La storia di Martino (OSS) è quella di tanti. In una struggente lettera chiede aiuto: “mi sono rifiutato di lavorare su Pazienti Covid, mi hanno fatto richiamo e poi non rinnovato contratto, come mi posso difendere?”.
Carissimo Direttore di AssoCareNews.it,
sono il Sig. Martino Carmine e sono un OSS da diversi anni. Vi scrivo per segnalarvi una brutta esperienza vissuta da me, ex-interinale presso un noto ospedale italiano. Vorrei sapere se esiste una normativa o un decreto che tutela noi interinali, in quanto io sono stato assunto per un reparto CAVS da un agenzia e loro mi volevano costringere a lavorare in reparto Covid.
Io risposi che per motivi di tutela dei miei 2 genitori anziani, malati e con varie patologie croniche, non potevo fare auto-isolamento per paura di contagiarli.
Mi è stato detto da colleghi a tempo indeterminato e da una delegata CGIL che potevo assolutamente decidere di non accettare e di farmi spostare reparto.
L’agenzia mi disse di mettermi in mutua (in malattia – ndr) e io non lo fatto perché ero sano. Questa cosa mi sembrava illegale. Aspettai loro che mi dessero direttive specifiche, ma nulla è accaduto. Ebbene sti signori mi hanno fatto contestazione scritta per assenza ingiustificata, mentre invece io ho fatto richiesta di essere spostato.
E non è tutto, per non licenziarmi loro mi hanno fatto decadere il mio contratto e non mi hanno più rinnovato.
Vorrei sapere se per voi tutto questo è normale, siamo stufi noi OSS di subire questi soprusi e questi abusi di potere.
Vorrei un vostro parere visto che non c’è stato alcun ordine di servizio e io ho fatto quello che ritenevo più giusto.
Grazie attendo un vostro riscontro, saluti.
Carmine Martino, Operatore Socio Sanitario
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Egr. Martino,
così come Le abbiamo risposto in privato, Le rispondiamo anche qui sul sito. Purtroppo non esistono norme vere che tutelino i precari e i dipendenti di agenzie interinali. Questa situazione prefigura varie forme di sfruttamento e di ricatto. Purtroppo, spesso o quasi sempre, le agenzie di lavoro interinale non rispondono ad alcuna logica di tutela del lavoratore, che continua a trattare come un mero numero da sostituire quando ce n’è bisogno come nel Suo caso. Se ha delle prove per quello che è accaduto, tuttavia, si può rivolgere alla magistratura del lavoro o a quella ordinaria, ma Le consigliamo di farsi assistere da un sindacato. Grazie. Ci tanga aggiornati sugli sviluppi.
Angelo Riky Del Vecchio, Direttore quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it