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Oss assolto: si rifiutò di eseguire igiene in autonomia, Infermiera lo segnalò in direzione.

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Oss assolto da richiamo disciplinare. Era stato accusato da un Infermiere di aver trasgredito agli “ordini”. Lui non se la sentiva di mobilizzare un Paziente in autonomia, perché fortemente critico.

Egregio Direttore di AssoCareNews.it,

non sono lontani i giorni in cui proprio attraverso il vostro quotidiano veniva denunciata l’incredibile storia di un collega Operatore Socio Sanitario (OSS) in forze presso il presidio ospedaliero di una nota azienda toscana coinvolto in una contestazione di provvedimento disciplinare perché durante il proprio lavoro, di fronte alla necessità di prestare assistenza ad un paziente ricoverato, considerato le precarie condizioni cliniche dell’assistito, richiedeva la collaborazione dell’infermiera presente in turno.

Quest’ultima, probabilmente supportata da ideologie presuntuose e poco professionali dettate da determinati sindacati di categoria, sentendosi fortemente insultata poiché a suo dire intenta a lavorare al computer per un nuovo ricovero, ebbene ricordarlo, ricovero già comodamente sistemato nel suo letto, comunicava l’offesa al dirigente infermieristico che, dimenticandosi delle carenze di personale infermieristico, provvedeva a segnalare l’accaduto a l’ufficio provvedimenti disciplinare aziendale.

Sono passati più di due mesi, la notizia è diventata di dominio pubblico, le modalità attuate dal dirigente infermieristico hanno congelato i rapporti di collaborazione e di fiducia tra gli operatori. Una cosa è certa grazie a l’intervento e alla tutela di FIALS giustizia è stata fatta, certo non potremmo evitare probabili azioni legali da parte del nostro iscritto O.S.S. nei confronti dell’infermiere convolto per presunta diffamazione, ma possiamo dire che tutte le accuse rivolte all’operatore socio sanitario sono decadute.

Infatti, poiché privi di elementi certi per definire l’effettiva possibilità dell’OSS a procedere in autonomia e in completa sicurezza, essendo il paziente non collaborante, l’ufficio provvedimenti disciplinari dell’Azienda toscana ha disposto la totale archiviazione del procedimento.

Continuiamo ad assistere ad un modello organizzativo basato sempre di più su discorsi aleatori e sempre meno sulla sostanza. La necessità primaria diventa punire un operatore, in questo caso un OSS, in altri casi l’Infermiere, che nel rispetto del suo lavoro e della sicurezza della persona assistita richiede il supporto e la collaborazione di un altro collega. Si è tentato di dare risalto ad un direttore che dall’alto delle sue funzioni bypassava le proprie responsabilità (“….. la prevenzione e la gestione del rischio (connesso all’erogazione di prestazioni sanitarie) avviene mediante l’impiego appropriato delle risorse strutturali, tecnologiche e organizzative….”, art. l – L. 24/2017). Il dirigente con le proprie scelte, apparentemente istituzionali, corrodeva il rispetto, la fiducia e la cooperazione tra gli attori sanitari presenti nelle singole unità operative, dove ogni operatore diventa ingranaggio individuale di una macchina sanitaria ferma (in cui principi fondamentali diventano sempre più spesso false competenze, inteso come attività che posso svolgere). Che fine ha fatto piuttosto il prendersi cura dell’assistito?

Segreteria FIALS provinciale Firenze

* * *

Il dispositivo di archiviazione del procedimento nei confronti dell’OSS toscano

Considerato che in data 19/08/2018 durante il turno pomeridiano nel reparto di (…) l’Operatore socio sanitario Sig. (…) è stato invitato dalla Infermiera Sig.ra (…) ad effettuare l’igiene personale in autonomia alla paziente.

Considerato che al diniego del Sig. (…), l’igiene personale è stata effettuata da quest’ultimo in collaborazione con la collega Sig.ra (…) e che, per quanto emerso in istruttoria, questo Ufficio non ha prove certe:

a) sulla effettiva possibilità, da parte del Sig. (…), di poter effettuare in totale autonomia ed in completa sicurezza l’operazione richiestagli dalla Infermiera;

b) sulle modalità irrispettose ed offensive con le quali con cui si è approcciato con la citata collega in tale situazione.

Considerato che non è pervenuto nessun reclamo da parte della paziente presente durante i fatti contestati.

Appurato che il magazzino del reparto è effettivamente collocato presso il vicino reparto e che, pertanto, rientrava nei normali compiti di servizio da parte del recarvisi senza dover avvertire i colleghi.

Considerato che questo Ufficio, pur avendo raccolto vari indizi, non ha elementi certi a provare i fatti contestati che avrebbero di sicuro portato ad una sanzione disciplinare proporzionata a questi ultimi.

Considerato, per quanto sopra, che questo Ufficio ritiene doveroso segnalare al responsabile in indirizzo voler favorire una maggiore collaborazione onde evitare future possibili incomprensioni del personale coinvolto.

Valutato, pertanto, che i fatti citati, inducono ad archiviare il presente procedimento ai sensi dell’art. 55 bis, c. 4) del D.Lgs n. 165/2001 e smi.

L’Ufficio, tutto quanto sopra premesso e considerato DISPONE Per le motivazioni e le considerazioni in narrativa rilevate:

di archiviare il procedimento disciplinare nei confronti del Sig. dipendente di questa Azienda USI., Toscana Centro, attivato con contestazione di addebito ai sensi dell’art. 55 bis, c. 4) del D.Lgs n. 165/2001 e smi.

* * *

Gent.le Segreteria Fials Firenze,

quindi l’OSS non è stato condannato dal punto di vista disciplinare per assenza di prove, l’Infermiera doveva valutare se effettivamente l’Operatore Socio Sanitario era in grado di compiere la procedura e il dirigente doveva e deve lavorare per il buon clima aziendale. Alla fine la vittima di tutto questo sfascio era ed è stato il Paziente, a cui nessuno ha fatto riferimento e che dovrebbe essere al centro di ogni attenzione. Certamente in questa azienda ci sono cose che non vanno, basterebbe che ogni operatore, Oss, Infermiere o Dirigente imparasse a conoscere le responsabilità dell’altro. Spesso ci si muove senza la consapevolezza di quello che si fa. Il caso in essere è la dimostrazione palese di continui errori di sistema che vanno analizzati e superati attraverso la cooperazione e non con la lotta inter-professionale. Continueremo a seguire il caso, allo stato attuale ci fermiamo a questa “assoluzione” che al momento non salva nessuno. Grazie per la segnalazione.

Angelo Riky Del Vecchio, Direttore AssoCareNews.it

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