Ci schive Michele Piserchia, Studente di Infermieristica al terzo anno: “durante il tirocinio un Medico mi ha inveito contro perché non gli ho preparato il caffè con la moka; ci ha subito pensato l’Infermiera”.
Egr. Direttore di AssoCareNews.it,
sono uno Studente del Corso di Laurea in Infermieristica. Studio in Veneto e sono al terzo anno. Vi scrivo perché vorrei raccontarvi quanto mi è accaduto durante il mio ultimo tirocinio, un po’ la stessa cosa successa all’OSS Riccando in una storia da voi raccontata qualche tempo fa.
Mi trovavo a fare tirocinio clinico presso una Unità Terapia Intensiva Coronarica. Un giorno mentre ero in pausa nella cucinetta del Reparto mi sono visto piombare di fronte un Medico Cardiologo che di tutta lena mi ha ordinato di fargli un caffè e di portarglielo nel suo studio. Ha sbattuto la porta ed è andato via.
Mi sono dovuto calmare e contare fino a mille prima di rischiare di urlare e di mandarlo a f…ulo. Ovviamente non gli ho preparato un bel niente.
Dopo qualche minuti lo stesso Medico è passato nuovamente dalla cucinetta. Mi ha chiesto del caffè, gli ho detto che non glielo facevo perché non ero il suo schiavetto e mi ha inveito contro, chiamandomi anche terrone, per via delle mie origini calabresi, e ignorante, per via a suo dire di un Corso di Laurea che produce solo “ciuchi”.
C’è da dire che in quella Unità Operativa tutti gli Infermieri, fatta eccezione di un paio, sono servili ai Medici, obbediscono ai loro ordini senza mai discutere e nemmeno chiedersi se quello che stanno per fare o stanno facendo oppure hanno già fatto può ledere la dignità della professione e persino della persona. Sono servi sciocchi di un sistema medico-centrico che nella ricca terra veneta è ancora profondamente incuneato nei tessuti lavorativi di piccoli, medi e grandi ospedali. Per non parlare poi di quello che accade nelle cliniche private.
Io ho avuto il coraggio di ribellarmi, un’altra futura collega, una Infermiera dell’UTIC non ha trovato meglio da fare che rimproverarmi a sua volta e di preparare quel maledetto caffè con tanto di cremina “così come piace al Dottore!”.
Non ho parole, spero solo che mi diate lo spazio che merito sulla vostra rivista, da sempre attenta anche alle problematiche di noi studenti e di futuri Infermieri.
Buona serata.
Michele Piserchia, Studente Infermiere al terzo anno
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