

la Rianimazione Cardiopolmonare è una cosa seria e nelle strutture ospedaliere è ad appannaggio esclusivo di Medici e Infermieri (RCP), che hanno obiettivamente maggiori competenze rispetto all’Operatore Socio Sanitario. Tra la formazione dell’OSS e quella del Medico o dell’Infermiere vi è un abisso. Senza entrare nello specifico le ricordo che l’OSS può occuparsi esclusivamente di quanto sancito nel suo Profilo Professionale. In ambito privato lei ha fatto bene ad intervenire e a salvare il suo Assistito, in Ospedale non poteva fare nulla, ha fatto già tutto quello che era nelle sue facoltà. Per cui non abbia sensi di colpa e se la questione non la mette ancora in agitazione può rivolgersi ad uno Psicologico/Psicoterapeuta che può aiutarla. Continui a seguirci.

Angelo Riky Del Vecchio, Direttore quotidiano sanitario AssoCareNews.it

Per ulteriori approfondimenti sulla RCP:

Arresto Cardiaco Improvviso e Valutazione ABCDE: tecnica in fase intensiva.

Blsd. Le manovre salvavita in caso di arresto cardiaco dell’adulto.

Arresto Cardiaco Improvviso (ACI) ed RCP: i 5 anelli della sopravvivenza.

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