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Operatori Socio Sanitari: la profonda solitudine di una categoria che stenta a crescere e ad evolversi.

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Il MIGEP scende in campo ancora una volta in difesa degli Operatori Socio Sanitari: la profonda solitudine di una categoria che stenta a crescere e ad evolversi.

Egregio Direttore di AssoCareNews.it,

vorrei esprimere una riflessione sulla solitudine della categoria, la mancata comunicazione, i vari contrasti tra gli stessi operatori, la mancata focalizzazione sulla politica professionale degli OSS.

Leggiamo sul Suo quotidiano articoli di operatori sociosanitari che raccontano spesso situazioni personali, e poca analisi sulla professione; analizzando tutti questi articoli si rileva che il vero malessere dell’oss è il risultato di un disinteresse per le informazioni che riguardano la propria professione, il non volere conoscere il motivo della criticità in cui si trova questa professione a causa di leggi non applicate.

A questo punto ci domandiamo: criticità, sfide o disinteresse?

La scarsa chiarezza del proprio profilo è influenzata dai dilemmi etici e dalla scarsa informazione, dove il ruolo e i valori professionali sono influenzati dai racconti individuali attraverso le proprie esperienze personali molte volte negative, inoltre, la mancata consapevolezza sociale e il ruolo confuso influenza lo stress traumatico secondario “burnout” diventando il “dominio “ della vita umana.

Riteniamo fondamentale che migliorare i contratti, formazione, rivedere l’accordo del 2001, riconoscimento del lavoro usurante, area socio sanitaria, conoscenza del proprio profilo, sono risorse indispensabili per intervenire in modo tangibile per aiutare gli oss ad aumentare la loro qualità di vita professionale con maggiori possibilità di riconoscimento della professione.

Se la maggior parte degli operatori sociosanitari si orientassero sui valori della professione, e non sulla quotidianità propria, smettendo di concentrarsi sui propri temi personali, e iniziare a costruire una politica professionale per capire quale ruolo si vuole ottenere in questo sistema Salute, costruendo un atteggiamento chiaro e coeso in modo forte, la professione sarebbe in grado di affrontare e promuovere la creazione di valori professionali positivi che oggi mancano.

L’8 ottobre 2020 “Sciopero nazionale degli operatori sociosanitari”, la Dott.ssa Ugenti, Direttore Generale delle professioni sanitarie ha incontrato una delegazione di oss e ha rimarcato che devono essere i contratti a indicare l’area socio sanitaria per l’oss che lavora nel pubblico e non la legge 3/2018 Lorenzin.

Per chi lavora nelle strutture private, stanno pensando di adottare bandi di concorso con percorsi preferenziali per accedere all’area socio sanitaria; una cosa è certa, fino ad oggi, nessun contratto ha richiamato l’area socio sanitaria neanche Il contratto privato, firmato l’8 ottobre.

Il Ministero della Salute sta violando l’art 3 della costituzione Italiana, l’art 5 L 3/18 Lorenzin, l’art 3 octies D.Lgs 502/92 vanificando i diritti degli operatori sociosanitari, un vero e proprio abuso di Potere.

Non abbiamo parole!!!! Si riscontra Violazione dei diritti, eccesso di potere, irragionevolezza, contraddittorietà.

Ci domandiamo: dov’è la tanto decantata marcia su Roma degli oss che urlano sui social?

Come rimarcato dai funzionari del Ministero della Salute, l’Oss non fa paura, è debole, poiché è frantumato in tanti movimenti e associazioni, e per questo che non vengono prese in considerazione le istanze, troppe e non identiche; oggi si tende a cancellare l’unione tra gli Oss, e i social su questo la fanno da padrone.

È difficile convincere i movimenti e le tante associazioni oss a unirsi in un dialogo, in un confronto nazionale, poiché, il rovescio della medaglia, è il legame con le sigle sindacali, e questo evidenzia che non hanno autonomia propria e non permette di unirsi e incidere, rende tutti deboli.

Non c’è niente di più potente che camuffare la verità: ogni Oss dovrebbe essere saggiamente consapevole che la leadership individuale è un viaggio che non porta lontano, non da una destinazione, ma crea indebolimento della categoria.

L’Oss è una professione globale e la competenza dell’operatore è fondamentale per i risultati nell’assistenza alle persone e alle famiglie, quindi è anche importante a livello internazionale che gli oss abbiano una buona struttura formale di relazioni.

Muoversi in questa prospettiva, accettare le predette sfide senza lasciarsi ispirare dalla logica dell’individualismo; sono indispensabili i contenuti, strategie professionali, coesione d’intenti, competenze ma anche contenuti professionali che ispirano analisi, scelte, valutazioni superando storiche contrapposizioni a vantaggio degli obiettivi comuni.

La professionalità, la conoscenza del proprio profilo e la competenza rappresentano valori centrali nelle relazioni con la comunità di vita, di studio e di lavoro.

Il Covid-19 ha cambiato la professione degli operatori sociosanitari, hanno dovuto dimostrare abilità, con competenze trasversali e la riduzione della negatività professionale per essere abili professionisti in collaborazione con gli altri professionisti del Sistema Salute nell’emergenza richiesta.

Nel rispetto di tali principi, stiamo cercando di fare emergere verso l’oss un bagaglio più appropriato di conoscenze, competenze ed esperienze, con l’obiettivo di fornire un contributo professionale adeguato, facendone rispettare i diritti; ma l’assenza della categoria, la scarsa unione, la mancata collaborazione mette a rischio tutto poiché non c’è interesse reale se non quello di rimarcare il proprio disagio personale che invece di rafforzare la professione la rende debole davanti alle Istituzioni.

Siamo tutti stanchi ed esausti nel far capire, che vogliono che gli oss gestiscano, imparino, sviluppino e crescano senza il dovuto riconoscimento; oggi l’Oss è un modello di ruolo, occorre investire sulla professione, ciascuno è tenuto a mantenere costantemente aggiornate le proprie competenze, a migliorare la propria preparazione professionale e la qualità e l’efficacia del proprio operato, è un diritto, ma disuniti è sempre più difficile fare valere questo diritto e non si migliora.

Vorrei citare alcuni passi:

  • “Il passato non è alle nostre spalle ma sta tra il presente e il futuro, e la memoria non è un fardello ma un fattore di sviluppo. Senza memoria si muore” (Claudio Sabattini);
  • “Non c’è attività umana da cui si possa escludere ogni intervento intellettuale, non si può separare l’homo faber dall’homo sapiens. Ogni uomo infine, all’infuori della sua professione manifesta una qualche attività intellettuale, è cioè un “filosofo”, un artista, un uomo di gusto, partecipe di una concezione del mondo, ha una consapevole linea di condotta morale, quindi contribuisce a sostenere o a modificare una concezione del mondo, cioè a suscitare nuovi modi di pensare” (Antonio Gramsci).

Mi rincresce, Direttore, dover fare polemiche, o essere accusato di presunzione, ma la rabbia è molto forte poiché migliaia di oss non riescono a fare coesione poiché hanno una visone diversa, inoltre, iscrivendosi al sindacato degli infermieri ha permesso al sindacato di raggiungere il 5% di rappresentatività.

Quel sindacato che ha detto No all’area socio sanitaria nella contrattazione Aran del 2017 “perché si abbassa il salario degli infermieri”, quel sindacato che oggi rivendica un contratto separato, quel sindacato che porta avanti solo il tema degli infermieri, Direttore, Oss che invece di appoggiare i propri diritti, appoggiano i diritti degli infermieri anche attraverso lo sciopero.

Serve maggior unione, riconoscimento del lavoro che stiamo facendo per garantire la professionalità e la sicurezza dell’oss in ogni luogo di lavoro; Occorre la capacità di avere una visione più ampia sulla professione, poiché ha necessità di una vera riforma che viene mancare per il fatto che tutti siamo deboli e non facciamo paura e per questo che molti politici lentano la presa sugli Oss

Politici, parliamo appunto dei politici, di quello che pongono per gli oss, disegni di legge. L’impianto del Ddl presentato dalla Senatrice Guidolin non ci soddisfa nel Ddl non c’è scritto come s’intende riformare la figura dell’Oss, non si conoscono le linee. Inoltre non è chiaro da chi sarà tenuto l’elenco nazionale.

Il Ministero della Salute a nome del Direttore Generale delle professioni sanitarie, Dott.ssa Ugenti ha affermato che non è competenza del Ministero della Salute tenere l’elenco.

Il tema delle competenze e della formazione dell’oss è di competenza della Conferenza Stato-Regioni, Ministero della Salute, Miur come avvenuto per l’accordo del 2001: L’OSS nasce nell’ambito della Conferenza Stato Regioni da un tavolo tecnico composto dal Ministero della Salute, dalla Conferenza Stato Regioni, dai sindacati e associazioni. Ogni modifica deve essere rideterminata da un tavolo tecnico, da una consulta composto da questi elementi.

Anche la creazione di uno specifico percorso d’istruzione secondaria superiore non ci convince, Noi dal 2012 sosteniamo che la formazione deve essere sanitaria fatta da istituti tecnici sanitari come previsto a livello europeo, gli stessi funzionari del Ministero della Salute hanno espresso parere negativo alla proposta d’istruzione secondaria superiore.

Seppur in parte condivisibili, le idee della Senatrice, non presentano proposte di soluzioni, ma delega al Governo la riforma dell’oss e del profilo con una parificazione sia a livello normativo che contrattuale con due articoli.

Se non si mette in atto una piattaforma con obiettivi seri e concreti è evidente che l’attenzione è rivolta verso le altre professioni. Se si dimentica di mettere in primis il tema della formazione, la tutela del lavoro, dell’area socio sanitaria, se dalle parole non vengono i fatti, se non avviene il cambiamento culturale, l’attenzione da parte degli organi competenti viene sempre meno.

Come shc oss e Federazione migep stiamo creando piattaforme con logistiche di analisi, poiché se la logistica cresce, cresce anche la professione trovando soluzioni per migliorare sia la qualità dell’assistenza al cittadino, sia per superare la frammentarietà della formazione e delle competenze che cita la Senatrice. Questi obiettivi si trovano già all’interno di un documento elaborato congiuntamente con la Fnopi e Federazione Migep. Il Documento sarà confrontato con piena disponibilità ed eventuali integrazioni con i sindacati.

La strada è ancora lunga, ma abbiamo buone prospettive di farcela poiché lo stesso Ministero della salute, come ci hanno riferito i Funzionari nell’incontro “8 ottobre 2020” è in attesa di conoscere il documento elaborato dalle Regioni sulla revisione dell’accordo stato regioni del 2001, e vuole conoscere la proposta del nuovo profilo dell’oss elaborato con la Fnopi.

Ognuno nel suo piccolo può fare la differenza. Come Federazioni SHC OSS – MIGEP abbiamo messo sempre impegno e passione per tutelare gli oss, per fare evolvere la professione e per andare avanti poiché ora l’unica via per il riscatto della professione è quello del ricorso al Consiglio di Stato per fare applicare l’area socio sanitaria, chiediamo a tutti i colleghi oss fiducia.

E’ inaccettabile che un Oss debba fare un concorso per accedere a quanto la legge indica…, in questo modo suddividono la categoria in serie A e in serie B….

La Storia insegna, mai lasciare la tua professione al libero arbitrio, difendila e tutelati. L’unica via per riscattare la professione dell’operatore sociosanitario “Oss” è aderire al tuo sindacato di categoria SHC OSS, vigile presente sulla tutela e il rispetto dei diritti della tua professione, e la Federazione migep oss per la valorizzazione della professione poiché la figura è prigioniera di una qualifica tecnica (area tecnica) voluta dai sindacati fin dagli anni 90 con la nascita dell’Ota.

Federazione Migep
Angelo Minghetti

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